Confesso di patire sempre più un senso di impotenza verso questo governo e
questa maggioranza. Quando affrontano la storia nazionale, rivelano solo un grande spirito di rivalsa;
pretendono l'equiparazione tra combattenti quando è evidente chi allora ha
difeso l'Italia e chi invece ha solo gratificato le sue esaltazioni,
giovanili o mature che fossero.
Con la questione delle foibe, poi, hanno veramente esagerato!!! Ero a
Roma, al Ministero della Difesa, nel giorno scelto per ricordarle e mi sono
accorto che era previsto un minuto di silenzio. Il fatto è che, nonostante
l'ambiente non fosse proprio di sinistra, nessuno mostrava particolare
interesse alla questione, né tanto meno emozione.
Ha ragione quel "comunista" di Sergio Romano che ha scritto di non
condividere l'istituzione di questa ricorrenza perché allora bisognerebbe
istituirne almeno un'altra dozzina.
Invece noi, per soddisfare le carenze affettive dei vari Gasparri, ci
dobbiamo subire questi revival!
Mia madre era giovanissima maestra in Istria tra il 43 ed il 45 e mi ha
sempre raccontato che tutti avevano una terribile paura dei Titini e delle
Brigate Nere perché era un gara tra loro a chi ne combinava di peggio.
Quindi, la cosa migliore sarebbe mettere la sordina a tutto (come fecero De
Gasperi e gli altri governanti seri della cosidetta Prima Repubblica) perché
nessuno ha da rivendicare meriti.
Alberto Vernizzi
Risponde Tino Bedin
La tragedia delle foibe è stata brandita dalla tv di regime come uno strumento di revisionismo storico. Sfogliare tutte le pagine della propria storia è un dovere per ogni popolo, ma a condizione che si faccia un'operazione storica, di conoscenza e di pietà con riferimento ad un periodo o ad un episodio. Se le pagine di storia vengono spacciate per pagine di attualità, se una tragedia lontana viene "indagata" come uno scoop giornalistico, allora l'obiettivo evidente non è quello di completare la storia comune, ma semplicemente quello di vincere le elezioni. I morti nelle foibe non meritano quest'altro sacrilegio.
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