Elezioni primarie dell'Unione

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Napoli, 17 ottobre 2005

Una giovane elettrice di Romano Prodi
Io credo nel significato delle Primarie
Una grande forza popolare che non si esaurisce nel voto

Carissimo senatore Bedin, ho votato per Romano Prodi e per l'Unione ed esulto per il risultato raggiunto.
Non temevo affatto che vi potessero essere sorprese perché - si vede e si sente - è troppa la stanchezza popolare per un governo tutto ripiegato sui propri interessi. Ho versato 10 euro - una goccia nel mare - per sottoscrivere il progetto e per appoggiare tutta la grande mobilitazione di volontariato che vi è stata. Non ho accusato ricevuta ma questo è l'ultimo dei miei pensieri, spero solo di risultare iscritta, anzi vorrei essere coinvolta di più.
Plaudo l'iniziativa di Prodi, sono convinta che l'Unione tenga e riconosco in Romano Prodi il leader indiscusso e più adatto per questa meravigliosa stagione politica. Oggi sono piena di entusiasmo e spero di non dover essere mai contraddetta dai fatti perché ritengo l'Unione (o anche l'Ulivo) la forma più bella di riformismo, che è la mia passione politica.

Bianca Clemente

Risponde Tino Bedin

Questa breve lettera di una giovane elettrice del centrosinistra riassume, a mio parere, convinzioni ed attese che oltre 4 milioni di italiani hanno affidato alle urne che l'Unione ha aperte domenica 16 ottobre: convinzione della necessità di un nuovo governo, attenzione alle proposte che arrivano dai partiti, volontà di essere protagonoisti, attesa per un coinvolgimento stabile.
Sottolineo quest'ultimo aspetto: nessun partito di massa nella storia italiana (neppure la Dc e il Pci) ha avuto oltre quattro milioni di iscritti, cioè di persone che hanno messo il loro nome e versato una quota sotto un simbolo. Gli elettori di domenica sono una straordinaria forza democratica, disponibile e motivata: i partiti singolarmente e l'Unione nel suo insieme hanno il dovere di renderla attiva nella nostra democrazia.

    Partecipa al dialogo su questo argomento

20 ottobre 2005
di-494
scrivi al senatore
Tino Bedin