Intolleranza e sicurezza
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Monselice (Padova), 17 novembre 2007

I fatti recenti di aggressione e criminalità tra cittadini europei
Mai più intolleranza, mai più vendetta!
Sant'Agostino ci ricorda che la pace è il frutto della "tranquillità nell'ordine"

I fatti recenti di aggressione e criminalità tra cittadini europei (“stranieri” contro italiani, e italiani contro italiani) e l’ “inquinamento ideologico” di parte che ne è seguito, c’interrogano: quale la linea etico/civile adottare, la solidarietà e l’inclusione sociale? Misure di contenimento e di difesa sociale innalzando gli argini legislativi? La diffidenza ad oltranza o in altre parole “vigilanza con la massima efficacia” (Ruini)? E l’eterno conflitto tra il bene e il male che mette a scontro tra loro il buonismo e il legalitarismo? Scemenze dell'inconciliabilità delle diverse dottrine sociali/politico/religiose, caserecce, e le diverse interpretazioni degli attori politico/ecclesiastici che mirano a instaurare un clima di paura tra i popoli e di diffidenza per le differenti culture.
Se anche restiamo sulla riva a guardare indifferenti, o a pregare soltanto, l’inarrestabile e, a volte, violento scorrere degli avvenimenti sociali, non ci salveranno i pontelli della Legge, né “i confini chiusi” (Berlusconi e Calderoli), né il pugno virile (Storace e la Nuova destra) e nemmeno la cappa e spada dei novelli crociati (Ruini).
Giovanni Paolo II e Paolo VI sono morti insistendo: “Mai più la guerra! Mai più la guerra!”. Potremmo onorarli, rispondendo: Mai più intolleranza! Mai più vendetta!

Gastone Zilio

Risponde Tino Bedin

Il Concilio Vaticano II nella Costituzione pastorale "Gaudium et spes" (78), ci ha insegnato che la pace è «il frutto dell'ordine immesso nella società umana dal suo Fondatore e che deve essere attuato dagli uomini assetati di una giustizia sempre più perfetta» . Ha quindici secoli l'insegnamento di Agostino di Ippona, il quale nel "De civitate Dei" ci ha ricordato che la pace, a cui mirare con l'apporto di tutti, consiste nella "tranquillitas ordinis", nella tranquillità dell'ordine.
Le invocazioni - anche nel Magistero della Chiesa - precedono e completano l'attività politica, alla quale compete il dovere di realizzare la giustizia. È quanto si aspettano i cittadini italiani, disponibili alla accoglienza e alla misericordia, ma esigenti nel rispetto della legge e preoccupati dell'infrazione senza pena.
"Non c'è pace senza giustizia; non c'è giustizia senza perdono": è il titolo del messaggio di Giovanni Paolo II per la Giornata della pace del 2002. Vale per il mondo, vale anche per la pace interna alla società.

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18 novembre 2007
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Tino Bedin