Fanti di Marina

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Internet, 30 giugno 2005

La discussione sul monumento ai Fanti di Marina a Conselve
Il San Marco è tra i migliori reparti di sbarco al mondo
Italiani uniti se sanno da dove vengono

Sono un Fante di Marina in congedo, orgoglioso di avere servito la Patria sotto il Leone di San Marco, che ogni giorno porto dentro di me. Se mi permettete vorrei dire la mia a proposito della città di Conselve, che ha avuto l'onore di ospitare un evento di rilevante importanza, l'inaugurazione del monumento ai Fanti di Marina, il quale è stato molto gradito dalla cittadinanza, vista la presenza.
Facciamo un po' di storia.
Coloro che hanno indossato la divisa con i Leoni di San Marco di ogni epoca e di ogni schieramento, gli Uomini di San Marco di Tien Tsin o gli Uomini di San Marco allora Fucilieri di Marina, hanno difeso la Patria verso la fine del 1916 con quattro reparti di 250 marinai ciascuno, dislocati a Grado e nelle zone costiere limitrofe in sostituzione dei reparti dell’Esercito e della Guardia di Finanza ritirati per esigenze organiche. Ma fu il 5 novembre 1917, subito dopo Caporetto, che una compagnia, costituita ad hoc, fu attestata nella zona di Cortellazzo a difesa della laguna veneta e di Venezia. I Fucilieri di Marina vivono così la tragica epopea delle trincee distinguendosi, in particolare, nella difesa della città di Venezia che viene attaccata a più riprese dagli Austriaci dal mare e da terra (da cui il motto della Forza da Sbarco: “Per Mare, Per Terram”).
Per queste gesta la città di Venezia diede al il nome di San Marco ai Fucilieri di Marina. Senza di loro Venezia sarebbe caduta in mano agli austriaci, con tutte le conseguenze del caso.
A Conselve vi erano anche coloro che sono stati nella Divisione San Marco della RSI e coloro che sono stati nel San Marco del Sud: si sono abbracciati in un ideale di fratellanza e italianità dimostrando con i fatti che per loro l'8 settembre è passato da tempo.
Oggi il Reggimento San Marco è tra i migliori reparti di sbarco al mondo e le missioni ed i compiti che gli vengono affidati sono di primaria importanza e vengono eseguiti con scrupolo e dedizione. All'interno del Reggimento vi è uno spirito di fratellanza e rispetto che non potete neanche lontanamente immaginare, per cui vi invito a visitare il sito dell'Associazione Gruppo Nazionale Leone di San Marco (http://www.btgsanmarco.it) della quale fieramente faccio parte ed a discutere sul forum, senza nascondersi tra anonime pagine del web.
Ho il massimo rispetto per coloro che sono caduti nei campi di concentramento, per gli orfani e per le vedove oggi non più in vita a causa dei deplorevoli errori del passato ma parlare di "restaurazione della Repubblica di Salò", o di "un tentativo di azzerare la storia della nostra Patria" per un momumento che intende rendere onore ad un reparto storico appartenente alla nostra Marina Militare, forza armata di antiche tradizioni, invidiataci da tutti per la sua preparazione e dedizione è alquanto eccessivo. Il San Marco non ha assolutamente niente a che fare con lo sterminio perpetrato contro la propria gente.
Sen. Bedin, Lei afferma che le canzoni degli ex militari erano alcquanto preoccupanti, ma vorrei che mi spiegasse cosa c'è di preoccupante nell'inno di un reparto o di un reggimento dove si incita alla Patria ed al prorpio reparto di appartenenza. A tale proposito riporto di seguito l'inno del Reggimento San Marco:
Noi vedevam ogni mattin
Splender d’or Tutta Trieste al nuovo sol
Vedevam l’ala tricolore
Sul golfo inter senza timor sciogliere il vol.
Ma un dì dovemmo il suol redento, abbandonar
Nell’uragan pare per duol piangere il ciel,
Parea urlar d’ira e d’orror il mar.
Calato è l’invasor dai monti fino al mar,
Venezia, amor d’ogni italian fra i mari e l’or
Già del cannon ode vicino il tuon.
Noi lo giuriam sui capi bianchi delle nostre madri,
Noi lo giuriam per gli stellanti occhi del nostro amor.
L’onor che l’Italia a noi volle affidar custodirem sacro tesor,
Iddio lo vuol, libereremo il nostro suol!
San Marco lo vuol, libereremo il nostro suol!
In questi versi io vedo solo l'amore Patrio. Dite che l'Amministrazione comunale, pur essendo di centrosinistra, ha patrocinato l'evento. Significa che il centrosinistra è rimasto ai tempi dell'8 settembre 1943? O che siano contro le forze armate ed il duro lavoro che svolgono ogni giorno per un misero stipendio? Senza di loro saremmo in una situazione per niente rosea.
Signori, in quel periodo, per il bene dell'Italia, secondo i propri pensieri, ognuno ha deciso da che parte stare, giusta o sbagliata che fosse, fa parte del libero arbitrio concessoci, ma i tempi cambiano, non si può vivere nel passato, e la dimostrazione è stato quell'abbraccio fraterno dei due reduci del San Marco della RSI e del Sud. Mi duole vedere ogni giorno che l'Italia è unita solo nei modiali di calcio. La mia unica consolazione è vedere ed ascoltare il Presidente Ciampi, uomo di grande carisma e dotato di un illimitato amor patrio. Per il resto l'Italia è il paese delle polemiche, polemiche su ogni cosa, sia buona che non. L'8 settembre è passato da 62 anni, non credete che sia arrivato il momento che i politici, sia di destra che di sinistra, invece di pensare ai propri affari, cerchino un accordo per far sì che il nostro paese diventi quello che realmente merita? Io mi reputo apolitico ed apartitico, tengo solo per il mio paese. Se la destra fa qualcosa di buono la applaudo, altrimenti sono contro. Stessa cosa dicasi per la sinistra.
Signori, invece di vivere nel passato, vivete nel presente. Non si può fare la politica con il pensiero alla seconda guerra mondiale. In Italia, purtroppo, si è sempre fatto così, ed i risultati sono davanti ai nostri occhi: dal '43 il nostro paese non ha mai avuto una politica stabile. Vi è una totale incapacità di analisi critica nei confronti della Storia. Basta. La gente è stanca di sentire rivangare il passato quando non si è in grado di far fronte al presente. "Allora è successo questo, allora è successo quello, voi avete fatto questo, quello e quell'altro." Basta. Dite che nel '46 il Reggimento fu sciolto? Certo, insieme a tutti gli altri. Per poi essere ricostituiti dopo pochi anni.
L'8 settembre 1943 è passato da tempo. Non bisogna mai dimenticare la storia, ma non la si deve strumentalizzare, per nessun fine. Per me 62 anni di divisioni sono un tempo "ragionevolmente sufficiente" per superare tutto questo e consegnare quel periodo storico del nostro paese alla storia. Sen. Bedin, riporto una Sua frase "Spero che ci sia in questa celebrazione del Sessantesimo anniversario della Liberazione lo spazio e la volontà per affermare la nostra storia, con spirito autenticamente patriottico: con il patriottismo della Costituzione, con il patriottismo dei militari fedeli al Regno d'Italia". Le ricordo che tutti i militari sono patriottici, ed in termini storici, la Marina non è mai stata fascista, ma monarchica. Ed è storia.
Un deplorevole (ed è dire poco) episodio: durante l'ultimo raduno dell'Associazione Lagunari Truppe Anfibie, un folto gruppo di coloro che si dicono patriottici di sinistra ha avuto l'ardire di irrompere durante la manifestazione e rovesciare il Tricolore!!! E' quanto dire.
Voi siete stati eletti dal Popolo per il bene della Nazione, non per disquisire o giudicare un passato che non ha nulla a che vedere con il presente.
Un'ultima cosa a questo indirizzo: http://www.btgsanmarco.it/inni/sanmarco.htm, trovate tutti gli elementi storici che hanno portato alla composizione dell'Inno del Rgt. San Marco.
Con l'augurio che questa discussione non finisca come quelle del Parlamento, ma che sia dettata dal solo buon senso vi porgo i miei saluti con un fervido SAN MARCO!!!

Marco Zimmile

Risponde Tino Bedin

Intanto un caro benvenuto tra le migliaia di lettori del mio sito internet. Come lei ha potuto sperimentare, le mie idee di parlamentare sono pubbliche e chiare nel web, a disposizione dei commenti e delle osservazioni dei cittadini. Nella circostanza che le interessa, le mie idee erano a commento delle idee di un conselvano: anch'egli ha potuto parlare attraverso il sito "euganeo.it", perché fra le mie finalità di senatore c'è anche quella di dare voce alle persone della mia zona. Sarei venuto, come rappresentante del Popolo, anche alla cerimonia di Conselve, se fossi stati invitato, perché mi sforzo di vivere nella mia comunità e di capirla. Qualche altro - senza volerlo, come mi è stato spiegato - si è dunque nascosto.
Vivere nella comunità di oggi, vivere nella Patria di oggi è possibile se se ne condivide la storia. Lei crede davvero che dimenticare la storia serva all'unità nel presente? A me pare che le ragioni di vivere da italiani oggi si rafforzano se tutti ci sentiamo figli di una storia, magari avendone vissuti momenti contrastanti, ma poi riconoscendo quale è stato ed è il percorso principale, quello che ci portava davvero al futuro. Le scelte individuali sono comprensibili, in molti casi sono anche giustificabili, ma la somma delle scelte complessive costituisce la scelta di un popolo: su questa scelta non c'è passato, non c'è oblio.
Lei crede che un'Europa pacificata ed unita oggi possa prescindere dalla valutazione della storia, delle responsabilità e delle decisioni che hanno comportato guerre, invasioni, fucilazioni, campi di sterminio? Avremmo la stessa determinazione nel rifiutare la guerra, se avessimo deciso che non ci sono state responsabilità, se avessimo in Europa messo tutto su un unico scaffale di valori?
Quelle scelte sono il nostro presente. Sono anche il presente vissuto dalle nostre forze armate, compresi i Fanti di Marina. Basta proprio ascoltare il Presidente Ciampi, a proposito delle scelte dei Militari italiani che a centinaia di migliaia hanno scelto dopo l'8 settembre di restare fedeli alla Patria e alla Monarchia e di non mescolare le loro vite con quelle dell'invasore tedesco. In quella scelta c'è la base democratica e patriottica delle nostre forze armate alle quali ora - senza preoccupazione - la Repubblica affida la propria sicurezza, attraverso un esercito professionale che merita rispetto, gratitudine ed impegno da parte delle istituzioni repubblicane e da parte dei cittadini. Ovviamente non pretendo di convicerla, ma solo di condividere con lei e con i miei concittadini una discussione, che proprio per questo può trovare nel mio sito internet.

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30 giugno 2005
di-474
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Tino Bedin