di Tino Bedin capogruppo Margherita in Commissione Difesa
Il peggioramento della legge 185/90 sul commercio delle armi, proposto dal governo e sostenuto dalla maggioranza, è stato definitivamente votato il terza lettura dalla Camera dei deputati.
Nel voto finale sul disegno di legge i gruppi parlamentari Margherita-L'Ulivo hanno avuto comportamenti diversi al Senato e alla Camera. Mentre alla Camera, sia nella prima che nella terza lettura, il gruppo si è astenuto (ed ha registrato anche un voto favorevole), al Senato il gruppo Margherita-L'Ulivo ha condotto una dura azione di contrasto sia in commissione che in aula ed ha votato contro senza distinzioni.
Preferibile il voto contrario. Essendo stato il riferimento del mio Gruppo ed uno dei riferimenti dell'Ulivo al Senato su questo disegno di legge, è evidente che ho ritenuto e continuo a ritenere più giusto un voto contrario da parte della Margherita.
Le ragioni della contrarietà nel merito del disegno di legge ed in riferimento alle scelte politiche del governo della Destra sono contenute nei numerosi interventi che ho svolti sia nella commissioni riunite Difesa ed Esteri che nell'Aula del Senato.
Qui aggiungo che, se era sostenibile l'astensione nella prima lettura alla Camera, meno condivisibile era nel voto finale perché si trattava del voto conclusivo (e quindi non richiedeva aperture di credito), veniva dopo la posizione espressa dal Senato, rompeva l'unità dell'Ulivo (che invece era stata la forza dell'opposizione in Senato), sacrificava il dialogo che con movimenti ed associazioni ecclesiali abbiamo costruito in nove mesi di opposizione.
Il buon lavoro della Margherita. Detto questo, l'azione parlamentare va valutata lungo tutto l'esame di un disegno di legge. Se si confronta il testo iniziale del governo con quello definitivamente approvato si trovano differenze rilevanti, nel senso della salvaguardia della legge 185. I lavori parlamentari testimoniano che questi miglioramenti portano il nome di parlamentari della Margherita sia al Senato che alla Camera. Non da soli, certo, ma con il contributo di tutto l'Ulivo.
Lo segnalo perché - a parte il percorso iniziale alla Camera - mai questa legge è stata "abbandonata" né dall'Ulivo né dalla Margherita.
Anche per questo lavoro serio era meglio - a mio parere - lasciare alla fine la responsabilità all'unico soggetto che la ha, cioè il governo della Destra e la sua maggioranza, che non ha ascoltato né i movimenti né la Chiesa.
Ad ogni modo, l'impegno per la dimensione europea di questo tema, che i Grppi Parlamentari della Margherita hanno messo al centro del loro lavoro sia al Senato che alla Camera (pur con esiti diversi) è ora il terreno sul quale continuerà il loro lavoro di verifica e di proposta.
7 giugno 2003
|