Api e Tremonti
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Monselice (Padova), 2 giugno 2008

Eppure nel 2007 l'Italia ha perso duecentomila alveari
Tremonti se la prende anche con le api
Un esempio di antipolitica berlusconiana

Le api sono tra le "vittime" del taglio alle spese deciso dal governo. E', infatti, uno degli esempi fatti da Tremonti per illustrare la linea di azione dell'esecutivo. "Non stiamo parlando di soldi sottratti alle tasche dei cittadini ma di trasferimenti" ha spiegato "fatti da palazzo a palazzo, e cioè dal bilancio dello stato a diversi enti e strutture beneficiarie". Il ministro ha chiamato in causa il dl milleproroghe, "tipico provvedimento elettorale scandaloso che contiene anche una coda della Finanziaria": alle prime voci, ha riferito, alla lettera A, c'è l'apicoltura. "Le api- ha detto sono oggetto di molti nobili racconti di politica. Le api sono molto importanti e il fondo è insufficiente, ma al fondo sono andati ben 2 milioni di euro, quindi dall'insufficienza si è passati a una magnitudine abnorme. Questo non è un intervento serio a favore delle api ma un intervento a favore di qualcuno e soprattutto per le sue tasche". (La Repubblica, mercoledì 30 maggio 2008).
Vien da pensare male: le sorti del mondo affidate a...
Leggi api e pensi miele. Ingenerosamente. Perché queste piccole operaie dorate concorrono in maniera determinante nella produzione di pere, mandorle, agrumi, pesche, kiwi, ciliegie, cocomeri, zucchine, pomodori, soia, colza. Per non parlare del contributo che danno alla filiera della carne, impollinando i prati di erba medica e trifoglio destinati agli animali da allevamento.
Oggi, però, leggi api e pensi estinzione. L'allarme lo lancia l'Agenzia per la protezione dell'ambiente e i servizi tecnici (Apat): nel 2007 l'Italia ha perso duecentomila alveari, con un danno stimato in 250 milioni di euro. Al Nord la moria delle api ha toccato il 50%. E le perdite si contano anche in Europa e negli Stati Uniti. Qui, in particolare, il Colony Collapse Disorder, il tremendo fenomeno dello spopolamento, ha raggiunto punte del 70%. "I cambiamenti climatici, l'inasprimento delle infezioni da virus e l'inquinamento da fitofarmaci sono gli imputati principali", risponde Francesco Panella, presidente dell'Unione apicoltori (Unaapi).
L'anno scorso, nel periodo delle semine nella pianura lombarda, è scomparso il 20% delle sue bottinatrici, cioè le api che portano nell'arnia il bottino: nettare, polline, acqua e melata. Coldiretti e Confederazione italiana agricoltori sono in allerta. "L'apporto economico di questi imenotteri al comparto agricolo è di circa 1.600 milioni di euro l'anno", spiega l'Apat. Ma il problema non è soltanto finanziario. "L'ape è un bioindicatore, ai primi sintomi che qualcosa non va muore", aggiunge Isidoro Furlan, del Corpo forestale dello Stato. E infatti il ministro dell'Ambiente parla di allarme "che riguarda l'agricoltura, ma anche l'equilibrio del nostro ecosistema, e conferma tutte le preoccupazioni emerse dalla Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici di settembre".
Il presidente onorario di Legambiente Ermete Realacci (Pd) è pratico: "In Italia ci sono circa 50 mila apicoltori, un milione e 100 mila alveari, si producono oltre 10 mila tonnellate all'anno di miele e 20 mila vengono consumate. È urgente adottare ogni misura necessaria". Come vietare l'uso dei pesticidi nicotinoidi. "La Francia lo ha già fatto - dice l'entomologo Giorgio Celli, autore de La mente dell'ape -. Hanno un effetto tossico simile a quello della nicotina, straordinariamente distruttivo per le api, che perdono l'olfatto e il senso di orientamento, e in queste condizioni muoiono".
L'intuizione di Albert Einstein non è incoraggiante: "Se l'ape scomparisse dalla faccia della terra, all'uomo non resterebbero che quattro anni di vita".

Gastone Zilio

Risponde Tino Bedin

Tipica politica berlusconiana: far credere tutto e il contrario di tutto, contando sul dato stastico che solo una piccola parte dei cittadini conosce direttamente le situazioni. Se un problema non ti tocca da vicino, sei portato a pensare che non sia un problema. È quello che Tremonti ha indotto a pensare con le sue dichiarazioni sull'apicoltura.
Si tratta di un esempio da manuale (ma la Destra è nel suo insieme un'enciclopedia in materia...) di antipolitica: tocca infatti alla politica creare le condizioni di consenso e di risorse perché i problemi di ciascuno diventino problemi di tutti.

    Partecipa al dialogo su questo argomento

di-614
29 giugno 2008
scrivi al senatore
Tino Bedin