Rinviata a dopo la Finanziaria Un altro mese al Senato
per la legge sul commercio delle armi
Messa all'ordine del giorno dell'Aula solo per dire "no" alla richiesta di ritorno in commissione fatta dalle associazioni?
di Tino Bedin
La discussione sulla modifica della legge 185 sul commercio delle armi va a dopo la Finanziaria. La preannunciata seduta del Senato di venerdì 15 novembre è stata soppressa; la discussione sul disegno di legge 1547 è stata anticipata ad-dirittura nell'ordine del giorno della seduta del pomeriggio di giovedì 14, ma non è nemmeno cominciata: alle 17.40 il presidente di turno ha preso atto che non c'era le condizioni nemmeno per fare il punto precedente all'ordine del giorno ed ha sospeso la seduta.
La improvvisa "forzatura" decisa dalla maggioranza con l'inserimento all'ordine del giorno si è dunque rivelata appunto una forzatura, di cui non è stato chiaro il motivo.
O forse un motivo c'è: si è trattato della risposta definitiva e negativa alla ri-chiesta che padre Alex Zanotelli, don Tonio Dall'Olio e don Luigi Ciotti avevano presentata il 10 ottobre al presidente del Senato Pera durante l'incontro in cui gli avevano consegnato decine di migliaia di firme della campagna in difesa della legge 185. In quella occasione i rappresentati della Campagna avevano chiesto che il confronto sul disegno di legge riprendesse nelle commissioni Esteri e Difesa e lì arrivasse ad una conclusione prima della discussione in Aula. Pera si era detto disponibile a verificare la fattibilità della richiesta.
Da allora l'unico atto registrabile è stata appunto l'inopinata apparizione all'ordine del giorno dell'Aula per il 15 novembre: giorno e settimana "impossibili", come avevo rilevato subito. Dunque devo ricavare che questa è la risposta all'incontro con Pera.
Comunque questa forzatura è servita intanto a precisare le condizioni del fu-turo confronto parlamentare: abbiamo depositato entro ieri sera alle 19 tutti gli emendamenti preparati per la discussione in commissione. Vi ho aggiunto anche una serie di ordini del giorno su questioni maturate nel corso di questi mesi. Maggioranza e governo hanno formalmente la materia su cui eventualmente co-struire una posizione di equilibrio tra le novità dell'accordo di Farnborugh e la legge 185 del 1990. Resto infatti convinto che i senatori della maggioranza non siano così "schierati" definitivamente sulle posizioni fin qui sostenute dal gover-no. L'azione svolta dalla Campagna, sia con l'intervento diretto di migliaia di cit-tadini che con le iniziative delle organizzazioni e delle associazioni, non è "passata via" tra i senatori.
Ora c'è almeno un mese di tempo per continuare a costruire positivamente una soluzione. Non è infatti un'azione ostruzionista quella che abbiamo condotto o intendiamo condurre. Il nostro scopo non è bloccare pregiudizialmente un'iniziativa del governo, ma conservare nel nostro ordinamento e da questo al-largarli all'Europa alcuni valori di trasparenza e di resistenza alla violenza che caratterizzano l'Italia. Da questo punto di vista è uno dei nostri contributi alla lotta al terrorismo e al seme di guerra che esso ha piantano in parte della socie-tà.
14 novembre 2002 |