L'unità europea è figlia della sanguinosa esperienza della Seconda guerra mondiale. I padri fondatori dell'Europa hanno costruito la prima Comunità europea "tra popoli a lungo opposti da sanguinose divisioni" (Preambolo del Trattato CECA). Nell'epoca delle guerre mondiali, del terrorismo internazionale, del drammatico divario di ricchezza tra Nord e Sud del mondo e della minaccia di una irreversibile catastrofe ecologica su scala globale, l'Europa non può ignorare la pace, come supremo ideale a cui aspirano tutti i popoli del Pianeta.
La Costituzione europea deve sancire un patto perpetuo di pace tra gli europei e definire un impegno vincolante affinché l'Unione operi attivamente per la costruzione della pace nel mondo. Proponiamo pertanto che nella Costituzione europea sia scritto il seguente articolo: «Art. 1. I popoli dell'Unione europea stipulano la presente Costituzione per fare dell'Europa un'area di pace e costruire un futuro comune. L'Unione si fonda sui valori indivisibili ed universali della pace, della dignità umana, della libertà, dell'eguaglianza e della solidarietà. L'Unione europea ripudia la guerra come strumento per la risoluzione delle controversie internazionali; opererà attivamente ad una riforma democratica della Organizzazione delle Nazioni Unite, attribuendole, a parità di condizioni con gli altri Stati, i poteri necessari affinché possa assicurare la pace, la giustizia internazionale e lo sviluppo sostenibile del Pianeta».
Credo che la possibilità tramite appelli o
referendum europei di rivedere l'articolo 1 esista e credo che chi sostiene
di credere in certi valori non si debba arrendere ma continuare a fare
quanto possibile per cambiare lo stato delle cose.
Se ci fosse da rinunciare alla Costituzione europea quale è oggi a livello
di leggi e normative non mi sembrerebbe un gran danno né per il popolo
della pace né per gli operai, e più in generale per ogni classe media o
medio/povera sia in Italia che nel resto della maggior parte dei paesi
aderenti. Da rivedere in pieno sarebbero anche e non solo le normative in
materia di lavoro. Non voglio dilungarmi troppo, ma siamo al solito accettare
il meno peggio?
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Anna Appiano
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Risponde Tino Bedin
Condivido il contenuto del suo appello, che rientra in un'azione popolare sollecitata in Italia dal Movimento Federativo Europeo. Nel corso dell'attività parlamentare ho sostenuto questa posizione, sollecitando sia il governo italiano che i rappresentanti del Senato italiano nella Convenzione. Questa posizione non è stata prevalente ed il Trattato Costituzionale europeo è stato firmato a Roma il 29 ottobre. Ora non è possibile modificarlo, se non riununciando alla Costituzione europea stessa: questa ipotesi non mi sembra un buon servizio alla pace. E non per il compromesso del "meno peggio". Nel Trattato costituzionale ci sono le basi per un'Europa politica a livello planetario: questo costituisce un elemento di equilibrio per il mondo, dal punto di vista econnomico, culturale ed anche della sicurezza. L'Europa non basta da sola a far vincere la pace, ma senza l'Europa la pace sarebbe ancora più difficile. Così come senza il modello sociale europeo, la globalizzazione avrebbe come unico riferimento il modello americano. Neppure questo farebbe bene ai lavoratori (e non solo ai lavoratori europei).
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