Doha Round
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Roma, 29 luglio 2008

I negoziati dell'Organizzazione Mondiale del Commercio a Ginevra sono crollati
Interessi troppo distanti,
la bugia pietosa dello sviluppo non ha retto

Dalla trattativa alle decisioni con il metodo del consenso

Nel momento in cui vi scriviamo abbiamo appena ricevuto la notizia che i negoziati dell'Organizzazione Mondiale del Commercio in corso a Ginevra sono crollati.
Il tentativo pietoso fatto dal direttore generale Pascal Lamy di proporre ai Paesi più poveri, preoccupati per i prezzi alimentari che crescono e per le fabbriche che chiudono, un magro meccanismo di salvaguardia nel caso in cui le importazioni di alcuni prodotti crescessero all'improvviso del 40%, è sembrata l'ennesima foglia di fico.
A Ginevra, e attaccati alle chat insieme alle reti internazionali, non si era in tantissimi quest'anno. I movimenti, i contadini, i pescatori, i sindacati, però c'erano tutti, e la loro voce era una sola, la stessa dal 2001: lo sviluppo non c'è tra le carte di Doha. La crisi economica e la crisi alimentare hanno messo a nudo l'ipocrisia dei grandi players dell'economia globale, vecchi e nuovi. Dal fallimento della ministeriale di Cancun nel 2003, assistevamo al solito teatrino nel quale le grandi potenze e i Paesi emergenti si accusavano reciprocamente di mancanza di ambizione: chiedevano ingenti aperture dei mercati, senza poi a loro volta concederle. Anziché affrontare le questioni chiave per far sì che le regole commerciali lavorassero a sostegno dello sviluppo dei Paesi poveri, tutta la contesa si è ridotta alla sola questione dell'accesso al mercato nel settore agricolo, dei servizi e dei prodotti industriali. Ma c'è un mondo fuori, e ha detto no.
Oggi si apre una pagina nuova per il multilateralismo, ed è tutta da riscrivere. Insieme.

Monica Di Sisto
Vice presidente Tradewatch

Risponde Tino Bedin

La lunga maratona di Ginevra è finita con un nulla di fatto che cancella sette anni di trattative", perché, anche se sono stati raggiunti vari accordi, di fatto non si è arrivati a una conclusione finale. Il fallimento avrà conseguenze importanti sia per l'aspetto del sistema multilaterale, sia per i Paesi in via di sviluppo, che si troveranno ancora isolati dall'accesso ai mercati. Le disuguaglianze che esistono fra Paesi ricchi e Paesi poveri non possono infatti essere colmate semplicemente dall'aiuto ma attraverso un meccanismo più equo di partecipazione. Il punto essenziale sembra essere proprio la partecipazione: l'Organizzazione Mondiale per il Commercio dovrà attuare il regolamento che fa prendere le decisioni per consenso, in modo che tutti possano veramente partecipare in maniera efficace alle decisioni che interessano la comunità globale.

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31 luglio 2009
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Tino Bedin