Personale comunale Cadoneghe
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Padova, 26 agosto 2009

Una campagna mediatica strumentale e pregiudiziale portata avanti dal governo
Effetto Brunetta? A Cadoneghe c'è un dramma
Una dipendente pubblica che né in vita né in morte merita gli sberleffi di un ministro

Ritengo doveroso intervenire in merito all'articolo pubblicato lo scorso 18 luglio sul Gazzettino a firma F.C. e intitolato "Cadoneghe - Effetto Brunetta: si riducono le assenze per malattia", per esprimere delle rispettose ma necessarie precisazioni.
L'articolo, nel riportare alcuni dati sulle assenze per malattia negli enti pubblici della provincia di Padova, peraltro parziali in quanto limitati al confronto di un solo mese (giugno 2008 - giugno 2009), afferma che il decreto "anti - fannulloni" del ministro Brunetta "senza dubbio ha fatto bene alla salute dei dipendenti del comune di Cadoneghe" che "in giugno si staglia nel panorama delle assenze per malattia del Veneto con un consistente - 84% rispetto a dodici mesi prima".
Con il rischio evidente di avvalorare l'idea di un comune caratterizzato da un tasso di assenteismo e "fannullonismo" da primato regionale, meritoriamente smascherato dai provvedimenti "taumaturgici" dell'infallibile ministro.
Purtroppo la realtà è ben diversa. E Cadoneghe, da questo punto di vista, costituisce un caso emblematico di come una campagna mediatica strumentale e pregiudiziale portata avanti dal governo in maniera indiscriminata nei confronti di un'intera categoria di lavoratori ed un uso disinvolto e non scientifico di dati statistici parziali possano spingere a valutazioni sommarie e indurre, anche in perfetta buona fede, a dare una rappresentazione distorta di una realtà ben diversa.
Infatti dietro la riduzione da "primato veneto" di ben l'84% delle assenze per malattia registrate nel comune di Cadoneghe tra giugno 2008 (25 giorni complessivi) e giugno 2009 (4 giorni) non c'è alcun effetto miracoloso del ministro Brunetta nei confronti della salute troppo cagionevole di lavoratori assenteisti ma una realtà ben più seria e tragica: dietro quei 25 giorni si nasconde il dramma di una malattia incurabile e delle relative terapie salvavita affrontate da una compianta lavoratrice del comune che purtroppo non ce l'ha fatta ed è deceduta qualche mese dopo.
Senza alcuna intenzione polemica ritengo utile, attraverso questa precisazione, contribuire a ristabilire la realtà delle cose sia per una corretta informazione nei confronti dei suoi lettori, sia per difendere la dignità e la professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori di un comune che, per capacità, impegno e competenza, rappresenta nel panorama padovano un modello riconosciuto di efficienza e qualità del lavoro e dei servizi.

Christian Ferrari
segretario FP CGIL Padova

Risponde Tino Bedin

La lettera non è rivolta a me, né riguarda Euganeo.it. Affronta tuttavia una situazione che ho avuto l'opportunità di condividere. Per questo la pubblico anche qui e per questo ho inviato all'autore il seguente biglietto.
Egregio Segretario Ferrari, in una mattina d'agosto di un anno fa ero fra i molti che nella chiesa padovana di San Paolo hanno dato l'estremo saluto a Adriana Mammano, la responsabile del Personale del Comune di Cadoneghe.
Conservando nel cuore e negli occhi i volti e la solitudine delle persone riunite per quel funerale, cui era venuta meno una rassicurante presenza, le esprimo la mia gratitudine per il modo delicato ma fermo con cui ha voluto onorare con la sua lettera al Gazzettino la professionalità (e quindi la memoria) di una dipendente pubblica che né in vita né in morte merita gli sberleffi di un ministro, camuffati da statistiche.
L'avevo rivendicato nelle parole commiato di un anno fa, a nome dell'amministrazione comunale di Cadoneghe di cui facevo parte e che rappresentavo al funerale: "Da qualcuno la pubblica amministrazione viene presentata ai cittadini senza un volto, senza un cuore. Solo un nome sul cartellino di servizio. Molto spesso non è così. Adriana è stata la dimostrazione che non è così: ha mostrato che essere pubblico lavoratore vuol dire prendersi a cuore non solo il lavoro, ma anche il pubblico, cioè i cittadini, le persone, una per una".
Nelle considerazioni affidate al Gazzettino di ieri, Lei estende questa valutazione all'insieme del Personale del Comune di Cadoneghe. Ha ragione. E non lo dicono sono i sindacalisti e gli amministratori.
Nel giugno scorso la lista che ha amministrato Cadoneghe nei cinque anni precedenti è stata votata dal 71 per cento dei cittadini. Se oltre due persone su tre hanno scelto di continuare così, non ho dubbi che la soddisfazione è anche dovuta alle risposte che giorno dopo giorno vengono date dal Personale comunale.
La stessa dedizione, la stessa professionalità sto sperimentando ora all'Istituto di Riposo per Anziani, di cui sono presidente: anzi qui - per la particolarità del servizio e dei rapporti umani - il Personale è, se possibile, ancor più decisivo.

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di-657
28 agosto 2009
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Tino Bedin