Fonti energetiche
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Internet, 13 novembre 2008

Il Rapporto dell'Agenzia Internazionale per l'Energia
Gli effetti dell'immobilismo politico sul clima
sono scioccanti

In Italia la Destra sta addirittura facendo retromarcia con il taglio agli incentivi fiscali per il risparmio energetico

"Il tempo sta finendo ed è giunto il momento di agire, ora e subito". Queste parole sono del Worl Energy Outlook 2008, fresco fresco di stampa (è stato diffuso il 12 novembre), redatto dall'Agenzia Internazionale per l'Energia, ovvero tutto fuorché un'organizzazione ambientalista.
L'esordio del documento è disarmante: "Il sistema energetico mondiale è ad un crocevia. I trend globali odierni di domanda e offerta di energia sono manifestamente insostenibili da un punto di vista ambientale, economico e sociale. Ma questo può e deve essere cambiato".
L'analisi prevede che continuando con gli attuali trend, da qui al 2030, ogni anno la domanda primaria di energia aumenterà dell'1,6%, e i combustibili fossili peseranno ancora per l'80% del mix energetico. La percentuale del petrolio sui consumi totali di energia scenderà dal 34% al 30%, aumenterà la percentuale del gas soprattutto nella generazione elettrica, salendo al 22%. La percentuale dell'energia nucleare sul totale dell'energia primaria diminuirà dal 6 al 5%, mentre la sua percentuale in termini di produzione di energia elettrica scenderà al 10% nel 2030.
Scenario leggermente controtendenza rispetto al revival nucleare del nostro governo.
Quali sono le fonti per la generazione elettrica su cui il mondo sta investendo?
L'Outlook afferma che: "le tecnologie rinnovabili moderne registrano l'aumento più rapido superando il gas, diventando così, dopo il 2010, la seconda fonte più importante per la generazione di energia elettrica, dopo il carbone". E ancora: "Ad esclusione della biomassa, le fonti rinnovabili non idroelettriche quali l'eolica, la solare, la geotermia e la mareomotrice crescono complessivamente più velocemente di qualsiasi altra fonte a livello mondiale, con un tasso medio del 7,2% annuo".
"Nei paesi OCSE l'aumento delle fonti rinnovabili per la generazione di energia elettrica supera quello dei combustibili fossili e del nucleare messi insieme".
Ma questo scenario di riferimento, rileva l'IEA, porterebbe al raddoppio della concentrazione dei gas ad effetto serra entro la fine del secolo (ovvero un aumento di 6 gradi della temperatura), per questo "per frenare la crescita delle emissioni è necessaria un'azione decisa e coordinata". L'Outlook 2008 propone due scenari di politiche climatiche alternative: lo scenario per stabilizzare la concentrazione di gas serra a 550 parti per milione in termini equivalenti di CO2 e un altro a 450 parti per milione.
In entrambi gli scenari più della metà dei risparmi di petrolio vengono dal settore dei trasporti e viene subito da pensare che la crisi attuale delle vendite di auto sia una formidabile occasione per investire non in favore degli industriali ma in favore della collettività con incentivi mirati a sviluppare e produrre auto "diverse" dalle attuali e sistemi di mobilità pubblica efficienti.
Relativamente alle centrali elettriche le rinnovabili dovrebbero arrivare a coprire il 40%.
Quanto costano questi scenari? Quello denominato 550 si stima che costerebbe 4,1 miliardi di dollari pari allo 0,24 del PIL mondiale annuo, i privati dovrebbero spendere ogni anno 17 dollari in più a testa. Ma i risparmi energetici comporterebbero un risparmio totale di oltre 7 mila miliardi di dollari.
E l'Italia come si situa in questi trend?
Nonostante tutto anche da noi le fonti rinnovabili si muovono: nel 2007 sono stati installati 70 MW di fotovoltaico, nel 2008 siamo già a 138 MW per un totale di 217,69 (dato GSE al 7 novembre 2008). Nel 2010 si stima di raggiungere i 1.500 MW. Relativamente all'eolico nel 2007 in Italia è cresciuto del 30% e sono stati installati 603 MW, proseguendo con questo trend il Global Wind Energy Council stima il raggiungimento dell'obbiettivo dei 12.000 MW (porposto nel 2007 dal governo) non nel 2020 ma già nel 2015. L'ANEV (l'associazione nazionale dei produttori) stima che il nostro paese abbia un potenziale eolico maggiore, di oltre 16 mila MW e che entro il 2020 si possano produrre 27,2 TWh pari ai consumi domestici di 23 milioni di persone.
Ma urgono interventi ulteriori di semplificazione per le autorizzazioni e di incentivi fiscali appropriati (specie per gli impianti di piccola taglia, domestici). Peccato che il ministro Prestigiacomo e il collega Scajola siano sordi a queste richieste e siano impegnati solo per ripartire con un'avventura nucleare che anche andando bene per il 2020 non porterà ad alcun cambiamento se non ad una spesa di investimento che utilizzata per qualsiasi altra fonte sarebbe più utile ed efficace. E siamo impegnati a chiedere una dilazione nel raggiungimento degli impegni di riduzione delle emissioni di CO2 assunti in sede europea per il 2020. Chissà se nello scrivere che "gli effetti dell'immobilismo politico sul clima sono scioccanti", gli autori dell'Energy Outlook abbiano pensato proprio a noi.

Roberto Meregalli

Risponde Tino Bedin

Questo governo di Destra non è "immobile": sta facendo una inversione di marcia del tutto ideologica rispetto alla direzione presa dall'Italia e dall'Europa. Esemplare al riguardo è il decreto economico varato dalla Destra, nel quale di fatto si eliminano gli incentivi fiscali per il risparmio energico nelle ristrutturazioni di edifici. C'è solo ideologia antiambientalista in questa decisione che non solo danneggia l'ambiente, ma frena decine di migliaia di piccole e medie imprese che nel settore del risparmio energetico hanno investito proprio in considerazione di politiche pubbliche che invogliassero i cittadini a migliorare il loro patrimonio abitativo.

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di-639
12 febbraio 2009
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Tino Bedin