La Margherita e L'Ulivo

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Padova, 19 giugno 2005

L'orientamento degli elettori diverso da quello dei dirigenti
La Margherita ha un grave problema
di rappresentanza

L'origine è nell'assenza del pluralismo territoriale

Egregio senatore, la ringrazio per la sua pacata e costruttiva Lettera dal Senato sull'Ulivo e sulla Margherita, che cerca di superare i recenti contrasti. Guardiamo avanti e cerchiamo di preparare bene queste primarie, possono essere un momento importante per riavvicinare i cittadini alla politica.
Mi permetto però di rilevare nel suo scritto un punto che non condivido: Lei dice che Romano prodi ha preso atto "dell'orientamento ampiamente maggioritario nella Margherita sulla lista per la quota proporzionale". Se per Margherita si intende la direzione nazionale, lei ha ragione; ma se per Margherita si intendono i cittadini che hanno votato e sostengono la Margherita, l'orientamento largamente maggioritario era di non fare scelte che mettessero in difficoltà l'Ulivo. La direzione nazionale può sostenere di aver fatto una scelta tattica (o tecnica che dir si voglia): ma certo non rappresenta la base del partito. La Margherita ha quindi un grave problema di rappresentanza.


Mauro Feltini
iscritto alla Margherita

Risponde Tino Bedin

Caro Feltini, grazie di aver continuato il dialogo tra noi, su un tema - quello dell'Ulivo - che non è una questione interna ai partiti, ma riguarda tutta la società italiana.
Il "dato" relativo alla Margherita è stato segnalato dallo stesso Romano Prodi, in tv, nella breve dichiarazione che ha commentato a caldo la soluzione che si è trovata. L'assemblea federale è l'organismo nel quale una scelta politica così significativa doveva essere discussa; lì è stata presa una decisione con un voto trasparente, nei numeri e nelle persone che l'hanno espresso. La carenza, che anch'io ho rilevata votando per un rinvio, è stata precedente al voto: esso infatti non era stato preparato da un dibattito tra gli iscritti.
L'assemblea federale non è rappresentativa della base del partito?
Personalmente porrei la questione in altro modo: l'assemblea della Margherita non è un'assemblea federale, cioè non esprime la natura federale del partito. Lì il voto è esclusivamente per persona; nessun ruolo o nessun bilanciamento nel peso dei voti hanno i territori. Questo è un difetto grave, che proprio in occasione della vicenda sul modo di partecipare alla elezioni nella parte proporzionale della Camera dei deputati si è evidenziato clamorosamente. Se l'assemblea della Margherita fosse effettivamente organizzata in forma federale, la riflessione e la capacità di equilibrio che - ad esempio - l'assemblea regionale del Veneto ha saputo costruire, si sarebbero riversate nell'assemblea federale con il peso di una grande regione del Nord.
La questione è decisiva in un partito che si definisce "plurale", che si sforza di esserlo sul piano dei contenuti, ma che nessuno sforzo ha finora compiuto per essere plurale sul piano della rappresentanza territoriale: pluralità che esiste nei fatti, negli elettori e negli eletti, ma che non ha espressione nel partito. Questo - a mio avviso - non solo manca nella realtà, ma continua a mancare anche nel dibattito.

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21 giugno 2005
di-469
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Tino Bedin