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IN DIALOGO TRA CITTADINI

Roma, 29 maggio 2007

Per gli avvicendamenti di Milano perché non è stata seguita la normale prassi?
Al comandante generale la solidarietà delle Fiamme Gialle
Il governo e il Parlamento dialoghino con i militari

Sulle ultime vicende ci eravamo imposti il silenzio. Le continue e pressanti sollecitazioni della base tutta ci obbligano però a prendere una posizione pubblica, chiara e cristallina come rappresentanti sindacali di un Corpo di cui siamo da sempre orgogliosi di appartenere.
La vicenda è nota. È quella dei minacciati trasferimenti di Alti Ufficiali alla guida delle Fiamme Gialle in Lombardia e la conseguente dura polemica tra il Signor Vice Ministro dell'Economia e delle Finanze, On. Vincenzo Visco, e il nostro Comandante Generale. Gen. C.A. Roberto Speciale. "Ricostruiamo quanto accaduto. Nel marzo 2006, nel consueto messaggio a tutti i Comandi d'Italia, centrali e periferici, vengono annunciati, come ogni anno, i trasferimenti degli Ufficiali Dirigenti ma non si fa cenno ad alcun avvicendamento nel Comando di Milano. Dopo tre mesi, il 13 luglio dello scorso anno, con grande sorpresa, il Cocer apprende dai giornali l'azzeramento dei Comandi più importanti della sede di Milano. Una prassi veramente anomala e traumatica per i diretti interessati che si trovavano a loro insaputa al centro di una inspiegabile vicenda che li vede esposti negativamente non solo nei confronti del mondo militare ma anche nell'opinione pubblica.
La domanda che sorge spontanea è questa: come mai nel messaggio di marzo non era stato comunicato nulla? Perché tanta fretta? Un'altra domanda lecita e pertinente: cosa è accaduto in questi tre mesi? Nella vita pubblica l'unica cosa di rilievo tra marzo e luglio dello scorso anno è stata la nascita di un nuovo Parlamento e di un nuovo Governo. Gli avvicendamenti - ci è stato chiesto da più parti - sono allora la conseguenza del nuovo scenario istituzionale e politico?
La risposta non la possiamo dare certo noi. Noi , invece, non possiamo non confermare la nostra fiducia al Signor Comandante Generale e ringraziarlo anche per come in questi anni ha guidato con grande impegno e professionalità il Corpo conquistandosi il rispetto e la stima delle Fiamme Gialle, tutte, senza distinzione di grado e di incarico.
Al Generale Speciale diamo atto e non solo noi, ma come è stato riconosciuto dalle Istituzioni tutte, di aver conseguito risultati importanti nella lotta alla criminalità organizzata e all'evasione fiscale, nonostante i consistenti tagli apportati dalle ultime Leggi Finanziarie ai bilanci del Corpo. Inoltre, vogliamo ricordare che in questi ultimi anni si è avviato il coinvolgimento delle persone, valorizzando le donne e gli uomini del Corpo.
Per questo, a nome dei nostri colleghi, riaffermiamo lo spirito di Corpo al servizio dei Cittadini e dell'Italia, continuiamo a far sentire la nostra vicinanza e la totale solidarietà al Comandante Generale che ha dato sempre prova di un rispetto sostanziale e non solo formale delle regole nell'ambito di un costruttivo spirito di servizio.
Alla politica chiediamo invece di avere il coraggio di fare chiarezza.

Il Cocer della Guardia di Finanzia

Risponde Tino Bedin

Il comunicato del Consiglio centrale di Rappresentanza mi è stato inviato da un ufficiale con il quale ho avuto occasione di collaborare come capogruppo della Margherita alla Commissione Difesa del Senato. Conosco il Cocer e so che lo "spirito di corpo" citato nel testo non è chiusura al proprio interno ma sentimento nazionale e democratico, che si esprime in una professione delicata e rischiosa. Con questi militari il governo e il Parlamento hanno il dovere di dialogare, di spiegare, di chiarire: non per rispondere a strumentalizzazioni della Destra, ma per rafforzare appunto quello "spirito di corpo".

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1 giugno 2007
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Tino Bedin