IN DIALOGO TRA CITTADINI |
Milano, 11 settembre 2001 | |
Accanto alla solidarietà per la tragedia americana La sicurezza e la pace sono in pericolo: l'Europa si assuma le sue responsabilità Serve una Federazione europea che sappia agire a fianco degli Stati Uniti |
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I sentimenti di solidarietà verso gli
Stati Uniti e l'esecrazione per lo spaventoso crimine che ha colpito migliaia di innocenti
non devono nascondere le gravi responsabilità dell'Europa. Gli Stati Uniti sono stati costretti a svolgere il ruolo di gendarmi del mondo perché nel Mediterraneo, nella ex-Jugoslavia e nel Medio Oriente, l'Europa si è dimostrata incapace di affrontare i problemi che riguardano direttamente la sua sicurezza. L'Unione europea, senza un governo federale, non ha i mezzi per intervenire con efficacia sulla scena internazionale. Ciò nonostante, l'unità politica dell'Europa viene continuamente rinviata da governi che si cullano nell'illusione che il protettorato americano possa continuare per l'eternità. Oggi non è più il tempo di egoismi nazionali, di esitazioni e di piccoli passi. L'ordine mondiale statunitense vacilla. Il sistema sovietico è crollato improvvisamente dieci anni fa. La sola forza delle armi non è mai stata sufficiente a garantire una pace duratura. L'America non è più un'isola invulnerabile. L'Europa non lo è mai stata. I valori della civiltà non si difendono con le buone intenzioni. Senza una Federazione europea che sappia agire a fianco degli Stati Uniti per costruire, con tutti i paesi dell'Onu, un ordine mondiale fondato sui principi del diritto, dello sviluppo sostenibile e della giustizia internazionale tra paesi ricchi e poveri, il mondo non troverà la via del progresso nella pace. I governi europei hanno il dovere di agire. L'ora della Federazione europea è venuta. Chi non trae lezioni dalle tragedie del passato subirà le tragedie del futuro. |
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Guido Montani Segretario nazionale del Movimento federalista europeo |
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Risponde Tino Bedin Concordo sulla necessità che l'Unione Europea sia in grado di esprimere ed esercitare una propria politica di sicurezza e di difesa. Verso questo obiettivo il cammino è in corso e deve portare certamente ad una autonomia europea in materia. Con due avvertenze. Innanzi tutto non si tratta di bilanciare la potenza americana né di sostituirla; l'Atlantico che oggi non è un confine, non deve diventarlo in futuro. La brigata europea che si va costituendo va articolata in modo da poter partecipare sia alle azioni Onu sia a quelle delle Nato. In secondo luogo la capacità europea di difesa non è funzionale ad un "nuovo ordine mondiale" da esercitare direttamente. La sede del desiderato ordine mondiale deve restare nell'Onu. |
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12
settembre 2001 sd-001 |
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