Amministrazione provinciale di Padova
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Camposampiero (Padova), 18 settembre 2010

E la presidente Degani fa altrettanto a nome della Provincia di Padova
Ben due assessori sono costretti a scusarsi con i cittadini
Vita privata e vita pubblica non sono separabili

Magrissima figura quella fatta dall'istituzione pubblica - Provincia - rappresentata da PDL e Lega, nel Consiglio provinciale del 16 settembre.
- L'Assessore provinciale alla Sicurezza Enrico Pavanetto che sul suo profilo in Facebook si è distinto per le frasi e le foto che lo ritraggono nel fare il saluto fascista romano e nel rivolgere espressioni di dileggio alle forze dell'ordine, dopo avere manifestato la sua adesione ai valori della democrazia ha chiesto scusa ai cittadini che si sono sentiti offesi.
- L'Assessore Domenico Riolfatto, mandato dalla Presidente a rappresentarla il 17 agosto alla cerimonia ufficiale di commemorazione dei partigiani uccisi nel 1944 a Padova, non ha letto il testo del discorso consegnatogli dalla Presidente (ha riferito lei), ma si è avventurato, a braccio, su discorsi di revisionismo storico sugli obiettivi dei partigiani di sinistra, che hanno sollevato fischi, proteste e reazioni indignate da parte dei presenti. Anche Riolfatto si è formalmente scusato.
È intervenuta subito dopo, la Presidente Degani: "Se ci sono cittadini che si sono sentiti turbati da alcune immagini o citazioni tratte dal profilo dell'assessore Pavanetto o dalle parole pronunciate dall'assessore Riolfatto, porgo le mie scuse e quelle dell'Amministrazione provinciale". Finalmente, la Presidente, a seguito delle mozioni presentate dal PD per chiedere la sfiducia a Pavanetto e la censura a Riolfatto, ha deciso di parlare e di biasimare i comportamenti dei due assessori, pur confermando ad essi la fiducia.
Si conferma davvero avvilente la leggerezza e la spregiudicatezza che manifestano gli attuali amministratori, come pure la debolezza politica della Presidente e il così scarso senso delle istituzioni che si riscontra frequentemente in Provincia.

Dino Scantamburlo
consigliere provinciale

Risponde Tino Bedin

Racconto e commento di Dino Scantamburlo sono completi.
C'è all'origine anche una convinzione di "separatezza" fra vita personale e vita pubblica delle persone che rappresentano le istituzioni. Devo ricordare che non molti anni fa perfino qualche cardinale non di periferia aveva teorizzato questa separatezza, per giustificare la Destra di governo in Italia.
Invece non è mai stato così: la vita è una sola per chi sceglie di rappresentare altre persone nelle istituzioni. Lo è singolarmente e lo è nella percezione dei cittadini. Più questa consapevolezza si diffonde in tutti, più esemplare sarà la rappresentanza politica.

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di-667
18 settembre 2010
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Tino Bedin