Recentemente il coordinatore di Forza Italia di Monselice, dott. F. Lunghi ha rilasciato alla stampa locale questa dichiarazione: «Quando nel 1999 ci siamo insediati, abbiamo scoperto che la sinistra aveva già deciso semplicemente di spostare il casello di Monselice lungo la Monselice-Mare (attuale SR 10), senza realizzare nessuna complanare. Sarebbe stata una scelta folle per la città».
Sono un medico di famiglia e opero a Monselice. Cerco di svolgere attività di prevenzione e cura, e queste espressioni mi sono parse incredibili e sconfortanti perché esprimono un concetto liberista semplice: siete proprietari? di uno o più autoveicoli? è nel vostro diritto piegare e sfruttare l’ambiente e godere “il vostro bene” a dispetto di ogni ragionevole considerazione di rispetto di quello e, di conseguenza, delle importanti questioni di salute di tutti.
Il “bene ambiente” non è garantito all’infinito. Non possiamo alienarcelo.
Per la Bassa, le future strategie urbanistiche mettono in gioco anche le condizioni di vita dei cittadini e pongono diverse domande. Non è follia il rivisitare e ridiscutere le proprie scelte. Rivela, invece, una personalità complessa e preoccupante quell’amministratore che non ha dubbi e si esprime con logiche categoriche e di rigida contrapposizione.
Più che dei vantaggi delle quattro ruote, della velocità su gomma e dell’imperativo mercantilistico del “far presto e far subito” è preferibile, nelle scelte di avveduti amministratori, a mio parere, il lasciarsi guidare dal ritmo diverso del respiro ambientale che esige, per la propria conservazione e per la salute di tutti noi, contesti e dinamiche vivibili.
È nel “DNA dei sani” non perdere di vista il quadro di insieme in cui si opera.
È follia snaturare l’ecosistema, renderlo avverso e folle?
Veder sottratte stolidamente sempre più estese aree verdi per la cementificazione (capannoni, aree artigianali esclusive, villaggi sportivi...) e la realizzazione di strade-autostrade e quadrivii (Valdastico, bretella-Italcementi e SR 10, la complanare), con il vezzo di chi ama esibire progetti come gioielli e non s’accorge di aver dilapidato un patrimonio: essere testimoni impotenti dello scempio dell’eredità che si compirà sotto casa pretende ora e necessariamente una riflessione lungimirante.
È follia interrogarsi sul presente e sulle conseguenze delle scelte che si compiono?
Da medico di famiglia contesto l’inutile realizzazione della complanare ancor più se anteposta all’apertura del casello autostradale in località San Bortolo: questo è il progetto urbanistico prioritario per la città di Monselice perché punto strategico di collegamento con la SR10 e la Bassa (Montagnana-Este-Conselve), le cementerie, l’autostrada A13 PD-BO.
La complanare è un doppione stradale buono per la demagogia politica e per gli ulteriori, sprecati, inflazionati insediamenti industriali e artigianali. Non porterà alcuna boccata d’ossigeno e non diluirà certamente il livello di polveri e di smog nella frazione di San Bortolo né tantomeno nel quartiere di Marco Polo e di Costa Calcinara!
È da folli interrogarsi sulle ragioni dell’ambiente? O attiene ancora all’attività del medico chiedere scelte urbanistiche misurate sui bisogni di salute delle persone?
È follia o ragionevolezza preoccuparsi delle condizioni di vita e di salute della propria gente e fare prevenzione?
Gastone Zilio medico di famiglia
Risponde Tino Bedin
Il nuovo tratto della Padana Inferiore da Monselice a Palugana sta per essere completato e - mi auguro - aperto al traffico. Nonostante le lentezze del cantiere, la strada entrerà in funzione non solo senza che il casello autostradale sia stato spostato, ma senza che ne sia stato approvato il progetto definitivo, se ne sia completato il finanziamento, se ne sia aperto il cantiere. Eppure almeno dieci anni fa il centrosinistra, allora alla guida delle amministrazioni provinciale e monselicense, aveva compiuto questa scelta, aveva trovato i finanziamenti ed ottenuto la partecipazione dell'Autostrada. Il cambio della guida politica in Provincia e a Monselice ha riportato tutto indietro, al casello che c'è, con la non celata volontà campanilistica che il casello si chiami "Monselice". Dieci anni fa, pur di non cedere su questo "principio", c'era chi sosteneva che la soluzione più giusta era avere due caselli a Monselice...
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