Caro Bepi, vedo di rispondere brevemente. 1) La questione Sky riguarda più di 4 milioni di famiglie. I dati ci dicono che non è vero che si tratta di ceto medio alto esclusivamente. Ci sono ampie fasce di ceti popolari interessati per i quali si tratta comunque di un aumento della tassazione, non dobbiamo passarlo sotto silenzio. Io non riesco a comprendere i migliori di miei concittadini che guardano orribili trasmissioni tipo La talpa o Isola dei famosi, ma se vogliamo fare politica non possiamo ignorare grandi fenomeni di massa. La domanda sociale sta cambiando e dobbiamo comprenderla. Poi vi è un'altra questione. Prima Berlusconi cerca un accordo con Murdok per mantenere il monopolio in Italia, Murdok sbarca in italia in concorrenza con Berlusconi, Berlusconi gli aumenta le tasse! Non possiamo passare sotto silenzio fatti del genere.
2) Naturalmente il decreto contiene molti altri aspetti censurabili anche gravemente come la norma che toglie le agevolazioni sul risparmio energetico, anche retroattivamente, quindi si tratta di un altro aumento ella pressione fiscale. Queste critiche sono state espresse in modo puntuale, anche se è chiaro che il sistema di informazione tende ad evidenziare gli aspetti che lo interessano di più.
3) Quando eravamo nella Margherita c'era chi aveva nostalgia del Ppi, quando eravamo nel Ppi c'era chi aveva nostalgia della Dc, ed egualmente accadeva nel versante Ds/Pds/Pci. La nostalgia in politica è sempre cattiva consigliera. Dobbiamo lavorare senza voltarsi indietro per dare una personalità a questo nostro nuovo partito, sapendo far convivere in modo equilibrato le varie culture, perché ne ha bisogno il paese.
Paolo Giaretta senatore del Pd
Risponde Tino Bedin
Paolo Giaretta è stato fra i dirigenti del Pd che non si sono limitati alla questione dell'Iva sulla tv a pagamento. Fornisce comunque dati utili per una valutazione.
Non ritorno sull'argomento, ma richiamo l'attenzione sull'ultimo suo commento alla lettera di Bepi Faccini: concordo infatti con Paolo sull'inutilità della nostalgia in politica. Quasi sempre sono i dirigenti che hanno nostalgia di quello che c'era: magari si tratta di dirigenti di partiti che dopo aver combattuto la Dc, oggi la rimpiangono... Gli elettori ed i cittadini, difficilmente hanno nostalgia della politica. Rimpiangono magari gli inverni innevati di una volta (sottacendo le difficoltà che creavano), ma per la politica guardano piuttosto in avanti, al futuro, al non sperimentato, all'innovativo. Che sia proprio la nostalgia dei dirigenti e dei militanti la causa dell'insufficiente attenzione dei cittadini per quello che si è costruito dal 1994 in poi?
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