Italiani in Iraq

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Este (Padova), 15 marzo 2005

L'incidente mortale al sergente Salvatore Marracino
Per la Destra non è stato abbastanza eroe?
Urgente valutare le condizioni dei nostri militari in Iraq

La Camera ed il Senato hanno ignorato la morte di un soldato... Forse non è stato sufficientemente eroico nel morire imbracciando un fucile probabilmente difettoso?
I nostri uomini al potere si sono già scordati di quei militi morti per un elicottero dalle caratteristiche obsolete? Si sono già scordati la protesta dei piloti e dei soldati che lamentavano la vetustà e la ineguatezza dei mezzi?
Mi sembra di riascoltare le storie, raccontate da mia madre e mia nonna sui soldati, mandati dal Duce in Russia: i loro scarponi erano di cartone pressato. Raccontavano ancora, che i carriarmati, pochi e sempre gli stessi, giravano di città in città per testimoniare la magnificenza e l'imponenza delle forze belliche italiane.
Da allora nulla è cambiato, si va ancora in guerra speculando su tutto: pochi soldi e pure mal spesi. Il tutto come fosse una lottizzazione o un gioco in borsa: ma quei poveri ragazzi rischiano la loro vita. Quei disgarziati pregano per non essere uccisi da pallottole irachene e americane, ma anche dalle armi e dai mezzi italiani difettosi...
Questa sera a "Zappin", trasmissione condotta da Aldo Forbice (radio 1), il giornalista filogovernativo Caputo ha commentato l'accaduto in un modo vergognoso, affermando che non capiva la pubblicità, a suo parere eccessiva, data ad un incidente avvenuto durante una esercitazione in Iraq. Se l'analogo episodio si fosse verificato in Italia , ha continuato Caputo, si sarebbe liquidato il tutto con un piccolo trafiletto sulla cronaca nazionale... Che dici, mandiamo lui domani ad esercitarsi con un fucile che gli scoppia in faccia?

Chiara Crivellari

Risponde Tino Bedin

Tra le esigenze che ho sollevato in morte del sergente Marracino c'è proprio quella di una verifica delle condizioni di sicurezza ed anche psicologiche in cui sono inviati i nostri militari in Iraq. Non si può continuare a fare conto sulla loro professionalità senza assumere da parte del governo le necessarie decisioni politiche e strategiche.

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16 marzo 2005
di-446
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Tino Bedin