SICUREZZA E DIFESA

In un momento di grave difficoltà dell'Unione
Ratificare l'Accordo di Farnborough
per sostenere la coesione europea

Richiesta di anticipare la discussione

Nella seduta antimeridiana del Senato di martedì 18 marzo, dopo l'approvazione di un disegno sul debito dei paesi impoveriti, il senatore Tino Bedin ha proposto di procedere subito con l'approvazione dei primi due articoli del disegno di legge 1547, cioè i due articoli che riguardano l'accordo europeo sull'industria della Difesa sottoscritto a Farnborough nel 2000. Lo scopo era di dare un segnale di coesione europea in un momento di grave difficoltà dell'Unione. La maggioranza non ha però accettato la proposta.
Riportiamo il testo dell'intervento del senatore Bedin.

intervento in Aula di Tino Bedin senatore dell'Ulivo

La tragedia della guerra che incombe, fa ritenere che l'ordine degli argomenti previsti dal calendario dei lavori per questa seduta non possa essere rispettato. Per tale motivo propongo che si proceda ad un'inversione dell'ordine del giorno, nel senso di passare alla discussione del disegno di legge n. 1547, recante ratifica ed esecuzione dell'Accordo sottoscritto a Farnborough nonché modifiche alla legge n. 185 del 1990, al fine di giungere all'approvazione dei primi due articoli del provvedimento, e quindi alla ratifica di tale accordo internazionale.
Mi pare infatti che, nel momento in cui la solidarietà europea in tema di sicurezza e di difesa è gravemente ferita dall'iniziativa americana, l'Italia sia chiamata a dare un sia pur minimo segnale positivo con la ratifica dell'Accordo sottoscritto a Farnborough nel luglio del 2000. Ciò consentirà all'Italia, seppur ultima, di rientrare operativamente nell'accordo fra i sei Paesi europei sulle politiche integrate per la difesa.
Il Gruppo Margherita-l'Ulivo condivide infatti lo spirito e le finalità con i quali i sei Paesi europei hanno sottoscritto nel luglio 2000 l'Accordo di Farnborough. Riteniamo condivisibili nella sostanza anche gli strumenti che con quell'Accordo si sono individuati per facilitare la creazione di una effettiva industria europea della difesa. Questo è un passaggio essenziale di un processo certamente più ampio che, tuttavia, non potrà progredire senza che si arrivi all'istituzione di un'agenzia europea per gli armamenti; mi riferisco alla creazione di una capacità europea di difesa che ormai sta diventando operativa.
La Grecia, che esercita la Presidenza europea di turno in questo semestre, ha posto la PESC-PESD tra le cinque grandi priorità del suo programma; all'interno di questa priorità c'è l'integrazione della politica militare generale. L'Accordo sull'utilizzazione da parte della forza integrata europea della strumentazione della NATO e il soddisfacimento delle esigenze poste in passato dalla Turchia rendono l'obiettivo assai concreto.
Basta questo scenario per ricordare che l'effettiva capacità militare europea passa necessariamente anche attraverso la disponibilità di strumentazione che richiede un'industria europea della difesa. Al di là delle pur rilevanti e condivisibili motivazioni riguardanti l'ammodernamento del settore dal punto di vista industriale, c'è una ragione politica che ci fa ritenere l'Accordo di Farnborough uno strumento utile per il presente dell'Europa e per il suo futuro, per il suo ruolo nel mondo.
Ci sono state valutazioni preoccupate nel dibattito in Parlamento e anche in quello sociale e civile che si è svolto e si sta svolgendo in Italia circa questo disegno di legge di ratifica; esse però non si riferiscono all'Accordo vero e proprio. Certo, la licenza globale di progetto contiene delle sfide e anche dei rischi che occorre conoscere e affrontare.
Certamente, per ciò che concerne i requisiti, le modalità di rilascio e i controlli della licenza globale di progetto, il disegno di legge del Governo introduce una sorta di autorizzazione di tipo open, senza specificare numero di pezzi, modalità di comunicazione dell'uscita dei materiali e di verifica, per cui non è chiaro come possano essere effettuati i controlli sull'effettiva aderenza delle esportazioni al programma per evitare deviazioni di pezzi e di componenti verso Paesi o individui pericolosi.
Ma non è questo il contenuto dell'Accordo di Farnborough. Nel testo che gli articoli 1 e 2 stabiliscono di ratificare, il campo di applicazione dell'Accordo, e quindi la licenza globale di progetto, è circoscritto ai soli programmi di coproduzione intergovernativa e ai soli sei Paesi parte dell'Accordo.
Proprio per queste caratteristiche di solidarietà europea che l'Accordo contiene, credo sia utile che ne discutiamo al più presto, dando - come ho già detto - un segnale di coesione europea in un momento di grave difficoltà della nostra Unione.

18 marzo 2003

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21 marzo 2003
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