SICUREZZA E DIFESA

La guerra renderà tragica una condizione già insostenibile
Per la popolazione dell'Iraq
si prepara una catastrofe umanitaria

Dopo una visita a Baghdad i parlamentari della Coalizione contro la guerra chiedono un'iniziativa ufficiale del Parlamento italiano

Un gruppo di parlamentari italiani, che fanno parte della Coalizione contro la guerra, ha compiuto dal 2 al 5 dicembre una visita in Iraq. Di questa visita essi hanno riferito ai rispettivi presidenti di Senato e Camera. Riportiamo qui la lettera che le senatrici Loredana De Petris e Tana De Zulueta e i senatori Piero Di Siena e Antonio Rotondo hanno inviato al presidente Marcello Pera.
La Coalizione contro la guerra, cui aderisce anche il senatore Tino Bedin, comprende parlamentari, organizzazioni non governative, associazioni e singole personalità.

Il nostro programma di lavoro ci ha portato ad incontrare: il Presidente del Parlamento iracheno; i Presidenti delle Commissioni parlamentari di esteri, sanità e ambiente, lavoro e affari sociali e della religione e del culto; la locale chiesa Caldea, nella persona del Vescovo; le agenzie delle Nazioni Unite, direttori di UNICEF, e UNDP, e il coordinatore umanitario per le attività oil for food; le ONG internazionali e le organizzazioni umanitarie attive in loco; gli Ispettori delle Nazioni Unite, nelle persone del portavoce e del direttore del centro operativo; il rappresentante della nostra sezione di interessi italiani a Baghdad. Abbiamo inoltre visitato: l'ospedale pediatrico oncologico, dove abbiamo incontrato il direttore sanitario; la facoltà di scienze politiche dell'Università di Baghdad, ospiti del direttore della facoltà stessa e una scuola elementare di una zona depressa della città di Baghdad.
Durante gli incontri, abbiamo affrontato le più varie tematiche, relativamente alle condizioni di vita dei cittadini iracheni, imposte dall'embargo, e alle possibili conseguenze umanitarie di un eventuale conflitto armato. Abbiamo, altresì, interloquito in maniera critica con le autorità irachene in tema di disarmo, di reale e trasparente collaborazione con gli ispettori delle Nazioni Unite che operano in territorio iracheno ai sensi delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza 687 e 1441 e di avvio di processi di democratizzazione del paese, nell'affermazione e nel rispetto dei fondamentali diritti umani e della persona.
Gli operatori umanitari delle Nazioni Unite, in particolare, ci hanno esposto il quadro di un paese in estrema emergenza dove, mortalità infantile, denutrizione e condizioni igienico sanitarie sono strettamente connesse all'embargo e sono solo parzialmente lenite dal programma oil for food, che qualora dovesse essere interrotto, in caso di conflitto, causerebbe una imponente deriva umanitaria con migliaia di morti civili.
Quanto abbiamo potuto ascoltare ed osservare ha confermato in tutti noi la coscienza della natura odiosa di un regime, quello di Saddam Hussein, che opprime il suo popolo, ma anche la convinzione che occorra, ora più che mai, lavorare per una composizione politica della crisi irachena rigorosamente inscritta nel quadro dei principi che ispirano il diritto internazionale e che i singoli paesi del mondo e la comunità internazionale, con i suoi organi di rappresentanza istituzionali e civili, svolga ruoli di garanzia diffusi, per scongiurare una guerra che avrebbe pesantissime ripercussioni sulla popolazione civile, che destabilizzerebbe un'intera area del mondo, facendo, peraltro, arretrare qualsiasi speranza di rinascita pluralista e democratica.
Per queste ragioni riteniamo occorra garantire e sostenere l'azione degli Ispettori internazionali, affinché possano svolgere appieno e senza alcun condizionamento il loro mandato. Abbiamo altresì compreso che, a tal fine, sarebbe utile che l'Iraq senta su di sé concentrata l'attenzione di un'opinione pubblica internazionale non pregiudizialmente ostile. Sia cioè, l'Iraq, oggetto insieme di attenzione e pressione diplomatica. Ci permettiamo di chiederLe perciò, sulla base della nostra esperienza e allo scopo di scongiurare la guerra, di promuovere una delegazione ufficiale del Senato, o meglio di concerto con il Presidente della Camera, del Parlamento italiano a Baghdad, con l'obiettivo di acquisire una conoscenza diretta della situazione in Iraq che aiuti le Camere ad assumere le proprie decisioni in materia di politica internazionale riguardo a quel paese, con maggiore cognizione di causa e conoscenza dei fatti.

11 dicembre 2002

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12 dicembre 2002
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