Famiglia Cristiana e Governo Berlusconi 2008
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Padova, 20 agosto 2008

Parla alle coscienze e invita le persone a usare la propria testa
Solidarietà a Famiglia Cristiana: voce che disturba
Un movimento cattolico per uscire dal berlusconismo

I fatti di questi giorni non ci dicono nulla di nuovo, se non che dopo Enzo Biagi e tanti giornalisti non allineati (ad es. Carmen La Sorella pagata da direttore Rai ma lasciata inoperosa) è arrivata l’ora di Famiglia Cristiana perché non accetta di allinearsi al codazzo di opportunisti e continua ad invitare i lettori ad usare testa e intelligenza propria. Non c’è nulla di cui meravigliarsi. Né serve disturbare la storia di un periodo (il fascismo) tanto nefasto per il paese che è già stato giudicato fallimentare da tutti i punti di vista. Una vera e propria tragedia per il paese di cui portiamo ancora le conseguenze.
Ogni epoca ha le sue situazioni e i suoi personaggi. Penso che Famiglia Cristiana dia molto fastidio semplicemente perché ha il coraggio di dire che siamo nel bel mezzo del Berlusconismo. E cioè un modo di pensare e di agire che è riuscito a mettere assieme il massimo della rincorsa al consumismo e di sfrenato liberismo. Ovviamente a beneficio di chi è più forte, coraggioso, intraprendente, lesto a mettersi con gli amici giusti, anche se per ottenere successo e denaro bisogna calpestare le leggi, fare i furbi con il fisco, imbrogliare il prossimo. Massimo impulso agli spiriti "animals" e spruzzatina di capitalismo compassionevole. E’ quanto di meglio Berlusconi ha appreso da Bush. Dare le briciole se restano ai poveri disgraziati incapaci di competere.
Ai cattolici in particolare può essere utile il richiamo di Famiglia Cristiana perché mai come in questo momento è necessario ritornare a pensare con la propria testa e provare a fare i conti con la coscienza prima che con il proprio tornaconto.
Mi permetto di sottolineare alcune questioni che descrivono, a mio parere, la parabola del Berlusconismo rispetto al quale purtroppo sono tante le complicità di noi tutti: politici, imprenditori, giornalisti, genitori, educatori, opinione pubblica.
Regime monopolistico su giornali, tv, telefonia, pubblicità. Chi osa più nominare l’enorme conflitto di interessi che in nessun altro paese al mondo esiste? Politici, giornalisti e soprattutto imprenditori invocanti liberalizzazioni e concorrenza si sono rassegnati? Perché nessuno rivendica più queste essenziali libertà e una legge sulle incompatibilità come quella esistente in USA? Chi di noi rinuncia alla tv spazzatura o ha il coraggio di chiedere che siano eliminate porcherie tipo il grande fratello, le isole dei famosi, le fattorie,… vera e propria tv-pornografia dove tutto è lecito, le telecamere si intrufolano al bagno, in doccia, a letto, dove si fa a gara per fregarsi l’amante di turno e si vendono pezzi di se pur di essere visti in tv? Se sono questi i modelli che diamo in pasti ai nostri giovani perché strapparsi i capelli se i nostri giovani sono vuoti, non hanno spirito di sacrificio, vogliono tutto e subito, aggrediscono le amiche, usano violenza di gruppo? Chi è il campione di tale "imprenditorialità demenziale"?
Politica sociale inesistente sostituita da trovate propagandistiche come bonus bebè, buoni per i pannolini, tessere per i poveri, card per i pensionati... D’altronde siccome a fare asili nido ci vuole tempo e soldi, meglio fare cose che siano di immediato effetto con bonus e pannolini. Così anche se l’utilità è pari allo zero, anche se il ceto medio non arriva più e fine mese, le famiglie non sanno dove mettere i figli, almeno si fa campagna elettorale permanente.
Sicurezza, nomadi, immigrati, questioni delicate e difficili date in pasto ad un’opinione pubblica sempre più succube di provocazioni ben orchestrate prima, durante e dopo le campagne elettorali. Prima per ingigantire situazioni nuove e difficili in modo da generare paura e repulsione, poi semplificate con soluzioni di facciata utili a scaricare le colpe su capri espiatori. Sino all’assurdo di mettere l’esercito sulle strade mentre si tagliano soldi e mezzi a carabinieri e polizia, o mandare i militari nei cantieri anziché aumentare i controlli degli esperti dello Spisal.
Giustizia, equità fiscale, politiche comunitarie... sovrastrutture che intralciano, quasi una zavorra di cui liberarsi, intrusioni che disturbano perché si permettono di ribadire che le leggi ci sono e vanno rispettate, che le regole sono uguali per tutti, che per ciascuno ci sono i doveri e non solo diritti.
Questo mi sembra sia il Berlusconismo, una sommatoria di qualunquismo, opportunismo, difesa di privilegi, diffusione pervasiva di una pseudo-cultura fondata sull’apparire e sul consumare. Il tutto per mantenere le rendite di posizione acquisite da molti tra scandali e processi, per difendere gli interessi che il Berlusconi costruttore ha avviato negli anni del CAF (Craxi, Andreotti, Forlani). Lui grande amico di Craxi faceva affari d’oro, mentre l’Italia affondava nel debito pubblico.
Certo non ci aspettano tempi sereni. Se i campioni del liberismo si dimostrano intolleranti verso le critiche di un settimanale come Famiglia Cristiana libero e indipendente. Se i seguaci del capitalismo compassionevole non sanno fare altro che lanciare anatemi, offese e brodaglie come il cattocomunismo verso chiunque si permetta di argomentare la propria contrarietà a scelte ritenute demagogiche e inefficaci. Per questo siamo in molti ad esprimere solidarietà a chi viene attaccato con brutale arroganza da uomini che hanno scambiato il governo con il comando. Ed il bene comune con gli affari dei soliti noti. Per questo non si possono accettare gli attacchi a Famiglia Cristiana che ci auguriamo continui a svolgere il proprio compito e non si stanchi di dirci che dobbiamo ritornare a formare le coscienze, a sollecitare le intelligenze, a far funzionare la propria testa.
Ma non scomodiamo troppo la storia. Purtroppo siamo ancora una volta di fronte a meri interessi di bottega.

Claudio Piron
assessore Comune di Padova

Risponde Tino Bedin

Come si fa ad uscire dal berlusconismo? È possibile uscire dal berlusconismo? Aggiungerei questi interrogativi come conclusione dell'analisi di Claudio Piron.
La via d'uscita più normale, più semplice, non ha funzionato; per due volte ha riportato italiani e Parlamento là da dove erano usciti. Certamente il centrosinistra si è perso per strada nel suo compito di portare l'Italia fuori dal berlusconismo ed ha le sue gravi colpe.
Tuttavia, proprio la vicenda di Famiglia Cristiana può avviare qualche ricerca ulteriore e confermare quello che in alcuni stiamo dicendo qui in Veneto fin dalle prime affermazioni della Lega: serve un nuovo movimento cattolico, della forza e della novità di quello che ha cavallo tra Ottocento e Novecento ha trasformato le classi subalterne venete in popolo. Serve prima della politica, un movimento culturale che metta in discussione il liberismo, l'individualismo, l'uso privatistico delle risorse di tutti, lo sfruttamento delle persone.
Famiglia Cristiana è dentro questa storia, alla quale appartiene del resto la gran parte della stampa diocesana: l'una e l'altra "stampa di parrocchia" perché legate al popolo e capaci di vivere con il popolo. Per questo non mi stupisco di quello che scrive; per questo non mi meraviglia che altri laicisti di sinistra e di destra si meraviglino.

    Partecipa al dialogo su questo argomento

di-625
21 agosto 2008
scrivi al senatore
Tino Bedin