Una delle tante falsità che continuano ad essere affermate, e non solo dal centrodestra, è che "il tempo pieno sarà risparmiato": NON È VERO!!!
L'aver eliminato le compresenze in tutte le classi (anche nel tempo pieno) porta ad un esubero di ore proprio nel tempo pieno. Queste ore raggruppate "fanno" una o più cattedre a seconda della consistenza delle scuole, quindi alcune insegnanti che sulla carta sono assegnate per il tempo pieno, di fatto andranno a garantire in altre scuole dello stesso istituto le ore tagliate da Gelmini-Tremonti ma che i presidi volessero organizzare.
Esempio, a Monselice c'è soltanto la Giorgio Cini a tempo pieno, istituto Guinizelli, 20 maestre più una di religione e mezza (circa) di inglese.
Col taglio delle compresenze "avanzano" complessivamente una cinquantina di ore o più. Corrispondono all' orario di servizio di più di due insegnanti.
Ciò significa che quelle ore in più vanno a coprire eventuali offerte orarie che il preside potrebbe voler garantire negli altri plessi (Arquà o Carmine) dove non gli danno l'organico sufficiente per il tempo prolungato.
Sia che quelle ore vengano date da più insegnanti per spezzoni brevi sia spostando interamente le persone necessarie, l'organizzazione del tempo pieno come lo conosciamo sarà completamente stravolta, l'orario delle insegnanti spezzettato e le assegnazioni alle classi "multiple", per garantire l'orario ci potrebbero essere anche sei, sette o più persone che girano nelle classi: ALLA FACCIA DELLA MAESTRA UNICA.
Morale: o le scuole vanno tutte a 24 e 27 ore come vuole il governo o ci si arrabatta a coprire orari più lunghi per venire incontro alle famiglie ma si peggiora la qualità degli interventi.
Bello, no?
Carla Montelatici insegnante
Risponde Tino Bedin
Facendo tutte le parti in commedia, la Destra padovana e veneta ha assunto la guida della protesta contro i tagli del "suo" governo di Destra nella scuola pubblica. Poi si è accontentato subito di quello che "passava" il convento e hanno perfino tentato di cantare vittoria. Infatti si deve registrare un «taglio» di 400 docenti nella provincia di Padova, che diventano 2.227 in Veneto. Tradotto in cattedre significa un taglio di 130 maestri nelle scuole elementari, 160 nelle medie inferiori e 90 negli istituti superiori. Altro che 600 posti in più nel Veneto per tutelare il passaggio dal tempo lungo (35 ore) al tempo pieno (40 ore settimanali) chiesto dal 90 per cento delle famiglie, che sono 13.000 in provincia di Padova e 22.000 in tutta la regione, come hanno sostenuto gli esponenti del centrodestra. La Destra del governo (Gelmini, Tremonti e Berlusconi) e la Destra locale hanno preso in giro per oltre quattro mesi le famiglie. I tagli sono arrivati anche nel Veneto e a Padova e i presidi dovranno fare i salti mortali per assicurare il tempo pieno alle elementari e medie. Alle superiori, per assicurare i docenti in cattedra avremo classi di 32-33 studenti.
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