La "trovata" del ministro Mussi, di ritirare la firma dell'Italia dalla raccomandazione di Bruxelles contraria alla sperimentazione sugli embrioni umani (dove eravamo in compagnia di Germania, Polonia e diverse altre nazioni) mi ha lasciato sconcertato: se un ministro si permette di far valere così, senza discuterne col governo e tantomento col Parlamento e con gli altri membri della coalizione, siamo proprio messi bene! Ministro vuol dire servitore: chi serve il ministro Mussi? Il popolo italiano, che ha approvato col referendum la legge 40? O i suoi personali fans, che lo hanno sostenuto alle recenti elezioni?
Tutto ciò, evidentemente, mette in grosse difficoltà chi, come me, si è battuto nella recente campagna elettorale per sostenere il centrosinistra, assicurando che nella Margherita ci sono molti che si ispirano ai valori del Vangelo e che non permetteremo che il governo prenda posizioni contrarie alla vita e alla famiglia. Ma qui non si è potuto far nulla: un ministro decide di ritirare l'appoggio dell'Italia senza chiedere il parere a nessuno e a noi non resta che stare a guardare.
Se ci fosse stato un minimo di dibattito e fosse stata presa una decisione collegiale contraria a quanto afferma la legge italiana sarei rimasto molto male: però avrei avuto la possibilità di farmi sentire. Così invece ha fatto lui di testa sua (...o no?) e tutti siamo rimasti con un palmo di naso.
Sappi che, se di fronte a queste azioni Prodi non farà niente, difficilmente accetterò di far parte dell'Ulivo, azzerando la Margherita.
Certo, è importante avere un partito grosso, che conta a livello parlamentare e di governo, ma se ciò equivale a perdere ogni identità è meglio rinunciare. Abbiamo fatto così anche al tempo in cui Buttiglione voleva portarci tutti col Cavaliere, converrà che facciamo così anche con Prodi e l'Ulivo.
Bepi Faccini
Risponde Tino Bedin
La scelta del ministro Mussi di cambiare in sede europea la posizione italiana sulla sperimentazione sugli embrioni è un gravissimo errore sotto tre punti di vista: scientifico, etico e di tenuta del governo. Il ministro della Ricerca non si è limitato a parlare, ma ha agito da solo, per giunta in sede comunitaria. Devo dire che il governo è collegiamente intervenuto immediatamente con l’intervento alla Camera del vicepremier Rutelli, con il quale Romano Prodi si è detto «in perfetta assonanza sul tema». Del resto Prodi «è contrario alla ricerca sugli embrioni». L’ha detto chiaramente, non più tardi di un mese fa, in un’intervista alla rivista Le Scienze.
Affermò l’allora candidato premier: «Nel caso particolare degli embrioni sovrannumerari crioconservati, siamo contrari al loro utilizzo allo stato attuale della conoscenza scientifica: se l’embrione umano ha, come penso, un valore soggettivo, è difficile immaginare la sua strumentalità». Prodi fissa nell’intervista si dice «certamente favorevole» alla ricerca e all’utilizzo di cellule staminali adulte, «e quindi senza interventi su embrioni», ma è nettamente contrario alla clonazione umana. Nel caso degli embrioni crioconservati, aggiunge: «Non è in questione la libertà di ricerca, bensì l’incertezza sullo stato degli embrioni dopo un certo periodo di conservazione». Mi auguro che su questa materia il presidente del Consiglio eserciti tutta la sua guida e la sua autorevolezza.
|