La bellezza dell'avvento é attendere, in una tensione viva verso ció che deve avvenire; la vita non dipende di noi per spuntare, ma spetta a noi riconoscerla e scommetterci, perché non passi inosservata e forse neanche piú torni.
I Vangeli dell'avvento mettono bene a fuoco questo compito: vigilanza, spirito di iniziativa, impegno, tempo da dedicare per preparare la nostra casa, cosí che Dio entrando vi si senta bene e rimanga con noi.
L'ultima domenica prima di Natale convoca due donne, sapienti nell'attesa, per darci gli ultimi consigli. Da Maria e Elisabetta impariamo tre lezioni: camminare, incontrarsi e sorprendersi.
Camminare: Maria cammina in fretta per visitare Elisabetta, cosí come la gente nordestina ama camminare e visitarsi. Come é bello andare per le strade della cittá e dei villaggi per cercare altra gente! E come é bello stare in casa aspettando questa visita!
É stata l'esperienza delle nostre ultime 'Missioni Popolari', nelle zone interne della parrocchia: il giorno intero camminando sotto il sole, con la sfida di non trascurare nessuna casa e visitare tutti. Cosí si ripete, anno dopo anno, una fecondazione di speranza per la nostra gente.
Il cammino di Maria assomiglia molto anche al cammino di dona Rosa: lei ogni mese percorre 13 Km per partecipare agli incontri del nostro gruppo di difesa dei diritti umani. Dona Rosa ha perso sua figlia, di 13 anni, travolta dal treno che trasporta il minerale di ferro e che corre calpestando i diritti della gente lungo la ferrovia.
Il pellegrinaggio in cerca di giustizia di dona Rosa sta seminando vigore e fiducia nelle altre persone: per riconoscere la vita che viene, bisogna esse persistenti.
Incontrarsi: dev'essere stato un vuoto interiore, misto di paura e confusione, a spingere Maria in cammino verso Elisabetta. Anche oggi le persone, confuse e indebolite, hanno molto bisogno di incontrarsi. All'inizio sembra uno sforzo contro corrente, ma chi riesce a superare la resistenza dell'isolamento e dell'individualismo sente il gusto e la bellezza dell'incontro.
Durante tutto l'anno, la nostra gente si é incontrata nelle case molte volte, pregando e condividendo la Parola di Dio, in piccoli semplici gruppi biblici. Si é ripetuta, nella storia di oggi, l'irruzione dello Spirito Santo nelle case dei piú semplici.
Sorprendersi é lasciarsi stupire dalla bellezza inattesa e nascosta che scopriamo all'improvviso nei fatti della vita; é qualitá dei bambini, per i quali tutto é nuovo e speciale. E cosí, il bambino nel ventre di Elisabetta salta di gioia e ci invita a riconoscere i fatti di speranza quotidiana.
Quando, assieme alla gente, tentiamo riscattare i maggiori segnali degni di stupore, molti indicano la resistenza dei piccoli.
Selma ne é un esempio: lottando per settimane intere per un diritto che dovrebbe esserle garantito (l'emodialisi gratuita), al limite fisico della sopravvivenza, ha raccolto un gruppo di donne attorno a sé. Chi cucinava per lei, chi le lavava i vestiti... e chi alzava la voce in suo nome contro i servizi pubblici sordi e indifferenti.
La resistenza delle donne ha vinto l'ipocrisia del nostro sistema municipale di salute pubblica: sará Natale anche per Selma, sará Natale perché ancora bambini e sogni sobbalzano nel ventre dei piccoli, che camminano, si visitano e riscaldano la speranza!
Padre Dario Bossi comboniano
Risponde Tino Bedin
Ecco i doni autentici di Natale; persone che diventano doni per gli altri; persone che si ricevono come dono. Succede in Brasile e succede anche in Italia. Non si trovano in vetrina. Sono dentro gli occhi.
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