Cattolici nel Partito Democratico
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Roma, 4 settembre 2009

I "Teodem" a Bersani
Nel Partito Democratico la libertà di coscienza
non è l'acqua che diluisce il vino

Intanto ecco come Ted Kennedy interpretava il cattolicesimo democratico

La libertà di coscienza non può essere considerata come l'acqua che diluisce il vino, rappresentato dalle linee del partito. Semmai è il contrario!
Quanto può valere e che affidabilità può dare un uomo che agisce contro la sua coscienza quando liberamente ritiene siano in gioco valori fondanti come la convivenza umana ed il concetto di uomo che sta alla base dello stesso agire politico?
Quella maggioranza, così importante in democrazia, cui fa riferimento Bersani, va costruita dopo che ogni parlamentare ha espresso in piena libertà le sue convinzioni nelle sedi appropriate. Non va presupposta chiedendogli di rinunciare in anticipo alle sue posizioni, per allinearle a quelle del partito. Altrimenti avrebbe ragione Berlusconi quando ritiene sufficiente il voto dei soli Capigruppo! La democrazia di un partito e in un partito, tanto più se si definisce democratico, è rappresentata proprio dal naturale pluralismo, dal rispetto reciproco e dal dialogo costantemente aperto.
L'identificazione di una comune linea culturale in un partito richiede un confronto costante ed aperto, cosa che finora nel Pd non c'è stato, mentre ci sono state spesso contrapposizioni, che tendevano ad escludere chi avendo posizioni diverse ne rivendicava la legittimità. Come accade ad esempio in tema di vita, di morte, di famiglia e a volte anche di Chiesa… e come è sovente accaduto a noi Teodem e non solo…
I cattolici del Pd non possono sentirsi estranei in quella che è presumibilmente anche la loro casa, né possono essere loro -e solo loro!- che debbono rinunciare a convinzioni e valori per adattarsi alle posizioni del gruppo… Faremo di tutto perché non vinca questa posizione e la libertà di coscienza, insieme alla costruzione condivisa delle linee del partito, abbia ancora piena cittadinanza nel Pd.

I Teodem

Risponde Tino Bedin

Condivido la dichiarazione dei Teodem sulle modalità con cui all'interno del Partito Democratico si devono costruire posizioni ed opinioni.
Devo dire che come cattolico non mi sembra questo il tema cruciale per il ruolo dei credenti nella vita pubblica italiana. La Dottrina sociale della Chiesa ci propone questioni molto più immediate, molto più concrete.
Provo a riassumerle, con una citazione di Ted Kennedy, un cattolico democratico cui gli americani hanno riconosciutop nel momento della scomparsa una grande e decisiva capacità di proposta legislativa. La citazione è tratta dal discorso pronunciato da Edward Kennedy nel gennaio 2005 al National Press Club. Ce n'è abbastanza per qualificare il ruolo dei cattolici nel Partito Democratico (italiano).
"Dobbiamo aprire nuove porte e spianare nuove strade per tutti gli americani, per spendere al meglio i loro talenti donati da Dio e ravvivare il fuoco dell'innovazione nella nostra società.
"Abbiamo bisogno di un'economia che dia il giusto valore al lavoro, che anteponga le necessità delle famiglie ai profitti in eccesso, un'economia il cui obiettivo sia una crescita con pieno impiego, buoni posti di lavoro e buoni benefici per tutti.
"Gli americani non vogliono soltanto di più, ma che vogliano più di ciò che è importante nella loro vita, e cioè il sogno americano. Vogliono maggiore flessibilità sul lavoro, con più tempo per le loro famiglie, più tempo per seguire i propri figli a scuola, più tempo per offrirsi volontari nelle loro comunità, e chiese e sinagoghe e moschee. Vogliono lavori che paghino il giusto, e non essere costretti a ore in più di lavoro senza vedersi pagati gli straordinari. Vogliono un luogo di lavoro sicuro e il diritto di associarsi ad altri per contrattare un trattamento equo. Vogliono che le multinazionali smettano di propagandare sigarette e cibi poco sani ai giovani americani. Vogliono luoghi di lavoro che siano al riparo da bigottismo e discriminazioni, incluse quelle contro gay e lesbiche americani.
"Per troppi americani una malattia significa una scelta crudele: fra perdere il proprio lavoro e trascurare il proprio bambino, o la propria metà. Dobbiamo ridurre la povertà. È vergognoso che oggi in America, la più ricca e più potente nazione della Terra, quasi un quinto di tutti i bambini debba andare a letto affamato, perché i propri genitori, pur lavorando a tempo pieno, non riescono a far tornare i conti.
"Per rivitalizzare il sogno americano abbiamo bisogno di riprendere la lotta per rendere il sistema sanitario economico e accessibile a tutti. In questo nuovo secolo delle scienze mediche, trattamenti rivoluzionari e cure miracolose stanno costantemente migliorando la qualità della vita. Purtroppo oggi in America i miracoli della medicina moderna sono troppo spesso appannaggio dei più ricchi. Abbiamo bisogno che negli anni a venire il costo di questi trattamenti e di queste cure salva-vita non sia più irraggiungibile per la stragrande maggioranza della popolazione americana".

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di-659
5 settembre 2009
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Tino Bedin