La Gioventù Federalista Europea ha osservato con attenzione e preoccupazione il dibattito pre-elettorale italiano in cui le tematiche europee sono state completamente assenti. L’attuale situazione internazionale mostra, invece, come la gestione di problematiche quali l’immigrazione, la sicurezza e la crescita economica esclusivamente sul piano nazionale rischi di portare al fallimento delle relative politiche.
Il rinnovamento del sistema politico italiano è infatti strettamente legato ad un’azione innovatrice all’interno del quadro europeo: non c’è futuro per l’Italia al di fuori dell’Europa e un'Europa unita e democratica è necessaria per affrontare la sfida della globalizzazione e della connessa necessità di realizzare un nuovo ordine internazionale capace di assicurare sicurezza e stabilità.
Tuttavia l’Unione Europea oggi non è in grado di essere interlocutore di USA, Cina, Russia con la pienezza dei poteri necessari. Occorre per questo riprendere il processo costituzionale europeo: l'Europa ha bisogno di un governo democratico e federale capace di agire.
L’ordine mondiale è in crisi, sia sul terreno della sicurezza che su quello della globalizzazione economica. La redistribuzione del potere e della ricchezza a livello mondiale sta generando e genererà scontri e tensioni sempre più forti tra le diverse aree del mondo. Se non emerge una soluzione alternativa all’attuale modello di gestione della globalizzazione, l’unica risposta possibile sarà il ritorno al protezionismo e alle guerre commerciali e monetarie.
L’Europa, che ha vissuto sulla propria pelle gli orrori dei periodi di autarchia e nazionalismo esasperato avvenuti nel primo dopoguerra, ha una responsabilità enorme nel tentare di indicare una via diversa per gestire i problemi della globalizzazione. L’Unione Europea deve avere la forza di promuovere la riforma delle istituzioni sovranazionali, affinché siano dotate dei poteri necessari ad attuare politiche di redistribuzione della ricchezza, gestione del mercato, affermazione dei diritti, salvaguardia dell’ambiente.
I Giovani Federalisti Europei chiedono pertanto che:
1. l'Italia, come indicato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, porti subito a compimento la ratifica del Trattato di Lisbona che racchiude alcune delle riforme necessarie ad imprimere un nuovo slancio alla costruzione europea in occasione delle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo nel giugno 2009. Le elezioni europee potranno diventare il primo passo verso l'Europa politica se i partiti politici europei sapranno indicare chiaramente ai cittadini le proprie idee sul futuro dell’Europa ed il loro candidato alla presidenza della Commissione Europea che si impegnerà a realizzale;
2. il Parlamento Italiano approvi, in occasione della ratifica, una mozione che impegni il governo a rilanciare il processo costituente in tutte le sedi istituzionali europee anche tra un'avanguardia di Stati, se l'unanimità non sarà possibile;
3. l’Italia sostenga nelle sedi internazionali che il Presidente della Commissione Europea potrà essere nominato solo dopo gli esiti delle elezioni europee del giugno 2009, come previsto dal Trattato di Lisbona.
I giovani europei ripongono grandi aspettative in una politica che sia in grado di rispondere ai problemi più vicini alla loro vita quotidiana. Questa politica può essere portata avanti soltanto a livello europeo. E’ dunque responsabilità di tutti gli schieramenti, dare all’Europa, e quindi all’Italia, gli strumenti necessari per non tradire le attese delle nuove generazioni.
La politica italiana si impegni a costruire un’Italia europea per un’Europa in grado di agire. I giovani non rimarranno a guardare e noi faremo la nostra parte.
Chiara Cipolletta Presidente Gioventù Federalista Europea
Risponde Tino Bedin
Ho già lamentato la totale assenza di impegni sull'Europa nel rinnovo del Parlamento italiano. Per il resto condiviso le osservazioni di Gioventù Federalista Europa.
C'è tuttavia una situazione con la quale è opportuno che gli europeisti facciano sempre più i conti: non è oggi possibile dare per scontato che l'Italia faccia parte dell'avanguardia europea. Attualmente è al governo una forza politica dichiaratamente contraria al rafforzamento istituzionale dell'Unione Europea (la Lega). All'interno del maggior partito di governo (Forza Italia) sono forti le resistenze all'Unione politica, a partire dallo stesso presidente del Consiglio. Con questo voglio dire chiaramente: non aspettiamoci troppo dall'Italia in questo momento; forse è meglio far conto sulla Germania come motore dell'Europa.
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