Riteniamo urgente una diversa politica di gestione del territorio inteso sia nel senso ambientale che urbano e produttivo.
Serve una politica che favorisca, attraverso degli atti appropriati, un nuovo Rinascimento italiano.
Oggi ingenieri o architetti fanno facilmente opera di traslazione di stili e forme provenienti da storie e culture lontane.
Quello che una volta caratterizzava la differenza architettonica di una città dall'altra tende sempre più spesso a scomparire e ad uniformarsi ad un unico stile mondiale.
Le nuove città cinesi assomigliano sempre più a quelle americane o giapponesi e molti interventi anche nelle nostre città non hanno "radici culturali": gli stili di vita si stanno anch'essi uniformando e si arriverà ad avere città "universali" per non dire "clonate" in ogni paese del mondo.
Possibile che la nostra millenaria storia architettonica non sia più stimolo e fonte di ispirazione per una sua attuale rielaborazione e riproposizione?
Possibile che a questo ex "bel paese" non si riesca a più a dare una bella architettura?
Possibile che l'architetto progetti più per far parlare di se stesso e non in funzione di render funzionale e piacevole un luogo, una città, un paesaggio? La politica non deve tralasciare questi aspetti e impegnarsi a trovare gli stimoli corretti per intraprendere una rinascita su basi culturalmente decise, forti e convinte, del nostro paese.
Fabio Borina e Alessandro Bettio
Risponde Tino Bedin
Ho in mente alcune architetture pubbliche di realizzate in questi decenni ad Helsinki, capaci di esprimere un tempo ed una città. È successo anche da noi fino a qualche decennio fa, ora non più. Sia Helsinki che la nostra stroia dimostrano dunque che quello che voi chiedete è possibile. La politica c'entra? In questo caso non le attribuirei compiti ed obiettivi che non può proporsi se non in piccola parte. Principali protagonisti sono i professionisti, cioè i progettisti del territorio, singolarmente ed attraverso le loro associazioni professionali e culturali. Assumano l'onere collettivo non solo dell'aggiornamento, ma anche dello studio e della progettazione di forme urbane originali e radicate nel territorio in cui sorgono. Ad esempio, non lascino soli i sindaci ad accettare ogni forma di distretto industriale che venga proposta, ma li attrezzino per saper proporre delle novità anche ai privati.
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