L’impegno del cittadino per la raccolta differenziata porta-a-porta, nel Veneto e nella Bassa padovana (Bacino Padova 3), ha espresso risultati lusinghieri nel 2005: 50% di gestione differenziata dei rifiuti per la Regione Veneto, 50,5% per la Provincia di Padova, 42% per Padova.
Este e Monselice, tra i Comuni al di sopra dei 15.000 abitanti, sono ai primi posti a livello nazionale e segnano un risultato positivo del 60%.
Il traguardo del decreto Ronchi relativo alla soglia minima di raccolta differenziata dei rifiuti era posto al 35%.
Milano è ferma al 36%.
Questo importante risultato sta a significare che i cittadini sono particolarmente impegnati nel dividere i rifiuti (umido, plastica, vetro, carta, ferro) e che è alta la maturità civica raggiunta e la crescita personale del rispetto per l’ambiente. Inoltre, i cittadini non trascurano che da questo comportamento virtuoso può derivare anche un bel risparmio per i Comuni e per le tasche dei cittadini, per la minore tassazione.
I rifiuti prodotti vengono avviati al recupero: la carta riavviata alle cartiere, il vetro destinato alle vetrerie e la plastica agli impianti di rilavorazione. L’organico dovrebbe viaggiare sui binari degli impianti di compostaggio.
Cosa fa la Società Trasporti ecologici nei due passaggi settimanali della raccolta differenziata?
Esegue un passaggio differenziato per la raccolta dell’umido e uno "indifferenziato" per la raccolta di carta e plastica e lattine.
Per errore ho esposto, nel giorno sbagliato di raccolta, il contenitore del secco: è finito nell’indifferenziato contenitore di carta e plastica.
A chi giova la raccolta indifferenziata? Siamo sicuri dei risultati di di gestione dei rifiuti, in Monselice e più in generale nel Veneto, vantati dalle Amministrazioni?
Una risposta c’è se si fa attenzione al CDR (Combustibile Derivato dai Rifiuti, prodotto dei rifiuti solidi urbani) e al suo utilizzo come materia prima per ottenere il clinker oppure mescolato a questo per ottenere il cemento, oppure come fonte alternativa di energia al posto di metano ed energia elettrica per i cementifici.
Sul solco della rivoluzione strabiliante di gestione dei rifiuti si pone anche "Stabila" che vuol entrare nel panorama produttivo, energetico-alternativo poiché vanta un «discreto patrimonio finanziario e di conoscenze industriali nel settore».
Dichiara con chiarezza di intenti Alfonso Piazza, amministratore della ditta vicentina Stabila di Isola, azienda leader dell’Alto Vicentino nel settore dei laterizi per l’edilizia che ha rilevato il pacchetto di maggioranza della Trasporti Ecologici di Monselice: «Puntiamo ai rifiuti come fonte di energie alternative. Il nostro interesse (per il controllo dell’azienda dei servizi ambientali della Bassa) ci permette di entrare nel settore ambientale e di sfruttare delle nuove opportunità. Possediamo un discreto patrimonio finanziario e di conoscenze industriali nel settore, al punto che ora sentiamo la necessità di diversificare la nostra attività aziendale in ambiti se non prettamente attinenti almeno sinergici con il nostro settore. L’interesse verso Trasporti Ecologici sta nella possibilità di ricavare dai rifiuti fonti alternative di energia da impegnare negli stabilimenti aziendali per contenere gli alti costi dei consumi di elettricità e metano» (4 luglio 2006).
Il cittadino semplice della Bassa continuerà certamente a differenziare i rifiuti sotto casa e sarà contento dei risultati locali e regionali ottenuti ma si chiederà, osservando i sistemi per niente ortodossi di raccolta dei rifiuti dell’azienda Trasporti Ecologici: a chi giova tutto questo?
Gastone Zilio medico di famiglia
Risponde Tino Bedin
Non entro nel merito dell'organizzazione della raccolta dei rifiuti di cui il dottor Zilio parla, perché non ne ho esperienza diretta. Approfitto invece per richiamare l'attenzione su un aspetto che non ha costituito oggetto di dibattito politico ed istituzionale nelle scorse settimane: la privatizzazione di servizi essensiali quali lo smaltimento dei rifiuti. Proprio perché in questo settore gli interessi economici sono rilevanti, i rischi ambientali alti, la bolletta delle famiglie obbligata, a me pare che il controllo pubblico dovrebbe rimanere. E quando sostengo il controllo pubblico, non mi riferisco solo al pacchetto azionario (altrimenti è una privatizzazione di fatto), ma anche all'erogazione del servizio. Oltre al dovere di pagare una bolletta, i cittadini hanno il diritto di valutare chi amministra i loro soldi.
|