Non possiamo esimerci dal denunciare pubblicamente l'incredibile situazione che si è venuta a creare in data odierna all'interno degli Uffici della Sezione Volanti !
Infatti, come in passato abbiamo già dichiarato, ancora una volta la Questura di Padova si è trasformata in un Centro di Permanenza Temporanea.
L'importante operazione, iniziata all'alba nel "Complesso Serenissima" di Via Anelli, ha determinato il fermo di circa 40 cittadini extracomunitari, che successivamente sono stati portati in Questura per l'identificazione.
Nei giorni passati i quotidiani hanno riportato notizie più o meno attendibili, sulla possibilità di costruire un CPT proprio nella provincia di Padova.
A tal proposito, vorremmo invitare le Autorità politiche cittadine a visitare i locali della Questura in giornate come quella di oggi, per rendersi conto personalmente della effettiva esigenza di creare una struttura idonea ed attrezzata ad ospitare un numero così importante di persone fermate.
Se da un lato si deve sottolineare l'importanza di questa operazione sotto il profilo legato al contrasto dell'immigrazione clandestina e della criminalità, non possiamo però esimerci dal segnalare, in modo altrettanto forte, l'inadeguatezza logistica della Questura di Padova.
A questo va aggiunto l'enorme dispendio di forze necessario per espletare questi servizi, ma che di fatto distolgono uomini ad altre importanti attività di polizia.
Da molti anni, il SAP si sta battendo con tutti gli strumenti possibili per sottolineare l'inadeguatezza della struttura che in questo momento ospita la Questura di Padova. Purtroppo, il dato certo è che fino ad oggi non vi è stata una seria volontà politico istituzionale capace di sanare una situazione che nel corso degli anni è talmente peggiorata da presentare con sempre maggiore frequenza fatti come quelli di oggi.
Mirco Pesavento segretario provinciale Sindacato autonomo di Polizia
Risponde Tino Bedin
La Destra è in gravissimo ritardo nell'applicazione della legge Turco-Napolitano sull'immigrazione, che prevedeva (e continua a prevederlo anche la legge Bossi-Fini) la creazione di "filtri" per l'identificazione corretta di persone non europee senza documenti e per la verifica delle eventuali condizioni di asilo o di accoglienza. L'Uilivo ha individuato nei Centri di permanenza temporanea uno di questi filtri. Ora una parte del centrosinistra ne chiede la chiusura. Ma il vero problema è la gestione fatta dalla Destra dei centri già aperti: il tempo di permanenza si è raddoppiato, le condizioni non sono generalmente quelle di "accoglienza" ma di detenzione. Questo non dipende quasi mai dagli operatori. Una delle cause è la mancata attivazione di questi centri, dopo molti anni dalla loro istituzione. Di questo in particolare in Veneto la Destra porta la esclusiva responsabilità, perché ai poteri del governo Berlusconi somma quelli della giunta Galan e a Padova quelli del presidente della provincia Casarin (oltre che di molte amministrazioni comunali e fino a un anno anche del Comune di Padova). Il contrasto all'immigrazione clandestina e la valorizzazione di quella legale si fanno innanzi tutto rispettando le leggi, in primo luogo da parte delle istituzioni. Nessun sindaco vuole un Centro di accolglienza temporanesa sul suo territorio? Il problema c'è, ma è ingigantito se chi ha il potere, cioè la Destra nazionale, regionale e locale, si ostina a pensare che il territorio della proincia ed in particolare la Bassa padovana sia una grande "area di servizio" della città e dell'area metropolitana. Ipotizzare Cpt a San Siro di Bagnoli di Sopra o a Vigorovea di Sant'Angelo di Piove, significa non tenere conto almeno di due elementi essenziali: la vicinanza al punto di maggiore contatto tra forze dell'ordine e clandestini (inevitabilmente la città) e la rapidità di collegamenti con i punti possibile rimpatrio (gli aeroporti). Se si parte da questi due criteri, probabilmente si arriva ad una soluzione.
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