Monselice soffoca non solo per la stagnazione di polveri e per le emissioni di fumi e gas venefici ma anche per l'immobilismo e l'indecisione dei suoi amministratori.
Monselice è nota per avere il più alto tasso di medici in consiglio comunale, da sempre. È una tradizione. Attualmente ben cinque medici occupano gli scranni di palazzo Tortorini; quattro sono di maggioranza e, di questi, due con funzioni di governo della città.
Sarebbe una condizione ideale per fare azioni di prevenzione e di salvaguardia del territorio e della salute dei cittadini (il benessere olistico per dirla secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità e secondo le direttive UE) e per attuare stili di vita salubri a Monselice: cittadella del verde, del turismo e del benessere! Invece, Monselice continua a distinguersi per i più alti livelli di inquinamento: condivide il primato di polveri, fumi e gas con altre sei aree di grave degrado ambientale della Regione Veneto.
Il consiglio comunale talora è una gran commedia, talaltra una soap-opera degna della migliore Gardini, ma la città di Monselice non gode per tutto ciò, a causa della alta conflittualità sociale e del rischio per la salute di piccoli e anziani che il degrado ambientale procura.
Anche noi vorremmo respirare l'aria pura del Parco Colli e camminare su strade sicure; in una città liberata, un poco, dai camion. Fermarci al ristoro di bar, ristoranti e pizzerie o accolti in alberghi come tu pensi per il Parco Colli.
Per ora ci dobbiamo accontentare dell'ombra di ciminiere vetuste, delle comunicazioni ritardate degli amministratori, della filiera di lampioni di viale della Repubblica (detta anche di E.T) e di via Valli, un investimento coi fiocchi per una corsia ad alta velocità del trasporto pesante. Domando: quanto succede a Monselice è una negligenza degli amministratori? Monselice è comunque la porta ideale di accesso, a sud, per il Parco dei Colli?
Gastone Zilio consigliere comunale Gruppo civico per Monselice
Risponde Tino Bedin
L'amministrazione di Monselice sembra puntare ancora su un'economia non ancorata al territorio. Da anni la città avrebbe dovuto candidarsi a "porta degli Euganei": ne ha le dimensioni, la storia, la dimensione di città. Non lo ha fatto e non lo fa, mentre proprio da questa scelta possono nascere occasioni di sviluppo che non solo rispettano l'ambiente, ma hanno anche prospettive di stabilità assai superiori alle forme tradizionali di economia.
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