Italiani in Iraq

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Mogliano Veneto (Treviso), 16 marzo 2005

L'esperienza di un'insegnante in una scuola serale
Dolore fra militari e forze dell'ordine
per l'incomprensione della loro scelta

Destabilizzante l'attacco al ruolo delle istituzioni repubblicane

Gentilissimo Tino, ancora una volta ti ringrazio per la tua lettera sulla morte del sergente Salvatore Marracino, preziosa per me e per i miei studenti del serale "Giorgi". Proprio lunedì 14, abbiamo avuto una serata speciale con l'incontro di due storici, Massignani e Tortato, per la presentazione del libro di quest'ultimo "La prigionia di guerra in Italia - 1915-1918". All'avvio dei lavori ho tenuto opportuno precisare quanto la libertà sia il bene più prezioso, necessario all'uomo più di tutti gli agi, che l'occidente possa ritenere di dover "diffondere".
Ecco, questa sera potrò portare il tuo messaggio: "Restituire ai nostri soldati l'onore della pace" , legato alla "capacità di stare con la parte debole di tutte le popolazioni". Nel mio istituto ci sono molti iscritti appartenenti all'esercito, alle forze dell'ordine - polizia, carabinieri, finanza - ai vigili del fuoco, e in molti di loro ho avvertito soprattutto in quest'ultimo periodo una nota di dolore per come i mass-media di occupano e preoccupano di trattare il loro impegno, la loro abnegazione e lealtà verso ciò che hanno scelto di donare nelle loro missioni. Persino la morte di Calipari in qualche modo viene ad essere investita da "zone d'ombra" che tutti noi deprechiamo profondamente e ci vergognamo del nostro governo non solo per il silenzio nel ricordare un ulteriore soldato che ci ha lasciati, ma anche per l'ipocrita messinscena delle onoranze.
Hai ragione, in questo momento sono tutti concentrati a cambiare la nostra Costituzione senza neppure rispettare l'iter che questo richiede. Alcune volte mi sento prendere - e con me molti altri - da un grande sconforto, molto simile a quello che mi dicevano di aver provato i nonni e mio padre, quando negli anni '20 si andava affermando in modo più o meno subdolo l'ideologia totalitaria. Che cosa fare? Come poter fermare da una parte o aiutare dall'altra chi in seno al parlamento, al Senato vuole o distruggere, o lottare per il mantenimento, del bene più prezioso - la libertà - sancito dalla nostra Costituzione? Grazie per offrire tanti spunti di riflessione e soprattutto incoraggiamenti per continuare a credere, lottare, sperare... a essere malgrado tutto cittadini attivi che non si rassegnano.

Nara Roncin

Risponde Tino Bedin

Importante è non rinunciare ad essere cittadini, continuare a credere nel ruolo della politica e a praticarla nelle condizioni in cui ci troviamo. Il vero rischio è che diventi prevalente l'idea che si può fare a meno delle istituzioni repubblicane; la scelta più dirompente di Berlusconi non è nella riforma costituzionale, ma nella continua propaganda che occorre "liberare gli italiani" dallo Stato (ed anche dalle Regioni, dalle Province, dai Comuni). Questa "liberazione" consegnerebbe la nostra convivenza a rapporti di forza, prevalentemente economici: all'interno di questi sarebbero misurati i valori di cittadinanza, invece che all'interno della dignità delle persone.

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16 marzo 2005
di-445
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Tino Bedin