Procreazione medicalmente assistita

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Italia, 19 dicembre 2004

Nel dibattito sulla procreazione medicalmente assistita
Accrescere le informazioni
sulle origini della vita umana

Nella Costituzione i riferimenti etici per i parlamentari


Antonio Lombardi (Bologna) - Caro senatore, sono molto contento della sua risposta, soprattutto perché - finalmente - è arrivata da parte di un esponente del mio partito di riferimento. Dico finalmente, perché lei è stato l'unico della Margherita che ha risposto, mentre lo hanno fatto già molti di formazioni di centrodestra. Mi raccomando di tenere alta nella Margherita la bandiera dei valori cristiani.

Rosanna Rella (Mottola) - È evidente che la legge 40 rappresenti un punto di certezza. Condivido la sua affermazione. Tuttavia desidero alcuni chiarimenti. Cosa intende quando dice: Tornare indietro sui diritti dell'embrione non sarebbe un miglioramento, ma un peggioramento: da questa convinzione muoverà il mio eventuale voto futuro? Non pensa che solo la tutela dell'embrione possa salvaguardare la vita delle persone e il bene comune? Che posto ha nella Sua coscienza di parlamentare il riferimento al diritto naturale?

Fiorella Perona - Ogni miglioramento alla legge in questione in tal senso sarà bene accolto da tutti coloro che di fronte alla violazione della vita fin dalle sue prime fasi osano alzare la voce consapevoli che ognuno di noi è stato per 1/12/24/48 ore e così via, quell'embrione al quale non si vogliono riconoscere i diritti fondamentali della persona umana con cervellotiche quanto inconsistenti argomentazioni. Purtroppo la "campagna ideologica" ha intrapreso il suo cammino alla grande indorando la pillola di falsi buonismi, brandendo la spada del "diritto al figlio sano", lo stesso figlio al quale nell'adolescenza sarà garantito il diritto allo spinello e al sesso sicuro dalla stessa corrente politico-ideologica. Basta, storiche campagne distruttrici dell'ordine civile, oltre che morale, quali sono state quelle su divorzio e aborto ci hanno colto impreparati, tiepidi o ancora troppo giovani per dire la nostra, ma questa volta siamo pronti ad alzare la voce per smascherare quello che in fondo è solo un enorme business, considerato il rapporto prezzo / beneficio delle manipolazioni dei nuovi imprenditori del figlio a comando.

Raffaele Augelli - Credo che preservare la vita nei primissimi momenti in cui essa si sviluppa, in modo continuativo e "naturalmente inarrestabile" sia tra le cose più nobili che un uomo possa donare ad un altro uomo (perchè tale è l'embrione, per me!). Purtroppo la mentalità che sempre più sta dilagando nelle coscienze dell'uomo del nostro tempo viaggia sempre più sul binario dell'egoismo, della volontà di potenza, dell'indifferenza. Credo vivamente che, oltre alla difesa giuridica della vita, in particolare modo quella che adesso è in questione, sia un obbligo morale anche informare quante più persone sulla Verità che circonda questo impellente problema, e non più dare la possibilità di divulgare notizie infondate se non false, sondaggi ben strutturati al solo scopo di incamerare le coscienze in una assurda dittatura mediatica!

Pasquale Lo Torto (Palermo) - mi rallegro della Sua posizione sulla materia in oggetto. Data la Sua apprezzabilissima dichiarazione d'intenti circa le future vicende legislative della legge n° 40, e non conoscendo la Sua specifica competenza in materia, mi permetto di raccomandarLe di fare attenzione agli inganni: intevenire sul cosidetto "preembrione" o sull'ootide (vedi proposta Amato & altri) è un 'inganno; non rappresenta assolutamente un compromesso che concilia esigenze contrapposte; sarebbe sempre la soppressione di un essere umano in sviluppo (come la genetica e una retta filosofia, che è pensiero solido e rigoroso, dimostrano). Tra l'altro, come riconosciuto persino dalla famosa commissione Warnock, dal momento in cui si avvia lo sviluppo, non vi alcuna differenza ontologica tra le sue varie fasi. Pertanto, tra le speciose soluzioni compromissorie proposte ed il referendum, meglio il referendum.
   

Risponde Tino Bedin

Continuo volentieri il dialogo con alcuni dei cittadini che mi hanno riscritto sulla procreazione assistita, perché il tema della vita è decisivo.
È anche un tema complesso, sia politicamente che scientificamente, come si è visto all'interno del gruppo Margherita al Senato (con una posizione prevalente per il voto a favore della legge) e come si vede con le recenti risposte della scienza sui "pre-embrione".
Il ricoscimento dell'embriore come titolare di diritti, contenuto nella legge sulla procreazione medicalmente assistita, costituisce uno dei risultati giuridici più rilevanti della riflessione e del dibattito sul valore della persona. Si tratta dunque di un traguardo rispetto al quale non si deve tornare indietro. Va considerato un punto fermo, sul quale costruire eventualmente norme complementari e con il quale armonizzare altre parti del nostro ordinamento giuridico. Come parlamentare il mio riferimento etico non può che essere ai principi etici contenuti nella nostra Costituzione repubblicana, che è alla base della nostra democrazia, e - quando sarà approvata dalla maggioranza degli europei - alla Carta europeo dei diritti fondamentali. Ovviamente questi strumenti etici condivisi hanno la loro base nel diritto naturale, che informa generalmente la nostra Costituzione. Spesso però sono le leggi ordinarie che non si rifanno a questi principi etici condivisi ed allora il riferimento alla coscienza indispensabile.


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29 dicembre 2004
di-419
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Tino Bedin