Opinione pubblica e Berlusconi
IN DIALOGO TRA CITTADINI

San Daniele del Friuli (Udine), 23 ottobre 2008

Il silenzio dell'opinione pubblica
Però ora tutto va bene...
L'opposizione partendo dai contenuti della nostra Costituzione

Viviamo un momento di estrema delicatezza: ho l’impressione che l’opinione pubblica sia alle prese con un’involuzione del proprio pensiero critico, al punto tale da riuscire a vedere in modo diverso o a condizionare la vita di ogni giorno. Infatti, non c’è più un vero confronto o una discussione: politica, sindacati, chiesa, sindaci, associazioni, cittadini.... nessuno dice più niente!!!
Pare di essere al tramonto della democrazia politica semplicemente per il disinteresse delle persone! Si sono creati un’incertezza e un vuoto preoccupanti nell’agone politico, un po’ per disinteresse e disillusione verso la politica, un po’ perché non si riesce a discutere con una coalizione che fa del “muro di gomma”, o della falsità, una normalità, un po’ anche per timore (spesso il “tengo famiglia” è un motivo molto convincente). Anche il Partito Democratico, con tutti i suoi dirigenti, dà l’impressione di essere un po’ spaesato.
Inoltre, molti avranno notato come, di questi tempi, la contestazione o la critica il più delle volte rimbalzino addosso: non conviene affrontare direttamente in pubblico una discussione sulle scelte dell’attuale governo. Evidentemente ora va tutto bene...
Qualche esempio. Lo scorso mese di luglio il Ministro della Giustizia Alfano ha annunciato il decreto “vuota carceri” che è equivalente all’indulto mastelliano del 2005; nello stesso periodo è venuta la proposta del Ministro degli Interni Maroni sulla schedatura dei bambini rom tramite impronte digitali; ad agosto sono stati presentati dal Ministro Rotondi i Di.Do.ReE. (Diritti e Doveri di Reciprocità) che corrispondono ai Di.Co. della Bindi. Ma ci ricordiamo quanto accese e pungenti furono le polemiche sull’indulto e sui DiCo? E per quante settimane si attardarono i giornali e le Tv a discutere su questi temi tanto da far traballare, già allora, il governo? Ora però, a parte qualche timida osservazione, nessuno dice niente, tutto sembra plausibile.
Qualche settimana fa, a Porta a Porta, si è discusso della riforma scolastica. Ebbene, le indagini statistiche presentate davano alla proposta del Ministro Gelmini (maestro unico, voto in condotta, grembiuli, 24 ore invece che 30, meno insegnanti, ecc.) un gradimento oscillante tra il 60% e il 90%!! Ma non è ancora stato spiegato alle famiglie che dovranno organizzarsi i pomeriggi con i figli, perché si troveranno ad avere i bambini a casa alle 12.30 e un eventuale servizio pomeridiano dovranno pagarselo (o lo pagheranno i Comuni). Però va tutto bene...
Anche nella nostra Regione abbiamo visto eliminare, con una semplice legge di assestamento di bilancio e nell’indifferenza più totale, strumenti di garanzia e di solidarietà sociale come il Tutore dei Minori, il Difensore Civico, la legge per l’integrazione delle persone straniere, il Reddito di cittadinanza. Il Consiglio regionale aveva approvato quei provvedimenti dopo ampi confronti con le realtà associative territoriali, con gli operatori dei servizi, con le parti sociali e con le commissioni preposte, senza mai sottrarsi al dibattito politico. Addirittura c’era voluto qualche anno per introdurre le norme attuative per l’integrazione delle persone straniere, nelle comunità, nelle scuole, nella sanità, ecc. Adesso, azzerato tutto, va comunque bene...
Io penso che tutto questo silenzio deve farci riflettere: quanto è disinteresse? quanto è paura di esporsi o di farsi capire? o quanto, piuttosto, è rabbia e preoccupazione per il proprio futuro?
Ma c’è di più. Nonostante i successi d’immagine già incassati con l’eliminazione dell’ICI, il dimezzamento del numero dei ministri, la rimozione delle immondizie a Napoli, l’offensiva contro i fannulloni, Berlusconi si è vantato di aver approvato la Finanziaria per il 2009, in Consiglio dei Ministri, in 9 minuti e ½ !! aggiungendo ancora che la stessa sarà blindata in Parlamento. Ma cos’è questo se non un vanto da regime? Bisogna seriamente chiedersi che Italia egli abbia in mente? Se vuole cambiare la Repubblica o, forse, diventarne Presidente o proprietario? Faccio solo presente che il premier è l’unico che non è intervenuto nel dibattito innescato dal Ministro La Russa, e rettificato da Fini, sulle “vittime” di Salò.
L’Italia va a picco ma Berlusconi fa credere agli italiani che il Paese è solido, che è uno dei perni dell’Europa: vende fumo, vende illusioni e i “suoi” si adoperano per fare in modo che queste illusioni si realizzino anche in spregio ad ogni regola, legge o al rispetto delle persone. Però va tutto bene...
In realtà, gli sbarchi dei clandestini continuano e le tragedie del mare si ripetono, la povertà cresce, sia quella relativa delle famiglie sia quella assoluta delle singole persone. Assistiamo ad una crescente xenofobia verso gli stranieri e ad una vergognosa tolleranza verso gli ultrà del calcio; costatiamo ogni giorno un arretramento dello Stato che sceglie l’esercito come “toccasana”. In questo modo si percorre la strada dell’arroganza e del dispotismo, piuttosto che dell’autorevolezza delle istituzioni. E’ proprio una brutta china.
Moltissimi dei nostri sostenitori si stanno rendendo conto che qualcosa deve rapidamente cambiare nella politica del centrosinistra, nei modi, nei quadri dirigenti, nello stile, nelle idee, sapendo che per innovare la politica non basta integrare i vari pensieri, bisogna prima di tutto trovare nuove forme per proporli. L’impressione diffusa è che si stia rimanendo ancorati in attesa dei congressi, che si terranno dopo le elezioni europee, quasi fossero la soluzione ad ogni problema. In realtà, se questo è democratico dentro un partito, la stasi e il rinvio dei problemi possono essere devastanti nell’opinione pubblica e nel tempo difficile che viviamo.
Ecco perché ci aspettiamo che Veltroni cominci a fare quello che ha promesso in campagna elettorale: un partito nuovo, diverso, veloce, duttile e trasparente, con le diverse anime che sono ricchezza e non pesi; cominci a fare battaglie vere, a mio parere ne basterebbero tre per avere il credito e il seguito dei cittadini, e cioè battersi per dare un futuro ai giovani, per garantire il welfare e per reintrodurre la preferenza nell’elezione dei parlamentari.
Dobbiamo trovare il modo per scuotere i cuori e le coscienze. Bisogna svegliare i cittadini, ed in particolare i giovani, dal sonno quotidiano creato ad arte da una struttura sociale che sembra avere un solo obiettivo, quello di offrire loro tutti i mezzi e i metodi perché diventino consumatori, il più passivi possibile.
Credo che il centro-sinistra debba armarsi di coraggio, attrezzarsi (utilizzando le tante persone competenti e disponibili che ci sono al proprio interno) per affrontare, con tanta umiltà, i problemi veri della società; è il momento di riprendere in mano tutto ciò che piace e interessa ai cittadini e di impegnarsi, con nuove energie, a favore degli ultimi...
Nel frattempo, nutriamo la speranza che negli Stati Uniti vinca Obama... perché allora, forse, sì che la politica mondiale cambierà e anche il nostro lavoro sarà più dolce.

Paolo Menis
consigliere regionale del Pd

Risponde Tino Bedin

Le considerazioni (e le amarezze) di Paolo Menis sono tutte condivisibili. Dopo il fallimento di Romano Prodi c'è quasi una rassegnazione collettiva di fronte a Berlusconi, al suo strapotere economico e propagandistico, che lo fa sembrare... inevitabile.
Ma non ci si può rassegnare a Berlusconi. Ha vinto le elezioni e ha il dovere di governare, ma non a modo suo. Ha il dovere di realizzare la Costituzione, ha il dovere di cercare il bene comune, ha il dovere di ricercare l'unità dell'Italia. Non lo sta facendo. La scuola che sta realizzando non è nello spirito della Costituzione, solo per fare un esempio.
Ma è nella Costituzione anche la base di una opposizione che sia popolare: in questo testo che ha fatto di una nazione sconfitta e di un popolo diviso una grande democrazia, ci sono scelte di grande attualità che il Partito Democratico ha il dovere di individuare e di fare; scelte che riguardino tutti e non élites più o meno numerose; soluzioni che aiutino a vivere e non solo a consumare.

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di-631
23 novembre 2008
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Tino Bedin