|
|
|
|
|
Minoranza
impegnata in un tentativo di mediazione. Con Andreotti
alleato. |
| |
|
|
Chissà se il
prossimo 23 luglio, in occasione dell'incontro con i
rappresentanti dei Paesi sottoscrittori dell'Accordo di
Farnborough, il ministro della Difesa, Antonio Martino
riuscirà a presentarsi con la ratifica in mano. La
partita, che vede contrapposte le ragioni della campagna
“In difesa della 185”, e quelle del governo e
dell'industria armiera italiana, si sta giocando in
queste ore tutta al Senato. I senatori delle
commissioni riunite Esteri e Difesa sono infatti alle
prese con gli oltre 300 emendamenti proposti dalla
Margherita e dai Verdi, a scopo dichiaratamente
ostruzionistico, in attesa che si giunga a una
soluzione. «Se si procede a vagliare tutti questi
emendamenti, certamente l'approvazione della ratifica
dell'accordo slitterà», spiega il senatore Tino Bedin
(Margherita). «C'è la possibilità, però, che la
maggioranza decida di sfuggire all'impasse facendo
saltare la discussione in commissione, e mettendo il ddl
direttamente all'ordine del giorno dell'aula, dove ha i
“numeri” per approvarlo anche con la nostra opposizione.
Però si potrebbe anche giungere a un compromesso». È
un'ipotesi che si sta facendo sempre più strada, in
queste ore, tra le file dell'opposizione: «Se il Governo
ha l'urgenza, comprensibile, di rispettare gli accordi
internazionali, allora si potrebbero approvare soltanto
i primi due articoli, quelli strettamente relativi alla
ratifica», continua Bedin. Gli articoli in questione
recano, infatti, rispettivamente l'autorizzazione alla
ratifica e l'ordine di esecuzione. L'idea sarebbe dunque
quella di stralciare tutti gli altri, che riguardano
modifiche alla legge 185, e di trattarli in seguito in
un disegno di legge separato. Senza però illudersi
di una difesa “ad oltranza” di questa norma. Lo ha detto
chiaramente anche il senatore Giulio Andreotti, durante
la discussione che si è tenuta in commissione lo scorso
4 luglio: «L'armonizzazione su scala continentale
dell'industria degli armamenti rappresenta un obiettivo
ineludibile ai fini dell'affermazione di quell'identità
di difesa comune che sola potrà garantire un
riequilibrio degli assetti geopolitici dopo la
dissoluzione del blocco sovietico». E, avallando
l'ipotesi dello stralcio, ha aggiunto: «In
considerazione di ciò, appare auspicabile una sollecita
approvazione del disegno di legge, anche per evitare gli
inconvenienti che deriverebbero da una ratifica tardiva
dell'Accordo di Farnborough». «In proposito», ha
proseguito, «andrebbe peraltro verificata la possibilità
di circoscrivere l'ambito del disegno di legge,
privilegiando appunto le disposizioni recanti
l'autorizzazione alla ratifica». Difficile prevedere
quale posizione risulterà vincente, e se esiste ancora
uno spazio di respiro e di riflessione sulla legge 185.
Per adesso, il governo ha respinto l'ipotesi-stralcio.
«All'interno della stessa maggioranza esistano opinioni
diverse», commenta Bedin, «An e Lega sembrano più
disponibili al dialogo, Forza Italia più rigida. Dipende
dagli interessi in ballo, e da quanto forti saranno le
pressioni delle imprese del settore». |
|
| | |
|
|