Gentilissimo senatore, ho letto la sua Lettera dal Senato sulla Costituzione ed è, da me, pienamente condivisibile.
Chi ha avuto modo di leggere e studiare la Costituzione (magari sotto il profilo comparato) non può che riconoscere che la nostra è la più bella costituzione di cui uno stato possa dotarsi. Non a caso è ritenuta da molti stati esteri un esempio da seguire.
L'Italia - o meglio - gli attuali governanti da tempo preferiscono sceneggiate tipo questa per far vedere che esistono e che sono capaci di riformare. Ma vanno riformate le cose che non vanno, non quelle che sono il baluardo della nostra democrazia, della nostra partecipazione alla gestione della cosa pubblica, dell'azienda stato, non dell'azienda "privata" nello stato. Sono gli interessi e i diritti di tutti i cittadini che vanno garantiti e rispettati non solo quelli di pochi. Non è chi non veda nelle varie riforme - vedi quella della scuola - un secondo fine: il business. Ecco che è importante essere uniti per salvaguardare tutti quei diritti e principi che i nostri costituenti hanno garantito ai cittadini impedendo queste "riforme" che tendono ad involvere lo sviluppo civile e partecipativo di tutti.
Ho sentito le dichiarazioni di voto in dissenso del sen. Fisichella e del sen. Gubert. Questi senatori sono della maggioranza ma hanno avuto il coraggio di dissentire con chiarezza ed onestà morale. Chiarezza ed onestà morale che si chiede abbiano tutti i nostri parlamentari - di maggioranza e d'opposizione - proprio in virtù del fatto che dovrebbero ricordarsi che non esiste il mandato d'imperio.
Mi auguro che emerga in tutti i parlamentari di maggioranza la coscienza critica e l'onestà morale, perché sulla Costituzione non si può e non si deve scherzare o innalzare slogan pubblicitari per inebriare i cittadini con false illusioni.
Il compito di voi di minoranza e noi cittadini sta nel far capire alla gente quale disastro porti la strada imboccata dal centrodestra. Lei, con la sua Lettera dal Senato, l'ha fatto e noi cercheremo di aiutarla nel dialogare con la gente. Dobbiamo avere il coraggio delle nostre idee proprio in questi momenti.
Romano Lovison
Risponde Tino Bedin
Le posizioni dei due senatori che ha citati sono state "tollerate" dalla maggioranza perché costituivano dichiarazioni individuali, isolate. Esse non corrispondevano cioè ad un movimento di opinione e di riflessione all'interno dei gruppi parlamentari di centrodestra di cui si sia colta l'esistenza nel corso del dibattito parlamentare e delle votazioni. Un parlamentare può anche seguire alla fine la maggioranza dei propri compagni di gruppo, ma ci si può distinguere su singole votazioni e su sottolineature durante il dibattito. Questo non è minimamente avvenuto nel corso del confronto in Senato. Solo dopo che in maniera compatta la Destra ha votato la deformazione costituzionale abbiamo ascoltato dubbi e timori: ma in Parlamento contano i voti. Contano per i gruppi e contano per i singoli parlamentari, specialmente - come lei dice - su questioni in cui il vincolo di partito non dovrebbe prevalere.
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