SICUREZZA E DIFESA |
MARTEDÌ 22 FEBBRAIO 2005 |
Roma, Senato - Ore 12 |
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Mettere al bando le bombe a grappolo Un disegno di legge le parifica alle bombe antipersona |
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Martedì 22 febbraio prossimo alle ore 12 presso la Sala Gialla del Senato è convocata una conferenza stampa di presentazione del disegno di legge n. 3152 "Modifica alla legge 29 ottobre 1997, n. 374, recante norme per la messa la bando delle mine antipersona" di iniziativa del senatore Nuccio Iovene e di cui il senatore Tino Bedin è cofirmatario. Alla conferenza stampa parteciperà una delegazione della Campagna Italiana contro le mine. Lo scopo che si propone il disegno di legge è quello di includere tutte le munizioni cluster o submunizioni delle bombe a grappolo, che hanno effetti assimilabili a quelli delle mine antipersona nella definizione di mine antipersona, di cui all’articolo 2, comma 1, della legge n. 374 del 1997. Le munizioni cluster sono armi di grandi dimensioni – lanciate da aerei o elicotteri oppure da sistemi di artiglieria, lanciarazzi e lanciamissili – che si aprono a mezz’aria spargendo ad ampio raggio centinaia (o, nel caso di quelle di artiglieria, decine) di submunizioni più piccole. Dal punto di vista militare, le munizioni cluster sono molto apprezzate per la loro capacità di ampia disseminazione e per la versatilità delle submunizioni, che possono avere effetti antipersona o antiblindatura. Queste armi sono in grado di distruggere obiettivi ampi quali campi d’aviazione e postazioni missilistiche terra-aria e risultano efficaci contro bersagli in movimento o di cui non si conosce la posizione precisa, come truppe nemiche o veicoli. Le submunizioni sono progettate in modo da esplodere al momento dell’impatto al suolo, a differenza delle mine antipersona che sono progettate per essere attivate dal contatto con la vittima. Tuttavia, nei casi in cui le submunizioni non funzionano come previsto, sono estremamente pericolose e possono esplodere al minimo tocco o spostamento, diventando così di fatto delle mine antipersona. |
20 febbraio 2005 sd-130 |
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al senatore Tino Bedin |