SICUREZZA E DIFESA

La Legge Finanziaria è deludente anche nel comparto della Difesa
Non ci si difende solo con le armi
Per questo bisogna valorizzare le risorse umane nel comparto della sicurezza e della difesa; vanno anche destinate risorse nel servizio civile e nelle missioni civili di pace

Il senatore Tino Bedin, capogruppo della Margherita in commissione Difesa, ha svolto mercoledì 20 novembre una dettagliata analisi della legge Finanziaria per il 2003, incentrata sulla valorizzazione del personale, anche in funzione delle attese dei cittadini. Nella parte conclusiva del suo intervento il senatore Bedin ha anche proposto di finanziare con il Bilancio della Difesa iniziative non armate di consolidamento della pace. Riportiamo il testo della relazione.

di Tino Bedin

Commento la Finanziaria 2003 per quanto riguarda la Difesa, con le attese dei cittadini, che abbiano o no la divisa.

Molte le promesse, pochi i soldi. Molte le promesse, pochi i soldi. Abbiamo letto pochi mesi fa nel Documento di programmazione economico-finanziaria un bel libro dei sogni per le nostre Forze dell'ordine e per le nostre Forze armate: il governo procederà ad una redistribuzione territoriale delle forze di polizia, attuerà programmi di ammodernamento e potenziamento tecnologico della Polizia di Stato, dell'Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza. Il processo di formazione degli operatori della sicurezza sarà continuo e fondato sulla cultura della responsabilità e del merito, prevedendo adeguate risorse.
E prima del Dpef c'era stata una sequela ininterrotta di impegni assunti a più riprese da esponenti del governo; il governo infatti , da sempre, ha sostenuto, continuando così la sua campagna elettorale, che il tema della sicurezza è una delle sue priorità
Ebbene, la messa disposizione delle risorse economiche, per far diventare realtà i sogni, non l'abbiamo registrata nella scorsa legge Finanziaria per il 2002 e neppure in questo disegno di legge per il 2003 ce n'è traccia.
Non si trovano neppure al di fuori delle leggi finanziarie. Nel contratto del comparto di pubblica sicurezza sono previste risorse in linea con quelle stanziate dal governo Amato nell'ultima Finanziaria della passata legislatura. Vi è una differenza di cinquemila lire in più. A calcolare meglio, le cinquemila lire, in fondo, ricadono nel differenziale di svalutazione registrato nel periodo dal precedente contratto ad oggi e, quindi, in quel contratto non c'è una lira in più rispetto al contratto precedentemente concluso dal governo dell'Ulivo.

Non si incentivano competenze. Questa incoerenza tra promesse e decisioni non è una questione che riguarda solo i cittadini con le stellette: riguarda tutti i cittadini, perché una risorsa fondamentale come è oggi la sicurezza sia interna che internazionale deve essere riconosciuta anche sul piano economico come un valore per attirare ed incentivare competenze.
Ma il governo con questa Finanziaria non sembra assolutamente interessato ad attirare ed incentivare le risorse umane disponibili. Al contrario.
La Finanziaria contiene il blocco delle assunzioni nelle Forze armate e nelle forze di polizia. È un blocco parzialmente corretto dal maxi emendamento presentato all'ultimo momento dal governo alla Camera, che tuttavia lascia aperti grandi interrogativi sul futuro, ad esempio, delle scuole di formazione dei quadri nel campo della difesa e della sicurezza pubblica. Ad oggi, 20 novembre 2002, non sappiamo, ad esempio, se vi saranno i fondi e i finanziamenti per far partire i corsi delle accademie militari.
Il blocco delle assunzioni del personale delle Forze armate, sia pur mitigato dalla possibilità di deroghe, è una misura assolutamente straordinaria, che non si vedeva da anni.
Devo anche ricordare che in comparti particolarmente sensibili per i cittadini le deroghe sono state introdotte dopo la dura critica che l'Ulivo e la stessa maggioranza hanno esercitata alla Camera sul testo presentato dal governo. Nelle intenzioni del governo avremmo infatti avuto addirittura una riduzione del numero dei carabinieri. Ora il comma 7 dell'articolo 22 autorizza a decorrere dal 2003 l'ulteriore spesa di 17 milioni di euro per l'arruolamento di un contingente aggiuntivo di carabinieri in ferma quadriennale, comunque non superiore a 560. Attenzione non si tratta però di carabinieri in più rispetto a quelli in servizio nel 2002: l'autorizzazione è infatti connessa alla progressiva sostituzione dei carabinieri ausiliari. Il governo non fa altro che continuare il processo di professionalizzazione delle Forze armate, almeno per quanto riguarda i carabinieri. Lo fa perché costretto dal Parlamento; se fosse stato in lui avrebbe lasciato ridurre i carabinieri ausiliari senza sostituirli.
Per una maggioranza che ha fatto della sicurezza non solo un programma ma un distintivo, è almeno una incoerenza.

Rinviato il potenziamento della Guardia di Finanza. Possiamo andare a leggere anche un altro articolo, che non riguarda il questo caso la gestione delle risorse umane ma la gestione delle risorse operative.
L'articolo 58 dispone il finanziamento, tramite limiti di impegno, degli interventi finalizzati allo sviluppo dell'economia e dell'occupazione indicati nella Tabella 1, allegata alla legge Finanziaria. Tra questi interventi il relatore ci ha ricordato quello relativo all'industria aeronautica, rilevante in quanto destinato al programma del velivolo Eurofghter. Ci ritornerò in un altro contesto, nella valutazione della dimensione europea della Finanziaria nella Giunta per gli affari europei. Qui mi permetto di colmare una lacuna del relatore che non ha citato gli impegni autorizzati dalla Tabella 1 per la Guardia di Finanza.
Il governo e la sua maggioranza hanno enfatizzato in questi mesi il ruolo della Guardia di Finanza nell'ambito di quella "battaglia", anche questa elettoralistica, che dicevano di voler fare all'immigrazione clandestina, contro la quale hanno mobilitato le leggi e - appunto - la Guardia di Finanza; quest'ultima con il compito preciso di tenere lontano dalle coste le barche dei clandestini.
Passando dalle intenzioni ai fatti, ecco come la Finanziaria tratta la Guardia di Finanza.
La maggioranza dell'Ulivo ha approvato nell'autunno del 1998 la legge 413 "Rifinanziamento degli interventi per l'industria cantieristica ed armatoriale ed attuazione della normativa comunitaria di settore". Tra l'altro, allo scopo di rendere più efficaci le attività operative in mare, quella legge ha autorizzato il Corpo della Guardia di Finanza ad adeguare la propria componente aeronavale con unità e velivoli adeguati sia ai compiti di polizia economica e finanziaria che di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica in mare. A questo scopo ha autorizzato tre limiti di impegno quindicennali di 10 miliardi di lire per i tre anni dal 1998 al 2000. Ebbene la Tabella 1 non prevede per il 2003 nessun nuovo impegno; lo rinvia al 2004.
Stessa casella vuota, con rinvio al 2004 si ha anche - sempre nella Tabella 1 - per la costruzione di immobili per la Guardia di Finanza, sulla base della legge 28 del 18 febbraio 1999.

Che fine farà la sospensione della leva obbligatoria? Tornando alla politica del personale, essa ha poi riflessi diretti sul nostro sistema di sicurezza e di difesa.
Contenendo le spese per il personale, prevedendo un blocco delle assunzioni per tutte le categorie (ufficiali e sottufficiali) con la sola eccezione dei volontari in ferma breve, che seppur mitigato nel passaggio alla Camera rispetto alle proposte del governo, si rischia di avere gravi conseguenze. Si potrebbe arrivare - come ho ricordato - alla cancellazione di un intero anno dei corsi regolari delle Accademie e delle scuole di formazione dei marescialli e alla mancata assunzione nel servizio permanente di volontari che hanno terminato positivamente le ferme quinquennali e di quelli "congedati senza demerito" che debbono essere assunti nelle Forze di polizia.
Questo quadro complessivo di interventi non solo non anticipa la sospensione del servizio obbligatorio di leva ma rischia di allontanarlo nel tempo, così deludendo una prospettiva ormai consolidata nell'opinione pubblica.

Rinviato il finanziamento della legge sul comparto sicurezza. Ora continuo a leggere la legge Finanziaria ancora dalla parte dei cittadini, ma questa volta dei cittadini in divisa. Si tratta di 450 mila persone che servono, in divisa, il nostro paese.
Nella scorsa legislatura, sulla base di una forte pressione dei sindacati di polizia, del Cocer e delle Forze armate, si è arrivati all'approvazione della legge n. 86, la legge che prevede la separazione del comparto sicurezza e difesa dal pubblico impiego: una legge storica perché riconosce non soltanto una specificità ma attribuisce al comparto sicurezza e difesa un ruolo assolutamente primario nella vita del nostro paese. Quella legge l'abbiamo voluta fortemente come Ulivo e alla sua approvazione ha collaborato l'intero Parlamento.
Il 14 maggio di quest'anno il Governo ha sottoscritto, con i sindacati e con i Cocer, il contratto del comparto sicurezza; in quella sede, il governo ha assunto alcuni impegni, che ricordo:
"incremento delle risorse finanziarie già attribuite con la legge Finanziaria 2002 per l'esercizio della delega di cui all'articolo 7 della legge 29 marzo 2001", quella riguardante la riparametrazione, cioè la ridefinizione dello stipendio del comparto sicurezza;
"garanzia di una breve proroga della delega possibilmente da esercitare non oltre il mese di maggio 2003".
Insomma, nel momento in cui il Governo firma il contratto assume un impegno preciso di dare risorse e di approvare norme che consentano di dare, davvero, risposte ai problemi del comparto sicurezza.
Cosa succede invece? Succede che, per quanto riguarda le risorse il Governo fa, anche quest'anno, l'elemosina.
Già nella Finanziaria dell'anno scorso per la riparametrazione, cioè quella parte importante del comparto sicurezza che significa garantire all'ordinamento civile e militare delle forze di polizia la loro specificità, la maggioranza ha fatto l'elemosina dicendo che avrebbe provveduto quest'anno.
Non abbiamo dimenticato che lo scorso anno, il presidente e il vicepresidente del Consiglio ci dissero: dateci tempo; per attuare la delega c'è bisogno di avere i finanziamenti giusti; vi chiediamo di pazientare un anno, vedrete che il prossimo anno questa legge diventerà una legge pienamente agibile e finanziata.
Lo si è detto l'anno scorso in Finanziaria; lo si è confermato a maggio di quest'anno con il contratto.
Andiamo a vedere quanti soldi la legge Finanziaria mette a disposizione. Si tratta di pochissimi soldi: 92 milioni di euro, l'anno scorso; 50 milioni di euro, quest'anno, per un totale di 142 milioni di euro; 150 milioni per l'anno prossimo; 500 milioni nel 2005.
Quanti soldi servono invece per riconoscere alle forze di polizia la propria specificità in termini stipendiali? Servono 650 milioni di euro. Siamo lontanissimi, per il secondo anno consecutivo, a dimostrazione che, per il governo e la sua maggioranza, di priorità, relativamente alle forze di polizia ad ordinamento civile e militare, non ce ne sono proprio più. Avete, governo e maggioranza, dimenticato ciò che, ripetutamente, avete promesso.
E alla dimenticanza si aggiunge la beffa. Come non leggere la beffa nel fatto che il principale finanziamento (i 500 milioni di euro) viene garantito soltanto per il 2005, cioè a fine legislatura quando ormai la partita sarà già ampiamente compromessa? Come non dire con chiarezza che quei 500 milioni di euro rappresentano l'80 per cento del riallineamento degli stipendi e delle indennità?

Oltre ai soldi manca proprio l'attenzione. E non si tratta solo dei soldi. Potreste, infatti, dire che non ci sono soldi e, quindi, che tutti devono fare i sacrifici.
Il 14 maggio il Governo si era impegnato a chiedere una proroga dell'esercizio della delega fino alla primavera dell'anno prossimo, per poterla meglio esercitare e per poter meglio andare incontro alle aspettative del comparto sicurezza e, magari, per andare incontro alle esigenze che i volontari, che non sono più militari di leva, si aspettano da un Governo che ha fatto della sicurezza e dei problemi della difesa una sua priorità.
Ebbene, il governo è stato capace anche di far scadere una delega. Il ministro Frattini, a cui spettava questa incombenza, se ne è dimenticato - attratto da altre prospettive - e adesso sarà difficile per il governo spiegare questa dimenticanza. Il Governo ha avuto cinque mesi di tempo per prorogare questa delega, per stabilire i nuovi criteri direttivi. Non lo ha fatto. Il 18 ottobre sono scaduti i termini per questa delega, che dunque non è stata esercitata e che non si è nemmeno pensato di riscrivere e di ripresentare al Parlamento.
Così la Finanziaria è lo specchio di una situazione paradossale: il Governo stanzia dei soldi (pochissimi, come ho detto) e non ha uno strumento legislativo per poterli utilizzare! E' un autentico disastro!
È questa la considerazione che avete del comparto sicurezza? È questa la vostra attenzione ai problemi del comparto sicurezza? Dobbiamo attendere anche questa volta la prossima Finanziaria? Attenzione, perché i prossimi investimenti riguarderanno il 2006; un anno nel quale, anche grazie al voto di molti militari e di molti poliziotti che avranno giudicato le vostre promesse elettorali, voi non governerete più.

Non si difendono gli stipendi dall'inflazione. Quello che ho descritto è per le 450 mila persone che servono la Repubblica in divisa un elemento di difficoltà specifico, che si aggiunge alla difficoltà generale che la legge Finanziaria crea al pubblico impiego.
C'è infatti un'altra questione, altrettanto importante, che riguarda il pubblico impiego e il relativo rinnovo dei contratti.
È vero, il governo con questa Finanziaria garantisce il beneficio aggiuntivo dello 0,99, così come era stato chiesto dalle organizzazioni sindacali, tuttavia, mentre a febbraio, all'atto della stipula di tale contratto aveva promesso che lo 0,99 di beneficio aggiuntivo e il recupero dell'inflazione, tra programmata e reale, decorreva a partire dal 2002, adesso nella legge Finanziaria il governo lo calcola dal 2003 in poi.
E' vero anche che aggiornate da 1,3 a 1,4 per cento l'inflazione programmata per il 2003: peccato, però, che l'inflazione reale quest'anno si aggiri tra l'1,8 e l'1,9. Mancano, conseguentemente, le risorse per poter sottoscrivere i contratti del pubblico impiego e del comparto statale nella sua interezza. Il ministro Frattini, poche settimane fa, ha detto che avrebbe garantito risorse aggiuntive per uno 0,4 per cento in più al fine di cercare di venire incontro al differenziale esistente tra inflazione programmata e reale. Ma questo disegno di legge Finanziaria, compreso il maxi emendamento, non prevede risorse aggiuntive, ma ulteriori tagli. La Finanziaria anziché dare questo 0,4 per cento in più, promesso dal ministro Frattini alle organizzazioni sindacali, toglie 160 milioni di euro ai contratti del pubblico impiego, del comparto statale, dell'Inps e dell'Inail.
Questi cittadini chiedono che il proprio stipendio venga, in qualche modo, raccordato ad un'inflazione che la maggioranza ed il governo non sono in grado di tenere sotto controllo e che, con questo disegno di legge Finanziaria, aumenterà ancora di più!

Gli alloggi militari sono finiti in mano a Tremonti. Anche perché in questi mesi ci si è privati di strumenti di governo del mercato. Per restare nell'ambito delle Forze armate, non posso non ricordare che con la cartolarizzazione la Difesa è stata spogliata di un suo potenziale patrimonio immobiliare e adesso si trova in una condizione difficilissima, in quanto non si intravede alcuna possibilità di realizzare piani per l'acquisizione o la costruzione di nuovi alloggi per militari.
Abbiamo già avuto modo di dirlo nel corso del dibattito su una interrogazione da me presentata: riteniamo urgente finanziare un piano casa per alloggi di servizio attraverso la vendita diretta agli utenti di parte consistente dell'attuale patrimonio utilizzando il ricavato anche per la ristrutturazione di alcune caserme, considerandoli elementi necessari per la sospensione anticipata del servizio obbligatorio di leva. Una legge Finanziaria che voglia davvero creare sviluppo dovrebbe contenere una norma di questo tipo.

Il Senato può ridurre le delusioni procurate dal governo. Anche solo vista con gli occhi dei cittadini, sia senza divisa che in divisa, questa legge Finanziaria risulta non solo inadeguata ma negativa rispetto ai bisogni ed agli interessi del paese ed anche rispetto alle aspettative che il Governo di centrodestra aveva suscitato nel campo della sicurezza e della difesa del nostro paese. Dobbiamo riconoscere che rispetto alle parole dette vi è uno scarto drammatico con quello che viene proposto in questa legge Finanziaria.
Tra questi cittadini vi sono coloro che hanno creduto che questo Governo di centrodestra avesse a cuore i problemi della sicurezza e della difesa, ci sono cittadini delle Forze armate che hanno pensato di dover dare fiducia ad un Governo che assumeva questi come punti di riferimento fondamentali. A questi e a tutti gli altri il governo e la maggioranza hanno voltato le spalle, dicendo che non c'è tempo, non c'è disponibilità.
Io credo invece che in questa analisi che il Senato fa della legge Finanziaria sia possibile, sia necessario procedere a miglioramenti ancora più incisivisi dei pochi ed insufficienti che si sono realizzati alla Camera.

Prima di tutto le esigenze delle risorse umane. Credo che la commissione Difesa dovrebbe adoperarsi per proporre alla commissione Bilancio di incrementare le risorse contrattuali del comparto sicurezza-difesa di una quota del 6 per cento finalizzata alla previsione di un trattamento aggiuntivo da corrispondere come assegno funzionale a decorrere dal compimento di almeno 34 anni di servizio.
C'è la necessità di realizzare il passaggio al sistema dei parametri nella misura dell'80 per cento nel 2003 correlandolo inoltre ad un più armonico allineamento delle carriere dei militari e delle Forze di polizia, correggendo le ingiustificate situazioni sperequative derivate dai provvedimenti di riordino sin qui adottati.
Va costituito un fondo pensioni integrativo in grado di assorbire gli attuali assetti patrimoniali delle casse ufficiali e sottufficiali. Il presidente Berlusconi si è vantato di aver offerto, con il contratto, una protezione assicurativa alle forze di polizia e alle Forze armate. Ricordo che lo scorso anno è stato un emendamento dell'opposizione che ha consentì lo stanziamento impiegato in quella direzione. Ora, per quanto riguarda questa legge Finanziaria, si è voluto individuare uno specifico comparto, dal quale sono stati esclusi, ancora una volta, i dirigenti delle forze di polizia, i quali non hanno un contratto né, dalla scorsa Finanziaria a questa, hanno visto l'aumento del reddito che era previsto.
C'è bisogno di migliorare il trattamento economico dei volontari, attribuendo loro un regolare stipendio e rendendo più facile il loro passaggio nel servizio permanente.
Va incrementato il fondo unico di amministrazione del personale civile della Difesa per consentire la realizzazione di un programma straordinario di formazione e di riqualificazione del personale civile connesso con le esigenze della ristrutturazione delle Forze armate.
In tema di qualità delle risorse umane, è tempo di razionalizzare il procedimento di selezione e reclutamento dei cittadini prevedendo la costituzione di un centro unificato di selezione e reclutamento interforze.

Il finanziamento stabile per le missioni di pace. Sono anche mature le condizioni parlamentari perché la Finanziaria per il 2003 preveda la copertura economica di una legge in favore dei militari di leva e di carriera infortunati o caduti durante il periodo di servizio. Parimenti va prevista la copertura finanziaria di una legge-quadro sul trattamento giuridico ed economico del personale delle Forze armate e dei Corpi armati dello Stato impiegati in operazioni di pace, per esigenze di ordine pubblico, in occasione di pubbliche calamità ed in servizio all'estero.
Servono infine ulteriori risorse, rispetto a quelle previste dall'articolo 21 della legge 448/2001 per il completamento del programma di sostituzione dei carabinieri ausiliari con quelli in ferma quadriennale, in previsione di un anticipo della sospensione del servizio di leva obbligatorio.
Con questo non avremmo trasformato una cattiva legge Finanziaria nel settore della Difesa in una buona legge. Avremmo semplicemente ridotto - almeno per quanto riguarda questo ambito - i danni alle persone e alle famiglie che le scelte economiche di questo governo arrecheranno con le decisioni più generali contenute negli strumenti di bilancio.
Resta tutto il capitolo dello sviluppo della Sicurezza e della Difesa. Capitolo di fatto non scritto in questa Finanziaria; anzi spesso privato di pagine già pronte.
Ci torneremo nel prosieguo del confronto, sia in commissione Bilancio che in Aula.

Non ci si difende solo con le armi. C'è tuttavia un punto che desidero richiamare fin da subito. Riguarda la consapevolezza che noi abbiamo che il sistema di sicurezza e di difesa non può essere affidato solo alle armi e che nella salvaguardia globale anche nei confronti del terrorismo si richiede al comparto della sicurezza e della difesa l'assunzione di responsabilità nuove.
Si tratta di costruire un sistema di relazioni internazionali orientato alla cooperazione e alla pace. Nelle misure previste dalla legge Finanziaria del 2003, dai collegati e dalla legge di bilancio non vi sono scelte significative che riguardano la promozione di politiche di pace nel contesto dell'attuale situazione internazionale.
Riguardo alla politica della difesa, in particolare, non vi sono misure che possano sviluppare forme di difesa e servizio civile, di formazione alle missioni di pace.
A mio parere l'attuale situazione internazionale richiede un aumento del finanziamento per il servizio civile nazionale (almeno 50 milioni di euro) e il finanziamento (almeno 5 milioni di euro) di interventi formativi e sul campo per i "corpi civili di pace" nelle aree di conflitto.
Ricordo poi che nell'attuale legislatura un progetto di legge per la creazione dell'Istituto Internazionale di Ricerca per la Pace e la Risoluzione dei Conflitti è stato presentato sia alla Camera che al Senato da rappresentanti di forze politiche di maggioranza e di opposizione.
Diversi governi sia nazionali che locali hanno già da alcuni decenni creato Istituti di ricerca per la pace finanziati pubblicamente, il primo è stato il PRIO di Oslo creato nel 1959, per indagare in modo scientifico e per sviluppare strategie e strumenti alternativi nella gestione dei conflitti. Una simile istituzione può fornire, anche in Italia, utili conoscenze interdisciplinari per favorire la formazione di conoscenza per la gestione costruttiva dei conflitti a tutti i livelli della vita collettiva, dalle problematiche locali ed interculturali alle missioni internazionali di pace. Il bilancio del Prio di Oslo è pari a cinque milioni di euro, per far partire un istituzione simile in Italia se ne possono prevedere due.
Oltre che significativo in sé l'intervento acquisterà un significato preciso di svolta se sarà finanziato con il bilancio della Difesa.

20 novembre 2002

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21 novembre 2002
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