Dottrina sociale della Chiesa
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Monselice (Padova), 29 ottobre 2008

Abbiamo perso anche l’indignazione civile?
Chiesa, Caritas e associazioni umanitarie
possono anche chiudere i battenti

Eppure basta poco per diventare "non autosufficienti"

Se questa è la politica e l’etica imperante, stiamo sbagliando tutto quanto. Chiesa, Caritas e Associazioni umanitarie varie possono anche chiudere i battenti.
I diritti elementari, “naturali”, all’esistenza dignitosa, alla cittadinanza, all’integrazione sociale (che è scuola, casa e lavoro) e i diritti dei bambini stanno naufragando sospinti da un “relativismo” malvagio a tutto tondo, religioso/sociale/politico. Prendersi cura dell’altro è una pericolosa azione antisociale, odioso abominio; si rischia il linciaggio pubblico con l’accusa di buonismo, parassitismo, comunismo.
Paolo VI dichiarava: “Lo sviluppo è il nuovo nome della pace" e: "Una pace senza giustizia è una violenza silenziosa". Concetto ribadito da Giovanni Paolo II: “Non c’è pace senza giustizia”. Voci vecchie e antistoriche, perse nel tempo, ormai inascoltate. Le coscienze appiattite sul grande e piccolo schermo della rappresentazione dell’effimero sono naufraghe e orfane.
Se abbiamo perso la dignità, il calore e il coraggio della testimonianza cristiana, abbiamo perso anche l’indignazione civile?

Gastone Zilio

Risponde Tino Bedin

Eppure stiamo vivendo un tempo in cui molti misurano i limiti dell'autosufficienza: lo scoppio della bolla finanziaria mondiale con le conseguenze sulla vita delle persone non sta insegnando molto. Anche perché il potere continua ad alimentare se stesso: più soldi alle banche e alle imprese che alle famiglie (due volte vittime di chi ha avuto a disposizione i soldi di tutti). Basta poco ormai per non farcela più da soli. Eppure la dottrina sociale della Chiesa non solo non fa notizia, ma è anche poco predicata.

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30 ottobre 2008
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Tino Bedin