Liceo Marchesi Padova
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Padova, 2 gennaio 2008

Nuovo Marchesi al Configliachi o su possono trovare altre soluzioni?
È veramente necessario sfrattare
gli anziani non autosufficienti per far posto al liceo?

In gioco c'è un servizio pubblico agli anziani nell'area metropolitana nord

La decisione di ri-puntare sull'area del Configliachi per edificare la nuova sede del liceo Marchesi non è stata approvata dal consiglio provinciale ma solo dalle commissioni competenti. Non c'è, quindi, in Provincia alcun consenso unanime del centro destra e del centro sinistra a tale soluzione. I Verdi, ad esempio, rimangono contrari all'ipotesi Configliachi sulla pelle degli anziani non autosufficienti attualmente ospitati.
La questione si dovrà affrontare in Consiglio nelle prime sedute del 2008. Nell'ultimo periodo, nonostante affermazioni dell'assessore che ventilava l'ipotesi di un nuovo sito, sempre all'Arcella, per il Marchesi, è emersa una sorta di "spinta trasversale" ai due schieramenti per ribadire la scelta del Configliachi. Gruppo di pressione che ha, evidentemente, avuto la meglio in commissione per segnare un colpo a favore dello sloggiamento di fatto degli anziani non autosufficienti dal Configliachi per fare posto al nuovo liceo.
Sono consapevole che si tratta di due esigenze sacrosante e giuste: una nuova sede per il liceo Marchesi più funzionale e consona alla sue esigenze e un presidio assistenziale per gli anziani dell'Arcella e della cintura metropolitana limitrofa. Come rendere possibili entrambe queste esigenze? Con la ragionevolezza, anteponendola ad interessi di parte, di partito e di correnti.
Ci sono altre aree, altrettanto idonee e strategicamente collocate all'Arcella, che potrebbero essere acquisite per la costruzione del nuovo liceo Marchesi, garantendone la nascita in questa parte della città, in posizione funzionale ai servizi di trasporto pubblico. Ciò consentirebbe di mantenere l'attuale presidio assistenziale gestito dall'IRA, altro servizio importante per questa parte della città, adoperandosi per liberare risorse al suo miglioramento e potenziamento.
Va ricordato che non stiamo parlando di un'area - quella del Configliachi - acquisita dalla Provincia, per la quale manca anche solo uno straccio di preliminare di acquisto.
E qui veniamo alle note dolenti: senza alcuna certezza scritta di acquisizione di quest'area, per quale motivo la Provincia ha impegnato e investito denaro pubblico per una progettazione che rischia di non avere seguito? Rimane, infatti, sullo sfondo il diritto dell'Ira ad una offerta di acquisto di quest'area. Soldi pubblici spesi per un progetto di cui non si sapeva con certezza della sua possibile realizzazione sino dall'incarico di progettazione, non mi sembra operazione oculata e tanto meno buona programmazione pubblica.
I fatti e l'empasse attuale lo stanno a dimostrare. Che sia forse questo il motivo, insieme a qualche altro di analoga natura che non riusciamo a sviscerare, quello che rende così "indispensabile" costruire il nuovo Marchesi proprio al Configliachi, sloggiando gli anziani non autosufficienti?
La prossima discussione in consiglio troverà i Verdi fermamente contrari a questa ipotesi ma aperti ad altre soluzioni possibili e ragionevoli che consentano ad entrambe queste esigenze di trovare sede in questa parte della città.

Paolo De Marchi
consigliere provinciale Verdi Padova

Risponde Tino Bedin

La posizione sulla RSA dell'Arcella, riassunta a nome dei Verdi, è un approccio equilibrato, costruttivo, senza pregiudizi e senza animosità.
Come è noto e come non abbiamo mancato di sottolineare con responsabilità politica ed amministrativa verso il servizio e il patrimonio dell'IRA, ci sono due impegni che non possiamo disattendere:
- contribuire (per quanto ci viene richiesto) a preservare un servizio pubblico agli anziani non autosufficienti nella zona nord dell'area metropolitana di Padova;
- preservare la "capacità operativa" dell'IRA, non indebolendone il servizio per evitare diseconomie (che per altre istituzioni proprio in queste settimane sono drammatiche) e per garantire che il Pubblico sia sufficientemente apprezzato ed organizzato per costituire un riferimento anche per gli altri soggetti del privato sociale e del privato imprenditoriale che operano in questo settore.

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di-589
5 gennaio 2008
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Tino Bedin