Scusate se mi intrometto nel dibattito sulla legittimità democratica nell'Unione Europea sollecitato da Michele Partesotti.
A me pare che la legittimità dell'Europa venga:
1) dall'euro;
2) dai giovani in Erasmus;
3) dal fatto di essere percepiti dal resto del mondo come meno
aggressivi (e, consentitemi, un po' meno stronzi) degli americani: lo
dico pensando a Jeremy Rifkin, per non banalizzare il concetto.
Tutto il resto mi pare secondario o necessità formale come i
parlamenti. In tutto il mondo i parlamenti sono in profonda crisi di
rappresentanza. Quello europeo, almeno, ha delle giustificazioni come
ricorda Tino Bedin, ma non è detto che quella debolezza non sia la sua vera
forza: almeno non si montano la testa come troppi dei nostri.
Ogni volta che varco la soglia della Rappresentanza Europea in
Tanzania trovo burocrati seri che si guadagnano lo stipendio facendomi
trovare risposte rapide e chiare a quello che cerco, e sogno il giorno
in cui le Rappresentanze UE assorbiranno tutte le altre ambasciate
(cioè probabilmente mai). Ma lasciatemi sognare: 25 x 194 = 4.850
ambasciate europee sopprimibili... centinaia di miliardi di euro
risparmiati ogni anno: con quei soldi potremmo pagare metà tasse e
avere servizi svedesi...
Dalle ambasciate ai parlamenti il passo è breve, e non diciamo che il
burocrate deve essere "guidato" dal politico: quale politico? quello
delle nostre liste blindate? I nostri parlamentari più votati hanno
certamente preso i voti dalle varie mafie e camorre, però loro
sarebbeo "legittimati" mentre Beppe Grillo sarebbe solo un populista
inaffidabile. Se "inaffidabile" significa "incontrollabile" cioè non
teleguidato da qualche oligarchia, evviva Beppe Grillo e i pochi come
lui.
Risponde Tino Bedin
La sapida "reazione" di Leopoldo Salmaso apre una serie di "fronti" non solo europei, che per ora lascio volentieri al commento dei lettori: l'euro è uno strumento identitario? e gli europei che non lo adoperano sono meno europei? l'integrazione degli studenti universitari vale di più di un'integrazione della ricerca scientifica europea decisa dalle Istituzioni dell'Unione? quanto diversi ci vedono in giro per il mondo, se prevalentemete le truppe europee operano in contingenti Nato, quindi con gli Usa?
C'è poi il grande interrogativo sulla democrazia rappresentativa: meglio la tv del parlamento? Certo, anch'io semplifico, ma non troppo.
L'attitudine crescente degli elettori delle "grandi" democrazie a scegliere il "voto utile" in quel momento e non il voto necessario per tutti, non si alimenta anche di questa scarsa considerazione dei parlamenti? Le conseguenze del "voto utile" le vediamo in giro per l'Occidente, cominciando da Bush ed arrivando a Berlusconi. Sul piano parlamentare che "utilità" può avere in questa visione il lavoro puntuale sulle direttive europee, sulla loro appropriatezza (termine medico che Leopoldo usa spesso in Africa) per la situazione nazionale?
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