Rita Borsellino: «Alla gente non interessa più nulla, prevale la sfiducia, la consapevolezza che poco o nulla potrà cambiare fin quando i partiti resteranno così distanti, : incapaci di ascoltare e dialogare. E la ribellione ormai si esprime così, col non voto». Rita Borsellino è stata l'ultima candidata di sinistra alla Regione siciliana a riportare un risultato dignitoso: 43% contro Cuffaro, due anni fa.
«L’elettorato di centrosinistra è sfiduciato da rinunciare al voto. Perché non si riconosce in questi partiti di opposizione. Nei suoi uomini, spesso calati dall' alto. Il paradigma è il caso Catania. Nella città "nera" per eccellenza, dove il Pdl di Scapagnini ha lasciato macerie, tra dissesto finanziario e disastri amministrativi, il centrosinistra è stato capace di presentarsi con quattro candidature. Straperdendo. Una pura follia. Voglia di autodistruzione». «Bisogna tornare a parlare con la gente, con molta umiltà, dal basso. O rendiamo i siciliani partecipi del cambiamento o gli elettori a noi più vicini rinunceranno perfino a esercitare il diritto di voto».
Da Il Mattino di Padova, mercoledì 18 giugno 2008: «Zanonato - Le Primarie d’autunno: il Pd si misura con tutta la coalizione - A settembre la convocazione delle "primarie di coalizione": ogni componente del centro-sinistra potrà mettere in pista il suo leader, mentre ai padovani sarà chiesto di infilare nell’urna la scheda del gradimento. In sostanza, la pre-campagna elettorale a beneficio del candidato. Ma anche un ottimo strumento per “verificare” peso, consistenza, consenso degli alleati. Una nuova "investitura popolare"».
Con le buone intenzioni o la rigidità di “studi di proiezioni elettorali”, nel chiuso delle segreterie di partito, non si fa molta strada. L’elettorato di centrosinistra (non vedo come meglio caratterizzare il nostro bacino di consenso, se si vuol vincere senza perdere la propria identità davanti agli elettori) desidera partecipare alle scelte per le prossime amministrative. Ad evitare un prevedibilissimo calo del consenso elettorale.
Pertanto:
1) Convocazione delle «primarie di coalizione», come a Padova: abbinare nello stesso periodo le «primarie di coalizione» nei Comuni interessati dalla tornata elettorale sarebbe un’ottima cassa di risonanza politico/elettorale. Una buona partenza e un vantaggio elettorale indiscutibili!
2) Candidati a sindaco: valutare il gradimento espresso dall’elettorato sui candidati che saranno presentati. Senza preclusioni partitiche, senza gogne correntizie, senza pregiudizi personalistici. Anteponendo il bene della vittoria del centrosinistra. L’elettorato chiede di ritornare ad essere protagonista e di poter scegliere il proprio candidato a sindaco. Una investitura di coalizione, per il consenso ottenuto dagli elettori, nelle primarie, che accettano le regole della scelta e la sostengono attivamente, nel proseguo della campagna elettorale. Sarebbe coinvolto anche l’elettorato senza punti di riferimento partitici. È una questione di apertura e coraggio.
3) Invece, l’indire le «primarie di partito», per proporre candidature soltanto interne, funzionali alle segreterie delle correnti partitiche, costituirebbe una sconfitta in partenza: una iattura da scongiurare, una chiara espressione di debolezza politica, un evidente compromesso delle segreterie (espressione delle diverse anime del PD) che alienerebbe il consenso degli elettori. Una vittoria di Pirro, per il candidato che prevale, se non suffragata dal “consenso esteso”.
4) Confrontarsi con gli elettori con una identità ben precisa e sulle cose da fare. Un conto è essere (o sentirsi espressione) di centrosinistra; altra cosa (tutt’altra cosa!) è presentarsi con un progetto di centro: cosa raccontiamo agli elettori per renderci credibili? Gliela raccontiamo proprio tutta?
Ricordo al tal proposito il riferimento di Veltroni, all'Ulivo: "La radice più profonda e importante del Pd" (Assemblea nazionale del Partito democratico). Non è poco per continuare a lavorare insieme e per ricominciare.
Risponde Tino Bedin
I candidati però non nascono sotto i cavoli. Sia che ci si prepari ad amministrare come sindaco, sia che si investa per fare l'opposizione, occorrono motivazioni ideali, una buona conoscenza del territorio, capacità di ascolto, disponibilità al gioco di squadra (sia come allenatore sia come... riserva). Le primarie diventano uno strumento per il futuro se si trovo il modo di educare al bene comune, di formare alla politica, di far amare il proprio comune.
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