Ogni mattino, alzandomi e pregando, è come se liberassi due cani-segugio. Vai, giá!
Uno dovrá correre dietro alla gente, inseguire i sogni e la lotta di questo popolo, stare dietro i loro passi, mangiare chilometri.
L'altro dovrá correre dentro di me, aprire spazi di accoglienza, farmi crescere in pazienza, rispetto, amore. Inseguire quello che sono e non riesco ancora a vivere, mostrarmi quanto lontano posso andare nel cammino interiore.
La Parola è come la pista da fiutare, apre cammino in entrambe queste direzioni.
Alla sera, stanchi, questi due segugi tornano a casa. Molto spesso smarriti, con l'impressione di aver camminato poco.
Quasi sempre, lo confesso, quello che correva fuori torna con molta strada nelle zampe, molte storie da raccontare. E l'altro si accorge di aver corso poco, perché aveva terre molto piú aspre da attraversare; spesso si ferma bloccato sempre dagli stessi ostacoli.
Ma richiamarli insieme a riposare sotto lo stesso tetto mi fa bene, mi riunifica, mi provoca ad addestrarli ogni giorno un po' meglio.
Oggi celebriamo il Corpo di Cristo. I miei due segugi dovrebbero conoscerlo bene: uno ne insegue tutte le tracce che lascia tra la gente. L'altro cerca di scovarlo nascosto anche nel mio piccolo corpo, che assomiglia poco al corpo di Cristo, ma forse ne conserva poche tracce di profumo.
Risponde Tino Bedin
Immagino che questa esperienza possa essere vissuta non solo nell'evangelizzazione. Forse anche nel servizio politico questi segugi di padre Dario possono svolgere bene il loro compito: portarci sulle tracce delle persone ogni giorno; portarci all'interno dell'ispirazione che originariamente ha motivato la scelta politica. Sentirsi sicuri di non perdere le tracce né dei cittadini né della ispirazione. Un bell'impegno per un politico.
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