Le direttive europee sono uno strumento che vincola ogni paese membro ad adottare norme armonizzate con i principi stabiliti nella direttiva medesima entro una certa data.
Sono state uno strumento molto diretto ed efficace nato per realizzare nel più breve tempo possibile una normativa tecnica armonizzata , in origine pensata ed accettata dai paesi membri per far funzionare al meglio il mercato unico. Poi è stata utilizzata per tutte le politiche economiche di competenza comunitaria.
Si tratta di un mezzo che inibisce il potere legislativo dei paesi membri, adottato su iniziativa della Commissione Europea ed approvato dal Consiglio d'Europa; il Parlamento è sempre restato ai margini, anche perché sino ad oggi si è sempre trattato di norme molto tecniche. La mancata approvazione della Costituzione Europea continua a lasciare il Parlamento ai margini del procedimento legislativo, perché nella UE il suo è un parere che può frenare l'approvazione di una direttiva al massimo 2 volte.
Purtroppo, anzi, per fortuna, il processo d'integrazione europeo procede spedito e i ministri del Consiglio d'Europa adottano ormai di continuo direttive che riguardano i diritti civili, i rapporti di lavoro e altre materie prettamente di natura costituzionale.
Vien da domandarsi se non sia il caso di rallentare, anche solo momentaneamente, l'attività legislativa UE, fino a quando non venga approvato un assetto istituzionale che ridia l'ultima parola al Parlamento in ambito legislativo.
Insomma, è democrazia quella in cui le leggi vengono adottate senza una legittimazione popolare?
Risponde Tino Bedin
Il tema della legittimità democratica dell'Europa unita è il cuore della ricerca cui dovrebbero dedicarsi studiosi, istituzioni nazionali ed istituzioni europee in vista del salto di qualità che l'Unione deve compiere se vuole essere protagonista di una nuova era continentale, come lo è stata nella seconda metà del secolo scorso. Non pretendo quindi di affrontarlo in un breve commento. Scelgo solo qualche spunto.
Il motore di questa legittimità democratica è il Parlamento europeo?
Direi di no e la valutazione non riguarda solo il presente, ma anche il futuro. Al di là delle riforme istituzionali, al di là di una lontana Costituzione europea, l'europarlamento di Strasburgo non potrà diventare in tempi ragionevoli un parlamento come lo conosciamo nei nostri paesi. Sistemi elettorali diversi, assenza di partiti europei veri, numero degli eletti, dimensione geografica della rappresentanza, assenza di un "governo" e quindi di un progetto politico sottoposto agli elettori: sono solo alcune delle differenze tra l'europarlamento e i parlamenti nazionali.
Il motore della legittimità democratica europea non potranno che essere almeno per un decennio i parlamenti nazionali: il deficit di democrazia in Europa comincia infatti proprio nei singoli parlamenti, che dedicano poca attenzione ai temi europei, che non informano i cittadini, che non promuovono dibattiti nell'opinione pubblica.
Nel 2005 è arrivata a compimento in Italia una norma che avevbo personalmente sostenuto fin dal 2000 come presidente della Commissione Europa del Senato: la cosidetta riserva parlamentare, che prevede l'obbligo da parte del governo italiano di sospendere l'approvazione di una specifica direttiva europea, se il Parlamento chiede di esaminarla. E' solo uno degli strumenti. Ma sono poco utilizzati.
Possiamo riparlarne.
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