Militari belligeranti

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Padova, 20 febbraio 2005


Insopportabile il revisionismo storico
La terribile gara fra Titini e Brigate Nere in Istria
Ora i morti delle foibe vengono usati per la propaganda

Confesso di patire sempre più un senso di impotenza verso questo governo e questa maggioranza. Quando affrontano la storia nazionale, rivelano solo un grande spirito di rivalsa; pretendono l'equiparazione tra combattenti quando è evidente chi allora ha difeso l'Italia e chi invece ha solo gratificato le sue esaltazioni, giovanili o mature che fossero.
Con la questione delle foibe, poi, hanno veramente esagerato!!! Ero a Roma, al Ministero della Difesa, nel giorno scelto per ricordarle e mi sono accorto che era previsto un minuto di silenzio. Il fatto è che, nonostante l'ambiente non fosse proprio di sinistra, nessuno mostrava particolare interesse alla questione, né tanto meno emozione. Ha ragione quel "comunista" di Sergio Romano che ha scritto di non condividere l'istituzione di questa ricorrenza perché allora bisognerebbe istituirne almeno un'altra dozzina. Invece noi, per soddisfare le carenze affettive dei vari Gasparri, ci dobbiamo subire questi revival!
Mia madre era giovanissima maestra in Istria tra il 43 ed il 45 e mi ha sempre raccontato che tutti avevano una terribile paura dei Titini e delle Brigate Nere perché era un gara tra loro a chi ne combinava di peggio. Quindi, la cosa migliore sarebbe mettere la sordina a tutto (come fecero De Gasperi e gli altri governanti seri della cosidetta Prima Repubblica) perché nessuno ha da rivendicare meriti.

Alberto Vernizzi

Risponde Tino Bedin

La tragedia delle foibe è stata brandita dalla tv di regime come uno strumento di revisionismo storico.
Sfogliare tutte le pagine della propria storia è un dovere per ogni popolo, ma a condizione che si faccia un'operazione storica, di conoscenza e di pietà con riferimento ad un periodo o ad un episodio. Se le pagine di storia vengono spacciate per pagine di attualità, se una tragedia lontana viene "indagata" come uno scoop giornalistico, allora l'obiettivo evidente non è quello di completare la storia comune, ma semplicemente quello di vincere le elezioni. I morti nelle foibe non meritano quest'altro sacrilegio.

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24 febbraio 2005
di-431
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Tino Bedin