Procreazione medicalmente assistita

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Scandicci (Firenze), 7 giugno 2005

Molti interrogativi sulle vere finalità della consultazione
Voto sempre contro l'oligarchia,
dunque non voto al referendum

Dopo la competizione, ci sarà la voglia di continuare la comune ricerca?

Vista la contraddittorietà tra le varie posizioni scientifiche in riferimento ai temi toccati dalla legge 40 del 2004, ritengo che la bussola per sciogliere i dubbi inerenti a cosa votare ce la dia una semplice domanda: ‹‹Riteniamo la società italiana - con essa intendendo scienza, politica, cittadinanza - abbastanza responsabile da gestire nel giusto modo gli spazi di scelta che consentirebbe lei di tornare alla situazione precedente a questa legge, senza sfociare nei monstra della clonazione umana e dell’eugenetica?››.
Questa domanda ci illumina in particolar modo in riferimento a due dei quesiti posti: quello relativo alla possibilità di sperimentare scientificamente sugli embrioni, e quello relativo all’inseminazione artificiale cosiddetta eterologa.
I dati su cui si è incentrata la mia attenzione a riguardo, non hanno non potuto vertere anche su aspetti meno noti a riguardo, quali il tuttora in corso commercio di ovuli e sperma – 15.000 euro per un ovulo di ucraina bionda longilinea -, e che il primo bimbo clonato sia una bellissima inglesina - che mai nessun mercenario si sogni di esibirla per sostenere le proprie posizioni politiche!
Circa il primo quesito del referendum, ossia quello che vuole eliminare il riconoscimento di pari diritti al concepito, così come alla donna, e circa il quesito relativo al limite di impianto di embrioni per un numero non superiore a 3, la domanda da porsi é: ‹‹Riteniamo l’embrione un primo stadio della vita della futura persona umana oppure qualcosa che non merita i medesimi diritti della persona umana visivamente conoscibile?››. Il ragionamento che mi sono trovato a fare a riguardo è il seguente. Lo stato embrionale può essere considerato al pari dello stato puberale, o dello stato infantile, o dello stato adolescenziale, o dello stato giovanile, prima di giungere allo stato della maturità psico-fisica virile? Seneca, nelle sue Lettere a Lucilio, ci consente di dedurre senza ombra di dubbio, che si tratta di fasi intermedie in evoluzione che l’uso della progressiva virtù – per dirla con lui – porterà sempre più all’uomo. Alcuni sostengono, invece, - li definirei empiristi “forti” (uso volutamente un aggettivo neutro) - che l’embrione, in quanto non soggetto visibile, non possa rientrare nella scala del progresso evolutivo umano.
Ma stando così le cose, neanche il nostro cuore esiste visto che non lo vediamo, neanche gli acari di cui ci preoccupiamo, neanche le onde elettromagnetiche e neanche il valore dell’onestà, tanto per fare alcuni esempi.
Si accusa poi il centro-destra di truffaldineria. Difficile dire quando non lo sia stato! Si dice, infatti, che si conteranno, ai fini del quorum, i voti di circa un milione di italiani all’estero, pur loro non potendo votare. Ma non lo è pure il centro-sinistra con a capo stavolta il tira-fila Partito Radicale, nel momento in cui non fa presente alla cittadinanza che se il quorum non fosse raggiunto le spese referendarie saranno a carico dei promotori del referendum? Non lo è colui che utilizza la attraente ma insostenibile metafora del “Pure Pilato se ne lavò le mani!”? L’acclamazione dei Galilei per Barabba era vincolata al raggiungimento di un quorum?
Circa l’accanimento contro chi “non vota” ricordo che la ratio ispiratrice del quorum in materia referendaria ha il preciso scopo di consentire alla cittadinanza di dire sostanzialmente che essa ritiene inopportuno, sbagliato, fraudolento ricorrere al quesito referendario per quella o quell’altra questione. In pratica, il Costituente ha riconosciuto alla cittadinanza italiana la possibilità di sottrarre il bilancio dello Stato da coloro che volessero fare un uso troppo facile del referendum. Così se la maggioranza del Popolo non va a votare vuol dire che riteneva la questione non meritevole di decisione attraverso quello strumento deliberativo. Riconoscere come “truffa” l’astensione vuol dunque dire ritenere “truffa” una disposizione costituzionale. Neanche Berlusconi, ha mai dato ad intendere ciò a riguardo di una disposizione costituzionale!
Per di più – si scusi se esco parzialmente dalla specificità del tema, ma si tratta della coalizione per cui faccio il tifo – se la premessa da tutti condivisa è che la questione è di carattere etico e vi è una sostanziale libertà in materia, perché ci si accanisce contro Rutelli che dice “Io mi asterrò” e che, consequenzialmente alla premessa, precisa l’ovvietà che la questione non rientra nel programma ulivista? Perché non accanirsi allora anche con Fassino che dice “Io andrò a votare quattro sì”? La questione non è etica e dunque rimessa alla propria coscienza?
Mi verrebbe da rispondere, ripensando al terrore giacobino ed ai movimenti dittatoriali nazi-fascisti, che è tipico delle culture incentrate sulle regole, più che sui valori, sfociare nei totalitarismi. Platone provò a spiegarlo ad Aristotele, ma ebbe “ragione” quest’ultimo. Fu il secondo l’epistemologo fino al 1400. L’epoca, non a caso, fu buia fino a che il Rinascimento fiorentino, con Cusano ed i Medici, riscoprì l’opera platonica.
Infine, visto che manca solo un anno alle elezioni, che fretta c’era di fare questo referendum, quando tra 12 mesi si poteva mettere mano alla legge e migliorarla nel senso voluto? Forse perché si vuole che nessun potere legislativo limiti la scienza, così come nessun potere legislativo limiti il libero mercato? Se il “Sì” vincerà, abrogando così tutti i punti limitativi della legge 40/2004, e restaurando l’ancien régime di deficit legislativo in materia, quanto scommettiamo che nessuno provvederà alla (a volte) promessa volontà di rimettere mano alla legge per migliorarla?
Ed in riferimento alla sperimentazione sugli embrioni, c’è concordanza sul fatto che nessuna cura, ripeto nessuna, è stata raggiunta grazie alle ricerche sugli embrioni. Per ora di sicuro c’è solo l’esperimento fatto sul cervello di una scimmia che le ha provocato un cancro che l’ha portata alla morte in poche settimane. Ma gli avanguardisti sostengono che non possiamo precluderci queste ricerche che ‹‹possono dare speranza a tanti malati››. Ma allora perché gli stessi avanguardisti vogliono precludere le manipolazioni genetiche sul mondo vegetale, che portano ai cosiddetti Ogm? L’embrione vale meno di un pomodoro e dunque ci possiamo giocherellare con più tranquillità?
Perché gli stessi avanguardisti vogliono precludere la possibilità dell’utilizzo del nucleare civile, quando la ricerca potrebbe risolvere l’unico vero problema rimasto irrisolto ossia lo smaltimento delle scorie (il 9% non riutilizzato)? Oppure, le ricerche sugli embrioni possono portare in un ipotetico futuro a non avere più persone malate delle peggiori malattie, mentre gli Ogm o il nucleare civile non farebbero altro che ridurre il problema della fame nel mondo o della scarsità energetica derivante da petrolio, cosa che ben poco ci tocca visto che magnare se magna e la luce ce l’abbiamo? Oppure si vuole dire che solo la ricerca sul complessissimo – dunque difficilissimo da studiare – embrione darà frutti, mentre quella sul ben meno complesso – dunque più facile da studiare – pomodoro o uranio non darà frutti? Chiedo, se la ricerca sugli embrioni debellasse alcune malattie, in favore di chi andrebbe ciò? Dell’africano a cui non è riconosciuto neanche il diritto di poter curare l’Aids? Se invece la ricerca sugli Ogm o sul nucleare civile aiutassero a risolvere gli improcrastinabili problemi della fame nel mondo e della scarsità energetica, in favore di chi gioverebbe ciò? Del ricco occidente, oppure in modo precipuo del Terzo Mondo? E – rovescio della medaglia – a sfavore di chi andrebbe ciò, se non del ricco mondo occidentale e dell’oligarchia finanziario-energetica?
Non si vede la contraddittorietà nei Principi?
Casca la maschera. Stiamo facendo il gioco dell’oligarchia, ergendoci a tutori della libertà capricciosa del ricco, piuttosto che in difesa dei più deboli. La destra lo fa per un verso (vedi in particolare il campo economico), noi del centro-sinistra lo facciamo per un altro verso (vedi in particolare il campo etico). Il risultato è che i burattinai cartesiani del cogito ergo sum (penso dunque sono, stravolgimento agnostico-individualista dell’esistenza come dono misterioso) hanno talmente confuso le idee ai due schieramenti – voglio sperare che gli attori sul palco non siano consci del fatto che sono strumentalizzati –, da consentirgli di fare di volta in volta, di questione in questione, il loro fantastico gioco olimpico.

Claudio Giudici

Risponde Tino Bedin

La scala di valori attraverso la quale far crescere davvero la nostra convivenza sociale e la personale condizione dei singoli cittadini non è ancora unica nel centrosinistra. Neppure nella riflessione sulle questioni poste dalla sofferenza e dalla speranza (che sono all'origine della procreazione medicalmente assistita) si sta facendo un po' di strada assieme in questa direzione. Credo sia un problema: della politica certamente, dell'Unione anche, ma soprattutto della società. Quando neppure le questioni esistenziali prevalgono sulle posizioni culturali e sulle sedimentazioni storiche, è difficile fare passi avanti verso una più forte dimensione nazionale.
Mi auguro che finita la "competizione" (rischiosa e triste in questo caso, viste le sofferenze su cui si scommette per finalità politiche) nella quale ciascuno vuole affermare se stesso, non restino rancori nel centrosinistra ma il bisogno di continuare insieme la ricerca.

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7 giugno 2005
di-467
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Tino Bedin