Finanziaria 2005

 
IN DIALOGO TRA CITTADINI

Venezia, 30 novembre 2004

Ode per la riduzione delle tasse
Già sento tintinnar copiosa
l’amata grana nella mia scarsella

Scassata la nostra convivenza, non solo la nostra economia


Poiché già sento tintinnar copiosa
l’amata grana nella mia scarsella
al Cavalier vo dire tutto il mio contento
per aver Egli, ed è laudabil cosa,
prima che miseria tutti ci divella,
coperti d’oro e di prezioso argento,
con manovretta che dicean mortale
ed era invece solo EPOCALE.
M’assista dunque Euterpe arcana
sì ch’io canti, con voce aperta e piana,
il più sentito e fervido peana.

SIA LODE ETERNA

A Chi cancellò balzelli più della morte iniqui.
A Chi, con corna e lazzi, ci fece ancor più lieti.
A Chi narrò festevole di Romolo e di Remolo.
A Chi sconfisse audace il trucido Alemanno.
A Chi privò l’Elvetico d’indegne rogatorie.
A Chi rese onorati malloppi ultramontani.
A Chi fe’ de’ bilanci un vago e lieto gioco.
A Chi ci offerse usbergo contro le infami toghe.
A Chi dal video svelse l’obbrobrio e l’abiezione.
A chi salvò dall’etere, il fido, il fico Fede.

Sia gloria dunque al Vindice, osanna sia all’Ultore!
E se talun, spregevole, protervo neghi il plauso,
ebben gli si ricusi affetto e guiderdone.
Gli tolga il Cavaliere quelle pensioni opime
che lieto ha già donato al popolo festoso
e quelle strade sgombre da ladri e meretrici,
e quegli audaci ponti sospesi sopra il mare
e quei trenin sbuffanti dall’Alpe al Lilibeo,
e tutti quei “passanti” forieri d’aria pura?

Saprà così, l’ingrato, che premio è sol concesso
a chi fra nostra gente non è per nulla fesso
e accoglièrà l’invito, che val d’ora in avanti,
di emular don Vito, ed imitar Guzzanti.
E se vorrà da tutti ancor essere amato,
e se vorrà per sempre il ben degli Italiani,
che gente gli è meravigliosa e rara,
prenda a sua guida l’integro Adornato,
scelga a suo mentore l’ilare Schifani,
volti gabbana siccome il buon Ferrara.
   

Gino Spadon
Risponde Tino Bedin

Per continuare nello stile, anche il milo commento dovrebbe avere la forma di un'ode. Non me la sento. Ringrazio Gino Spadon per averci fatto sorridere, ma ho sempre più forte la onvinzione che questa volta non possiamo prendere il presidente del Consiglio per il verso della barzelletta.Quello che sta facendo come governante è troppo grave, soprattutto è destinato a creare uno sconquasso così forte che il restauro della nostra convivenza (e non solo della nostra economia) diventa un'autentica impresa.


    Partecipa al dialogo su questo argomento

30 novembre 2004
di-403
home page
scrivi al senatore
Tino Bedin