Legge elettorale proporzionale

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Selvazzano Dentro (Padova), 15 novembre 2005

La nuova legge elettorale toglie potere ai cittadini
Il maggioritario ha responsabilizzato gli eletti
verso i loro collegi

I parlamentari perderanno libertà di proposta politica

Pregiatissimo Senatore, le scrivo per comunicarLe che condivido appieno le preoccupazioni da lei manifestata sulla legge elettorale in corso di approvazione, che, se diventerà norma giuridica, avrà, come da lei ben sottolineato, l'effetto di sottrarre sostanzialmente i politici (soprattutto quelli che non danno fastidio all'establishment) al controllo elettorale, e disaffezionare gli elettori dalla politica.
So che la legge maggioritaria non è perfetta, ma ha offerto, in questi anni, ai cittadini, un modo per essere protagonisti delle loro scelte, per responsabilizzare gli eletti verso i loro collegi, per fare "affezionare" i cittadini (anche l'aspetto emotivo ha la sua importanza) ai politici di collegio, ed ha costretto le segreterie di partito a tenere in considerazione i bisogni e le caratteristiche dei collegi prima di scegliere le persone da candidare. Credo non sia poco, e valga la pena di salvaguardare questi meccanismi, certamente non perfetti, ma virtuosi.
Temevo, francamente, che per la libertà di manovra lasciata ai partiti, e per il sostanziale svincolo del singolo dal corpo elettorale, anche ai politici di centrosinistra la nuova legge elettorale, in fondo, andasse bene. Il tono ed il contenuto della sua Lettera dal Senato mi fanno sperare che non sia così.
La saluto, la ringrazio e la incoraggio a procedere sulla strada dell'opposizione alla nuova legge elettorale (sulla scelta degli strumenti, che possono anche prevedere un accordo con la maggioranza in caso di decisivi - ma improbabili - cambiamenti), assicurandole la mia vicinanza.

Filippo Doni
consigliere comunale

Risponde Tino Bedin

Senza un rapporto diretto con uno specifico territorio, senza sentirsi impegnato ad interpretarne attese, sentimenti e paure, anche l'eletto perderà potere: non potrà rivendicare la posizione politica maggioritaria tra i suoi elettori su uno specifico problema, ma avrà come unico riferimento la "linea del partito". Ma i partiti oggi sono tutti troppo piccoli come iscritti e come partecipazione per deteròinare una "linea" che nasca da un effettivo confronto di base.

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15 novembre 2005
di-509
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Tino Bedin