Cattolici e politica

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Milano, 1 gennaio 2005

La domanda di una diociottenne alla politica
Quali sono i valori etici di una società?
Rendere la comunità più giusta è renderla anche più morale

Caro Senatore, sono una ragazza di diciotto anni che da poco si sta interessando alla politica, perciò la mia conoscenza è molto scarsa. Per quel poco che ne so, però, la destra è più attenta alle questioni morali, come per esempio questa della fecondazione assistita. Sono cattolica e il fatto che lei mi abbia fatto "cristiani auguri di Buon Natale" mi è piaciuto molto.
Purtroppo certi politici stanno quasi facendo a pezzi non solo la tradizione cattolica italiana, ma addirittura il buon senso. Mi riferisco per esempio ai recenti cartelloni pubblicitari dei Ds a favore di unioni di fatto, anche omosessuali. Non bisogna essere cattolici per capire che le unioni di fatto non possono essere equiparate nei diritti neanche lontanamente alla famiglia fondata sul matrimonio, per non parlare poi del fatto che l'omosessualità non va di certo incoraggiata. Le ho esposto queste mie riflessioni perché volevo chiederle consiglio: come può una persona con certi valori votare un partito che è coalizzato con un partito d'idee completamente opposte?
La ringrazio moltissimo per il tempo che mi ha dedicato e che mi vorrà dedicare e per il suo impegno in politica.

M. B.

Risponde Tino Bedin

Cara giovane cittadina, i temi che poni richiedono un lungo dialogo; più che dalle mie affermazioni, le risposte potresti costruirtele come risultato del confronto.
A Milano non mancano persone impegnate in politica che hanno come orientamento la dottrina sociale della Chiesa e che, come me, ritengono che le opzioni comunitarie del Vangelo si possano meglio realizzare nella coalizione dell'Ulivo. E non mancheranno certo le occasione per un dialogo con queste persone, se potrai ricercarlo.
Da parte mia provo intanto a cominciare questo dialogo. Tu pensi che la "moralità sociale" abbia come prevalente riferimento contenuti che riguardano la sfera familiare, sessuale o riproduttiva?
Certo la famiglia (uomo-donna, stabile, procreativa) è un bene comune; fa parte di quell'etica pubblica scritta anche nella nostra Costituzione repubblica, che essendo uno dei nostri Codici etici condivisi andrebbe con più attenzione seguita in questo settore.
Ma la moralità sociale non si ferma qui. Ho in mente Gesù che difende l'adultera, scrivendo per terra le colpe di chi voleva lapidarla.
Forse avevano rubato. Forse non avevano pagato le tasse in modo giusto, tale cioè che anche chi aveva meno di loro potesse ricevere qualche servizio.
E oggi la moralità non si misura anche nel rispetto dell'ambiente, in modo che tutti ne usufruiscano? L'immoralità non è accettare una guerra come quella che continua in Iraq?
Non appartiene ad un etica evangelica una legge sull'immigrazione che consente ai lavoratori non comunitari di ritornare a cercare i loro familiari annientati dal maremoto nell'Oceano Indiano solo per poche settimane: se non torneranno in Italia entro il 15 febbraio perderanno il permesso di soggiorno. Quanta moralità c'è nelle liste di attesa per gli esami medici, che fanno rischiare i poveri più di chi si può pagare una visita a pagamento?
E la precarietà del lavoro che probabilmente ancora non conosci, ma che i giovani appena più grandi di te patiscono, non è una delle cause dell'affievolimento dei legami familiari stabili e della ricerca di una maternità responsabile?
Mi fermo qui con gli interrogativi che faccio prima di tutto a me stesso. Perché tocca alla politica dare risposte e rendere più morale la nostra società.
Se credi, prova a leggere i giornali rivolgendo ai fatti e soprattutto alle decisioni politiche alcune di queste domande e poi potrai farti un'idea del perché da cattolico io mi impegno in politica e lo faccio assieme a molti, perché questo è richiesto dal nostro sistema elettorale, che non hanno tutte le mie stesse idee, dai quali mi distinguo - come è avvenuto con la legge sulla procreazione medicalmente assistita - ma con i quali speriamo in una società più umana, perché più giusta.
Un cordiale augurio per l'Anno che inizia oggi e per la tua giovinezza che continua. A proposito: mi sono permesso di darti del "tu", per rispetto della tua giovinezza. Sono sicuro che sei d'accordo.

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1 gennaio 2005
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Tino Bedin