Iniziato in Senato l'esame del disegno di legge del governo Serve una discussione vera
prima di modificare
la legge sul commercio delle armi
Bisogna ritornare all'esame della Commissioni Esteri e Difesa
Nella seduta antimeridiana di giovedì 27 febbraio 2003 il Senato ha iniziato la discussione del disegno di legge "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo quadro tra la Repubblica francese, la Repubblica federale di Germania, la Repubblica italiana, il Regno di Spagna, il Regno di Svezia e il Regno Unito della Gran Bretagna e dell'Irlanda del Nord relativo alle misure per facilitare la ristrutturazione e le attività dell'industria europea per la difesa, con allegato, fatto a Farnborough il 27 luglio 2000, nonché modifiche alla legge 9 luglio 1990, n. 185". Si tratta della nuova legge sul commercio delle armi proposta dal governo. Il primo intervento dell'Ulivo è stato quello del senatore Tino Bedin, che in base al regolamento del Senato ha chiesto all'Aula di votare il rinvio del disegno di legge alle Commissioni Esteri e Difesa. La questione pregiudiziale è stata posta dal senatore Tino Bedin prima dell'inizio della discussione generale. A sostegno del rinvio in commissione sono intervenuti i rappresentanti dei gruppi Ds, Verdi, Comunisti Italiani e Rifondazione comunista. Ha parlato contro il rappresentante di Forza Italia. La richiesta di rinvio in commissione è stata quindi respinta.
intervento in Aula di Tino Bedin senatore dell'Ulivo
Signor Presidente, ai sensi dell'articolo 93 del Regolamento, pongo una questione sospensiva dell'esame di questo disegno di legge e chiedo il rinvio dello stesso alle Commissioni riunite esteri e difesa.
La motivazione nasce dal procedimento su cui lei ha riferito, cioè dal fatto che questo provvedimento arriva in Aula senza un voto delle Commissioni riunite non per attività ostruzionistica dell'opposizione, ma perché c'è stato un continuo ostruzionismo della maggioranza nei confronti di questo disegno di legge, che ha fatto sempre mancare il numero legale nel momento in cui si doveva votare. Un ostruzionismo così pesante, anche dopo che era stato deciso di non procedere ulteriormente all'esame in Commissione, da aver indotto, due settimane fa, il sottosegretario Berselli a dire in una pubblica assemblea che il Governo avrebbe posto la questione di fiducia su questo provvedimento. Siccome con la "tagliola" dei tempi contingentati il voto di fiducia non sarebbe certamente contro l'ostruzionismo dell'opposizione, cui sono state legate le mani legate, evidentemente il Governo stava e sta pensando ad un voto di fiducia contro la sua stessa maggioranza per porre fine all'ostruzionismo che questa ha fatto fino ad oggi.
La maggioranza del Senato ha lasciato languire il disegno di legge dal luglio dell'anno scorso fino ad oggi. Anche questa mattina la discussione avviene in maniera residuale, dato che ne discutiamo solo perché è stato chiesto l'inversione dell'ordine del giorno, altrimenti nemmeno oggi avremmo cominciato a discutere un testo che prevede la ratifica di un accordo internazionale che tutto l'Ulivo era disponibile a votare immediatamente nel luglio scorso per consentire al Governo di recarsi il 23 luglio 2000 a Farnborough insieme agli altri Paesi sottoscrittori dell'accordo. In questo stesso periodo in tutto il Paese altre istituzioni della Repubblica - Consigli regionali, provinciali e municipali - hanno posto attenzione a questo provvedimento e chiesto al Senato di procedere in modo tale da non danneggiare una buona legge quale la n. 185 del 1990.
E che ci sia bisogno di un ritorno in Commissione lo ha detto anche il Presidente del Senato, incontrando un'altra parte della società italiana, quelle delle organizzazioni non governative, alle quali ha manifestato l'opinione che la discussione dovesse procedere nelle Commissioni riunite.
C'è infine - ed è la ragione ultima della nostra richiesta di rinvio in Commissione - un fatto nuovo, e cioè che il 3 di febbraio di quest'anno uno dei partiti della maggioranza ha dichiarato, per bocca del suo capogruppo, che intendeva approfondire il provvedimento per evitare di doversi pentire un domani di averlo votato. Noi abbiamo colto positivamente questo segnale, sintomo che nella maggioranza finiva l'ostruzionismo e cominciava l'approfondimento.
Adesso il presidente della commissione Difesa Contestabile ha annunciato all'Aula che questo ripensamento ha prodotto, o starebbe per produrre, un documento della maggioranza. Noi riteniamo, poiché crediamo nell'Accordo di Farnborough e nella legge n. 185 del 1990, che il risultato a cui la maggioranza è arrivata possa essere oggetto di un breve e rapido approfondimento in Commissione (breve, rapido, sui punti fondamentali), in modo tale che in quest'Aula possa svolgersi un dibattito vero che, utilizzando i tempi estremamente ristretti che per un provvedimento come questo sono stati concessi, li possa sfruttare al meglio per parlare non solo al Senato, ma alle centinaia di migliaia di persone che in questi mesi stanno con noi sostenendo la legge n. 185 del 1990.
27 febbraio 2003 |