Vorrei chiedere di invertire l'ordine del giorno, nel senso di trattare per primo il disegno di legge n. 2023, di conversione del decreto-legge 20 gennaio 2003, n. 4, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali.
Una settimana fa questo disegno di legge è stato assegnato alla Commissione difesa del Senato, che giovedì scorso lo ha licenziato e da ieri è inserito all'ordine del giorno dell'Assemblea. Oggi è il 6 marzo e ricordo che la Conferenza dei Capigruppo aveva inizialmente calendarizzato il provvedimento per il 18 marzo, cioè fra circa due settimane.
Su questo disegno di legge non mancano valutazioni politiche anche divergenti, che ho espresso nel corso del dibattito e nella dichiarazione di voto in Commissione. Questa procedura accelerata è il risultato di una scelta dell'Ulivo che ha consentito, in Commissione, di abbreviare i tempi normali: è stata anticipata la presentazione degli emendamenti, si sono segnalati i motivi di dubbio e anche di dissenso - come è avvenuto nel mio caso - senza mai però utilizzare gli strumenti regolamentari per rafforzare la nostra posizione. Si è trattato non di condiscendenza verso la maggioranza, ma di rispetto nei confronti dei militari italiani impegnati nelle missioni internazionali.
Noi dell'Ulivo, infatti, abbiamo voluto che si potesse arrivare all'esame del decreto-legge nell'Aula del Senato in tempo utile per un eventuale ritorno del provvedimento alla Camera dei deputati. Maggioranza e Governo hanno infatti commesso, nell'esame alla Camera, un errore contabile che a nostro avviso - e non solo, ma anche a giudizio del sottosegretario Molgora e della stessa Commissione bilancio - sarebbe meglio sanare nel testo del decreto-legge per evitare imbarazzi al Presidente della Repubblica nel promulgare la legge di conversione e, soprattutto, per evitare incertezze nella corresponsione degli stipendi al personale militare italiano impegnato in missioni internazionali.
Per questo motivo, per evitare cioè di perdere ulteriore tempo per la conversione qui in Senato del decreto-legge, sottraendo alla Camera la possibilità di votare in terza lettura il provvedimento, chiedo l'inversione dell'ordine del giorno, e di esaminare per primo questo punto.
Riteniamo nostro dovere assicurare ai quasi 10.000 militari italiani, che abbiamo a nostro nome mandato a sostenere la pace (qualcuno, purtroppo, anche a fare la guerra), i loro stipendi. (6 marzo 2003)
Vorrei chiedere alla Presidenza e ai colleghi se concordano con l'utilità di un'inversione dell'ordine del giorno.
Ciò che è più importante in questo momento, dal punto di vista sia dell'urgenza sia dell'attualità, credo sia l'esame del decreto-legge sulle missioni militari internazionali del nostro Paese.
Ho già sollevato la questione nel corso della scorsa settimana, indicando come il testo che ci è arrivato dalla Camera contenga un'inesattezza dal punto di vista della copertura, che ne potrebbe rendere necessario il ritorno nell'altro ramo del Parlamento oppure potrebbe mettere in qualche difficoltà il Presidente della Repubblica nel promulgare la legge di conversione.
Capisco le ragioni della maggioranza e quelle del Governo nel voler concludere anche con tempi contingentati - come apprendiamo - l'esame della delega per la riforma del sistema scolastico nazionale. Tuttavia, propongo questa inversione dell'ordine del giorno in ragione sia della situazione contingente di questo disegno di legge sia del fatto che la sua discussione avviene nel quadro di una situazione politica e militare internazionale assai delicata.
Ieri sera, in una trasmissione televisiva, ci sono state dichiarazioni del ministro della difesa Martino che sono già state commentate in quest'Aula, ma che ci obbligano ad un approfondimento anche durante il dibattito sul disegno di legge di conversione del decreto-legge sulla partecipazione italiana a missioni militari internazionali. E' abbastanza elevato infatti il rischio che militari italiani siano inviati dal Governo comunque per prendere parte, anche se non in maniera diretta, ad operazioni non di interposizione, non di consolidamento della pace, ma che si configurano come partecipazione attiva a missioni di guerra.
Ora, tutti concordiamo, maggioranza ed opposizione, sul fatto che quello delle missioni militari internazionali è un tema sul quale il confronto all'interno del Parlamento, in particolare alla Camera dei deputati, sta ottenendo dei buoni risultati con la predisposizione non più di una norma di carattere straordinario, qual è un decreto-legge, ma di norme stabili per il soddisfacimento delle esigenze finanziarie e organizzative delle nostre missioni.
Credo perciò che a questa discussione debba essere riconosciuta tutta l'attualità e dato tutto il tempo che richiede anche in alternativa alle esigenze - legittime, ripeto - della maggioranza di concludere il percorso del provvedimento di delega per la riforma scolastica.
Queste sono le ragioni della mia proposta di inversione dell'ordine del giorno, che del resto ho già illustrato la settimana scorsa. Le ripropongo alla Presidenza e all'Aula e, nel riproporle, chiedo di far precedere l'eventuale votazione della proposta dalla verifica del numero legale. (11 marzo)