"Ora proveranno a farmi fuori. Già li sento quelli dell'Udc e quelli di An. Ma se l'intesa tra noi e la Lega rimane salda, cosa possono fare? Niente [...] Devo trovare qualcosa che faccia da collante alla coalizione, devo cercare di tenere la Cdl unita. Da una parte c'è il problema dell'Udc, dall'altra quella della Lega. Bisogna escogitare qualcosa...".
Per il Cavaliere, l'asse con il Senatur è una sorta di assicurazione sulla vita. È sicuro che fino a quando il patto di ferro con il Carroccio resisterà, gli equilibri nella Cdl non potranno cambiare. Ma sa anche che a questo punto "gli altri proveranno a farmi fuori". Teme che la stretta tentata da Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini possa associarsi ad una "esplosione" della Lega. Basta leggere quanto dichiarato da Borghezio per rendersi conto della situazione: "quando la Lega si muoveva in base al suo spirito originario e sfruttando appieno la spinta propulsiva delle sue idee forti, otteneva risultati brillantissimi. L'aver annacquato il nostro messaggio in un discorso nazionale appanna la nostra identità e ci rende elettoralmente molto più vulnerabili". E la base leghista è in fermento.
Ma anche su altri fronti la CdL sta diventando una polveriera: al Senato è già scattato l'allarme. Un plotone di 6-7 senatori provenienti dalle fila centriste (ma anche forziste) potrebbe trasferirsi nel gruppo misto per poi contrattare con Prodi il sostegno al governo.
Mario Tassone, vicesegretario vicario dell'Udc, si sfoga: "Noto senza oramai meraviglia nella parole di Berlusconi un giudizio implicitamente negativo sui democristiani della sua coalizione. Credo che sia importante adoperarsi per un chiarimento nella Cdl e sulla sua identità politica".
Anche Gianfranco Rotondi, leader della Dc, avverte: "La legge approvata dalla Cdl era a luci e ombre, il No l'ha sepolta, ora non si parli più di come riformare le strutture istituzionali del Paese. I Poli parlino d'altro".
Intanto il raduno leghista di Pontida, in programma per domenica 2 luglio, è stato rinviato a data da destinarsi. L'appuntamento di Pontida era già stato rinviato una volta. Quello deciso oggi è dunque il secondo slittamento di quest'anno...
Edgar Serrano
Risponde Tino Bedin
Il cuore del sistema politico berlusconiano è l'ideologia anticomunitaria. È la stessa ideologia leghista. Ho sempre sostenuto che Forza Italia e Lega sono due espressioni, due comportamenti di un'unica politica. I cinque anni di governo della Destra lo hanno confermato ed ora, finalmente, siamo qualcuno in più ad accorgercene. Non molti ancora, perché anche durante la campagna sul referendun costituzionale ho continuato a sentir parlare di "ricatto leghista" al centrodestra. Non c'è stato nessun ricatto. La Destra berlusconiana ha realizzato il suo disegno politico, coincidente con quello leghista. Che posto hanno Udc e An in questo disegno? Politicamente nessuno. Lo si è visto per cinque anni in Parlamento. Ma senza questo disegno non hanno nessuna speranza di tornare al potere. Per questo non sarei così fiducioso in un assalto di Fini e Casini a Berlusconi.
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